Trappola serba alla Nato

7 Il sindaco di Ilidza: li processeremo. E Izetbegovic attacca il «Natale dissoluto» della capitale Trappola serba alla Nato Niente libertà per i 16 arrestati ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Malgrado l'annunciata liberazione, i 16 civili bosniaci, ostaggi dei serbi, sono tuttora nelle mani dei miliziani di Karadzic. Le autorità di Sarajevo, che hanno smentito la notizia del rilascio, affermano che i serbi considerano i sequestrati ostaggi e prigionieri di guerra a tutti gli effetti. «Si tratta di una violazione flagrante dell'accordo di Dayton e l'Ifor è qui per rispondere risolutamente alle violazioni dell'accordo», afferma il ministro degli Esteri bosniaco Sacirbey. Ma i comandanti della Nato continuano a ripetere che «la questione dei trattenuti è compito della polizia e non delle Forze Nato». «Il problema è che non sono ancora state costituite le forze di polizia internazionali», ha dichiarato il segretario alla Difesa americano William Perry. Perry ha incontrato a Sarajevo il presidente bosniaco Izetbegovic e il premier Silajdzic. «Il lavoro dei nostri soldati in queste due settimane è un grandissimo successo di cui sono molto fiero». Accompagnato dal comandante della Nato, gen. Joulwan, e dal capo dello stato maggiore congiunto gen. Shalikashvili, Perry ha attraversato il ponte sulla Sava, costruito dai soldati americani, e si è recato nel quartier generale Usa a Tuzla. Intanto il gen. Walker, comandante delle forze a terra dell'Ifor, è intervenuto ieri mattina presso i serbi di Ilidza, nel sobborgo di Sarajevo dove sono stati arrestati i 16 civili. Walker ha incontrato il sindaco di Ilidza, Nedjeljko Prstojevic. «Il sindaco capisce perfettamente che tra le condizioni dell'accordo di Dayton c'è la totale libertà di movimento in tutto il Paese, mentre qui si tratta del caso opposto», ha detto il gen. Walker, senza tuttavia spiegare quale sarà la sorte degli ostaggi. «Si sta cercando di sfruttare questa situazione a fini di propaganda», ha detto il sindaco che ha annunciato la liberazione di tutti gli ostaggi eccetto tre, che verranno processati per essere illegalmente entrati nei «territori serbi», e per contrabbando. Ma in serata nessuno dei prigionieri era riapparso a Sarajevo. Sempre a Ilidza due soldati britannici sono stati feriti ieri nello scoppio di una bomba non esplosa. I due, trasportati all'ospedale militare francese, sono stati di¬ chiarati fuori pericolo. E' stata pubblicata intanto la lettera che il presidente bosniaco Izetbegovic, musulmano praticante, ha mandato alla tv locale. «Ho provato molto fastidio nel vedere le immagini delle feste che sono state trasmesse dalla nostra città nel resto del mondo. Immagini che sono estranee al 99,9% della nostra cittadinanza», ha scritto Izetbegovic criticando l'uso smo¬ dato di alcol, le tavole imbandite e in particolare chi «ha osato ubriacarsi impudicamente come se nulla fosse accaduto, mentre sono ancora profonde le ferite della guerra». «Siamo una nazione europea, ma non vuol dire che dobbiamo prendere tutti i vizi europei come alcol, droga, pornografia o altre pratiche licenziose e dissolute». Ingrid Badurina Il segretario americano alla Difesa William Perry passa in rassegna un contingente delle truppe Ifor durante la sua visita di ieri a Sarajevo Sopra, militari italiani distribuiscono dolci ai bambini della capitale bosniaca

Luoghi citati: Dayton, Sarajevo, Zagabria