«Non sono il giudice a luci rosse» di R. E.

«Non sono il giudice a luci rosse» Pescara, il negozio è del marito. Lei, viceprocuratore, è stata sospesa «Non sono il giudice a luci rosse» Accusata di aver pubblicizzato un pomo-shop PESCARA. Il marito, disoccupato, apre un sexy-shop, la moglie, viceprocuratore onorario, viene accusata di avere svolto attività propagandistica con tanto di biglietti-invito per l'inaugurazione, distribuiti negli uffici del Palazzo di giustizia, e il Csm, su istanza di revoca inoltrata dal procuratore capo, la sospende dall'incarico. E' accaduto a Pescara dove Anna Maria Capuozzo, 39 anni, avvenente avvocato, è tornata ad esercitare l'attività forense anche se ha chiesto al Csm di rivedere quanto fin qui stabilito. Essere la moglie di Amedeo Buccella, intraprendente imprenditore che si è tuffato con successo nel mondo dell'hard-core, ha creato non pochi problemi all'ormai ex viceprocuratore onorario della Procura presso la Pretura circondariale di Pescara, costretta a subire una «vergogna non meritata». La donna reagisce con sdegno al provvedimento di sospen¬ sione, affermando che a tutt'oggi non sa chi abbia dichiarato il falso al procuratore e chi abbia fatto pressione affinché il titolare della Procura inoltrasse l'istanza di revoca al Csm. «Le accuse - dice con stizza l'avvocato - sono false e diffamatorie. Potevo far ricorso al Tar, non l'ho fatto perché non m'interessa la reintegra all'incarico. Voglio solo che venga fatta chiarezza e che si dica la verità. Sono stata sporcata, sono passata per l'ultima battona che va vendendo i "giochetti" dentro i tribunali. I miei clienti mi hanno detto se ero impazzita e i miei figli sono stati offesi dai compagni di scuola». Alta, bionda e affascinante, la donna ha un sussulto solo quando le si chiede se c'era anche lei all'inaugurazione del sexy-shop di Montesilvano (Pescara) quando, il 30 settembre scorso, intervenne una pattuglia della polizia per coprire i prosperosi seni della pornostar Francesca Rey all'in¬ gresso del «Moana» per ricevere degnamente i futuri clienti. «Io sono arrivata solo dopo - dice quando mi ha telefonato mio marito per dirmi che volevano arrestare lui e la pornostar per atti osceni in luogo pubblico. Mi sono presentata come legale di mio marito, ho solo detto agli agenti che non c'erano gli estremi per l'arresto e di verbalizzare quanto credevano. E il giorno dopo sono stata schiacciata da una campagna scandalistica grazie ad alcuni articoli di stampa, falsi e pretestuosi, nei quali si diceva che il viceprocuratore onorario di Pescara aveva evitato l'arresto del marito titolare di un sexy-shop». «E' stata una vergogna», incalza l'avvocato: «Pensi che i genitori degli alunni di un istituto religioso frequentato da uno dei miei figli avevano chiesto alla preside di allontanarlo perché, con una madre così, non era degno di sedere accanto a ragazzi perbene». [r. e.]

Persone citate: Amedeo Buccella, Anna Maria Capuozzo, Francesca Rey

Luoghi citati: Montesilvano, Pescara