Un po' di miliardi per il fisco; Pannella ed Helmut Kohl

Un po' di miliardi per il fisco; Pannella ed Helmut Kohl LETTERE AL GIORNALE Un po' di miliardi per il fisco; Pannella ed Helmut Kohl Patti in deroga anche per negozi Parlamento e governo continuano a percorrere la solita strada della tassazione facile: bollo patente, benzina, nettezza urbana, immobili e simili. Un suggerimento, per scoprire un po' di evasione fiscale: adottare estensivamente i patti in deroga nelle locazioni commerciali. In questo modo i contratti dei negozi dovrebbero essere tutti registrati e tutti per gli importi reali. In questo modo si introiterebbero pulite pulite non poche centinaia di miliardi di lire di imposte, che altrimenti vengono oggi evase. Vittorio Nencini, Basilea Hashish in diretta L'atto inconsulto compiuto da Pannella, in diretta televisiva, mentre consegna il pacchetto di hashish alla costernata Alda D'Eusanio, è stato già ampiamente esecrato dall'opinione pubblica, dai canali di informazione giornalistica e televisiva, nonché dalla maggioranza dei politici stessi. Ciò che angoscia, invece, è la risonanza che tale atto - fatto da un esponente politico di rilievo - ha avuto nei Paesi della Comunità Europea che, nei loro editoriali, hanno, ancora una volta di più, evidenziato il totale sconcerto nel non capire cosa sta succedendo nel nostro Paese. Relegati nel vagone di coda del treno europeo che nel 1999 arriverà al terminal dell'unione monetaria ed altro ancora, non riusciamo più a dare, purtroppo, altra credibilità, ai nostri partner europei, sul piano sociale, politico e di ordine strutturale interno ove, sembra, invece, tutto permesso sino alla trasgressione totale. Cito queste righe: «Oggi, sulla soglia del XXI secolo, abbiamo bisogno di nuovo dello spi- rito e dell'atmosfera di partenza che infiammò la generazione dei padri fondatori della nostra Repubblica, i quali, con il loro atteggiamento esemplare, presero, con risolutezza e coraggio, le redini del proprio destino». Le parole sono nobili: peccato che siano state scritte giorni fa sul quotidiano Handelsblatt (e riprese da La Stampa) da Helmut Kohl, riferendosi, ovviamente, al suo Paese. Ettore Vivani, Alessandria Gli Ordinari «vu' imbroglia» Un professore dell'Università di Torino (lettera del 30 dicembre '95) ci attribuisce erroneamente il desiderio di ottenere ope legis la promozione alla qualifica di Ordinario. Invece noi chiediamo che vengano soppresse le qualifiche di Ordinario e di Associato, cioè che venga ripristinata la qualifica unica di «professore universitario di ruolo», come è in tutti i Paesi evoluti e come era anche in Italia fino al 1980. La legge 382 del 1980 aveva introdotto la doppia qualifica per soddisfare la volontà di chiusura corporativa degli allora professori di ruolo: loro sì, promossi in prima fascia ope legis. Ne sono derivate intollerabili anomalie legislative. Basti pensare che gli Ordinari, pur svolgendo le stesse mansioni obbligatorie degli Associati, hanno uno stipendio superiore del 30 per cento. Proprio l'ingiusta discriminazione fra le due qualifiche è all'origine degli imbrogli nei concorsi da Ordinario. Tanto che vengono definiti i vu' imbroglia quegli Ordinari che sono ostili alla nostra richiesta di ripristino della qualifica unica. Oggi gli Ordinari sono 14 mila e gli Associati 18 mila. Tutti in ruolo per avere vinto un pubblico concorso, anche gli Associati. Con la differenza che, in conformità agli art. 41 e 42 della legge 382/80, il concorso da Associato è ben più impegnativo di quello da Ordinario. Per quest'ultimo, inoltre, non è prevista neppure una verifica di idoneità didattica. Il collega di Torino ci domanda perché non vogliamo diventare Ordinari, dato che il relativo concorso è più facile di quel¬ lo da noi già vinto. Cattedropoli ha evidenziato gravi intrallazzi, ma ancora più grave ed odiosa è la mortificazione della dignità personale e professionale imposta agli Associati aspiranti Ordinari. Oltre a ciò, ricordiamo che durante i quindici anni della legge 382/80 si sono svolti con¬ corsi per circa 3 mila posti di Ordinario ogni 5 anni. E' un ritmo che non può cambiare. Ebbene, dividendo 18 (mila) per 3 (mila) e poi moltiplicando per 5 (anni), si conclude che gli attuali Associati potranno passare Ordinari fra 30 anni, a condizione che nel frattempo l'età di pensionamento sia spostata a 95 anni e che nessun giovane sia assunto all'Università! Succede perciò che oggi la progressione è preclusa a priori per migliaia di Associati, non a causa di demerito didattico e scientifico, bensì per disposizione di legge. Coordinamento Professori Associati Facoltà di Ingegneria Università di Genova Scena da Far-West sulla Torino -Milano Sono uno dei tanti pendolari che quotidianamente viaggiano sulla linea Torino-Milano. Fino al maggio '95, al mattino in partenza da Vercelli per Milano Centrale, era in funzione un treno di la e 2a classe che forniva un eccellente e puntuale servizio, sia per chi partiva da Vercelli che dalle stazioni successive. Con il cambio dell'orario estivo il treno in questione è stato destinato a Milano Porta Garibaldi ed è stata tolta la la classe. Ci siamo attivati inviando alle stazioni di Milano, Novara e Vercelli una petizione firmata da un cospicuo numero di persone per il ripristino di tale servizio. Nel frattempo il servizio è peggiorato, in particolare: la 2a classe è diventata impraticabile specialmente sui treni serali che da Milano vanno a Torino per l'inciviltà di alcuni passeggeri che sporcano in modo vergognoso i vagoni; talvolta i controllori non passano in la classe permettendo a viaggiatori con biglietto di 2a classe di sedersi lasciando in piedi quelli paganti per tale servizio. Sovente, poi, c'è un solo vagone di la classe con un affollamento insostenibile. In particolare vi racconto un fatto emblematico accaduto una sera sul treno n. 2026: sull'unico sovraffollato vagone di la classe il capotreno matricola n 870543 tenne a propria disposizione 4 posti in quanto gli spettavano da regolamento: due viaggiatori, evidentemente non tutelati né da regolamenti né da cultura di orientamento al cliente, si sedettero occupandone due: alla Stazione di Rho il capotreno chiamò la Polizia Ferroviaria e minacciò di interrompere il servizio trasferendosi poi seccato sul locomotore o in altro vagone. L'evidenziazione dei disservizi potrebbe continuare ancora a lungo. La necessità di tagliare costi sarà sicuramente prioritaria purché non si arrivi allo sfascio totale risparmiando probabilmente dove è più facile e indolore, creando talvolta situazioni di notevole stress nel personale. Buttare denaro in pubblicità, oltretutto andando a penalizzare prodotti tipici della economia italiana, è folle quando probabilmente basterebbe scrivere a lettere cubitali sul biglietto l'obbligo di obliterarlo prima del viaggio. E sia abolito Amico Treno, periodico d'informazione per il viaggiatore: anche nelle piccole cose si possono ridurre i costi. Franco Foglizzo, Milano I piloti francesi sono rispettosi II sindacato nazionale dei piloti di linea, in merito all'articolo «Pilota francese lancia accuse ai controllori di volo di Verona», precisa che il pilota Stéphane Brun non ha rilasciato alcuna intervista a questo giornale. Anche perché «mai un pilota aprirebbe lo sportello dell'aereo per andare a verificare lo stato delle ali nel momento in cui si appresta a decollare. Come potrebbe infatti scendere dal suo aereo? I piloti francesi sono troppo rispettosi delle procedure d'inchiesta per lanciare accuse generiche, senza alcuna prova». Geoffroy Bouvet porte-parole du Snpl