Clamoroso: la Virtus è in vendita

OCCASIONE UNICA A TORINO^ BASKET Caos nella società bolognese, la più ricca d'Italia, vincitrice degli ultimi tre scudetti Clamoroso: la Virtus è in vendita 77patron Cazzola lancia accuse e vuole andarsene BOLOGNA. La notizia è clamorosa: Alfredo Cazzola, vulcanico patron della Pallacanestro Virtus Bologna, mette in vendita la gloriosa società bianconera. Un fulmine a ciel sereno, anche perché la Virtus, oggi targala Buckler, da anni è ai vertici del basket nazionale, tuttora guida da sola la Al ed è anche una delle pochissime società cestistiche italiane in attivo, grazie agli sponsor e soprattutto ai suoi fedelissimi tifosi (le entrate superano gli undici miliardi a stagione). Ma perché un imprenditore come Cazzola, che è anche l'organizzatore del Motor Show di Bologna e del Salone dell'Auto di Torino, vuole improvvisamente farsi da parte? E' stato lo stesso presidente della Virtus a spiegarlo, citando tre «grandi fatti». Il primo sarebbero le tante regole esistenti nel mondo del basket «che sono aggirate o beffate» in spregio ai principi dello sport: «Per vincere - ha detto Cazzola - tutti i mezzi sono leciti. Ho visto utilizzare metodi e persone al limite della legge». Poi il presidente bianconero ha sottolineato la mancanza di rispetto e lo scarso senso di gratitudine verso una squadra che ha vinto tanto: «Mi arrivano continuamente critiche - ha aggiunto -. Basta ricordare che cosa è stato detto sui nostri stranieri di questi ultimi anni, da Wennington a Binion, e adesso Woolridge. C'è anche chi mi scrive o mi ferma per strada per dirmi di licenziare Bucci, il tecnico che con la Virtus ha vinto gli ultimi due scudetti e al quale ho già prolungato il contratto per altri due anni». Infine Cazzola ha ricordato lo scontro con l'allora assessore comunale allo Sport Rosanna Facchini sull'utilizzo dell'impianto bolognese di piazza Azzarita per le finali scudetto '95. Quella lite avvenne davanti ai seimila spettatori del palasport «e il giorno dopo sui giornali mi definirono maleducato e padroncino da quattro soldi». «C'è una grande differenza tra chi fa il dirigente retribuito e chi invece è presidente ma anche proprietario di una società - ha continuato Cazzola -. Visto che ho pagato e pago per esserci, posso dire ciò che non mi piace». Poi ha ricordato di non aver neppure potuto gioire per le ultime tre finali scudetto vinte. «Il primo anno le abbiamo giocate con un allenatore dimissionario che stava per passare alla Nazionale (Ettore Messima, ndr), in quello successivo il nostro giocatore Coldebella è stato squalificato e additato come un criminale per aver preso un pugno in faccia (allude allo scontro con McCloud della Scavolini Pesaro, ndr), infine l'anno scorso c'è stata la brutta questione con il Comune per il palasport, che tra l'altro mi ha scatenato addosso anche il pds». Cazzola ha dichiarato che il sindaco Walter Vitali gli avrebbe dato ragione (ma Vitali non conferma): a lui nel giugno scorso avrebbe annunciato il proposito di vendere la Virtus ad inizio '96: «Era l'unico a saperlo, la squadra l'ho informata solo adesso. Lascio una situazione migliore di quella che ho trovato, una società leader in Italia che non ha certo bisogno di ricapitalizzazione o di investimenti. Guida il campionato, è semifinalista di Coppa Italia, ha vinto la Supercoppa, è stata finalista nell'Open di ottobre a Londra e ha ancora chances nell'Euroclub». Cazzola, che alla prossima riunione della Lega Pallacanestro si dimetterà anche dall'organismo di rappresentanza delle società, potrebbe abbandonare pure il mondo dell'editoria (è proprietario di alcuni periodici specializzati). Non ha però fatto cenno al prezzo di vendita della Virtus, ma si è detto sicuro che ci sarà un imprecatore o una cordata, possibilmente bolognesi, a rilevare la società (sua al 99,99%). Alcuni mesi fa valutò il club bianconero 25-30 miliardi. Sicuramente la Virtus Pallacanestro deve molto a Cazzola, che alla fine del 1990 sostituì l'allora presidente Paolo Francia, ora direttore di Radiorai. Per rilevare e ricapitalizzare la società spese circa 16 miliardi e altri ne investì per acquistare giocatori italiani e stranieri di grido, come Danilovic, Komazec e Woolridge. Immediate le reazioni alla notizia. Achille Canna, da quasi 40 anni ds della Virtus, è sconsolato: «E' una brutta botta, un grande caos per tutto il basket». Allarmati anche il presidente federale Gianni Petrucci e quello della Lega Roberto Allievi, che hanno subito contattato l'imprenditore bolognese per fargli cambiare idea. [r. s.] Cazzola (destra) con Messina, futuro et della Nazionale, dopo aver vinto 10 scudetto '93, 11 suo primo tricolore da presidente della Virtus. Ma ora vuole vendere la società. Petrucci e Allievi stanno cercando di fargli cambiare idea

Luoghi citati: Bologna, Italia, Londra, Messina, Torino