Aumento a sorpresa per la benzina di Gabriele Beccaria

Le compagnie petrolifere si difendono: nessun trucco, il ritocco dovuto all'impennata del prezzo del greggio Le compagnie petrolifere si difendono: nessun trucco, il ritocco dovuto all'impennata del prezzo del greggio Aumento a sorpresa per la benzina La verde sale di 30 lire invece delle 22 previste ROMA. E' stata una sorpresa d'inizio anno amara per gli automobilisti d'Italia. E' vero, sapevano che avrebbero dovuto sborsare più soldi per la benzina verde, ma non immaginavano che il conto fosse così salato. Era previsto che la «manovrina» avrebbe pesato per 22,4 lire in più al litro e invece l'aumento è schizzato fino a 30 lire. Un ennesimo salasso al portafoglio che, aggiungendosi a quelli scattati in successione negli ultimi 12 mesi, ha significato un rincaro medio annuale di 50 lire per la verde e di 20 per la super. In silenzio, mentre il governo annunciava tra i mugugni il nuovo prelievo per finanziare la missione dei bersaglieri in Bosnia, le compagnie petrolifere hanno rivisto al rialzo i listini con un arrotondamento inatteso. E per moltissimi il pieno ha avuto il sapore della beffa. All'Eni si giustificano spiegando che il blitz di Capodanno è stato sgradevole quanto inevitabile. L'improvvisa impennata del greggio non ha lasciato altri spazi di manovra se non il rincaro. E, infatti, ieri il Brent superava i 19 dollari a barile contro i 17,9 dollari registrati prima di Natale e i 17 di media di novembre e contemporaneamente anche il petrolio «made in Opec» ha preso il volo: ha toccato quota 18,25 dollari, con un aumento di 36 centesimi rispetto alla settimana precedente. Al di là delle cifre e dei centesimi, gli esperti si affannano a ricordare che la «colpa» è duplice, tanto meteorologica quanto dinastica. Mentre una poderosa ondata di freddo ha colpito l'Europa, l'Arabia Saudita è scossa dal terremoto del ritiro del settantatreenne Re Fahd, che lascia la scena al fratellastro Abdallah, un duro tutt'altro che ben disposto con gli occidentali e dicono a Washington - con la loro fame di energia a buon prezzo. Sommando «l'aumento del prodotto alle tasse di Stato», le compagnie petrolifere ne hanno approfittato e hanno ritoccato le tariffe, facendo una piccola violenza alla matematica: per effetto di una disposizione ormai vecchiotta ma sempre vigente, infatti, il prezzo dei carburanti dev'essere arrotondato allo zero oppure alle cinque lire. Così, l'aumento vero della benzina verde - quello che ha colpito gli automobilisti e li ha fatti arrabbiare - è oscillato tra le 25 e le 30 lire, molto più di quanto fosse stato annunciato dai titoli di giornali e televisioni a fine '95. E contemporaneamente, anche la super è stata trascinata dalla galoppata dell'oro nero, salendo di 5 lire. In dettaglio, la Q8, l'Api e la Shell hanno fatto lievitare la verde a +25, mentre - secondo i dati che sono stati raccolti dalla Staffetta petrolifera l'Agip, l'Ip, l'Erg e la Fina hanno aumentato con mano pe¬ sante, a +30. Al top della classifica dei rincari si piazza la Tamoil che, dopo le 10 lire di aumento già fatte registrare il 30 dicembre, ieri ha nuovamente ritoccato all'insù i prezzi di altre 25. Unica eccezione è quella rappresentata dalla Esso, che si è limitata a un + 20 e ha deciso di lasciare invariata la super. Dopo questa prima stangata petrolifera del 1996, da ieri la benzina ecologica varia da 1750 a 1760 lire il litro e quella super oscilla da 1850 a 1855. Alcuni gestori hanno scelto di giocare d'anticipo e con tempestività interessata si sono adeguati all'aumento fin dall'altro ieri, senza aspettare la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale, prevista per oggi. Per i pochi che ancora si illudevano che la liberalizzazione dei carburanti scattata nel maggio di due anni fa potesse funzionare da calmiere e portasse un po' di respiro ai tartassati automobilisti, il risveglio di inizio anno è stato davvero brusco. A poco serve la consolazione offerta dalle compagnie, che puntano il dito contro la zavorra del prelievo fiscale. Con i due terzi degli incassi che vanno in tasca a uno Stato sempre più vorace - dicono - e improbabile che il prezzo della benzina interrompa la sua inarrestabile galoppata. Gabriele Beccaria

Persone citate: Abdallah, Re Fahd

Luoghi citati: Arabia Saudita, Bosnia, Europa, Italia, Roma, Washington