«Grazie, piccolo bimbo» di Luciano Borghesan

«Grazie, piccolo bimbo» «Grazie, piccolo bimbo» Scalfaro al figlio del carabiniere MESSAGGIO DAL QUIRINALE GRAZIE a te, piccolo bimbo di quattro anni, il cui papà è partito ed è tornato che non ti parla più. Grazie a te che porti questa sofferenza e rappresenti tanti tanti altri bimbi. Alla tua mamma che è la sua sposa, ai nonni». Quando il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, entrava nelle case di 15 milioni di italiani, il piccolo Adriano Fenoglietti era davanti alla tv con i nonni materni e la mamma Elisabetta, a Quarona. «Siamo commossi, ma non abbiamo parole - dice il nonno Gian Michele Bosonotto - Ho il cuore gonfio di tristezza dal giorno della disgrazia. Scriverò a Scalfaro per ringraziarlo, anche a nome di Adriano». Il Presidente della Repubblica ha dedicato uno dei primi passaggi del suo discorso al maggiore Ermanno Fenoglietti, morto nell'incidente stradale di Mostar, in Bosnia. «Scusate se busso alla vostra porta, familiari dei militari. Grazie a chi ha pagato e a chi paga per la pace». Nonna Bianca Fenoglietti, la mamma dell'ufficiale, è sola nella sua casa di Torino. Ha sentito le parole di Scalfaro, ha pianto, ha continuato a piangere: «Povero il mio bambinetto. Adriano mi ha telefonato e mi ha detto: "Papà è morto, nonna". Non sa ancora che cosa vuol dire. Le parole del Presidente sono una dimostrazione di affetto, e tante ne ho avute in questi giorni da ogni parte d'Italia. Grazie. Purtroppo, non c'è nulla che possa servire per Ermanno». Un dolore che cresce: la dura realtà del giorno dopo giorno. E' cominciato così il '96 per le famiglie dell'ufficiale morto in Bosnia. Nonna Bianca non riesce ad accettare la verità che gli hanno raccontato tutti: «Il mio Ermanno era un paracadutista, si buttava da centinaia di metri, è possibile che sia morto in una caduta di tre metri? Tante attenzioni per un ufficiale vittima di un incidente..., vero che era in gamba, ma forse c'è qualcos'altro. E' morto in Bosnia. Il nostro contingente stava raggiungendo un punto delicato...». Timori, dubbi, domande che assillano i pensieri di una madre che ha sempre trepidato per il lavoro del figlio. Ricorda gli otto anni di Ermanno a Catania, a combattere la mafia. Sempre in prima fila, e mai con un momento di tranquillità. Le minacce, le apprensioni non appena suonava il telefono, la scorta, le precauzioni... I bei ricordi degli anni precedenti, oggi, stridono ancora di più. La famiglia Fenoglietti ha vissuto dodici anni in Argentina. «Mio marito è stato direttore della Fiat a Cordoba, lì sono cresciuti i miei due figli». Erano rientrati a Torino nel '72. 1 ragazzi proseguirono gli studi. Poi Ermanno entrò nei Carabinieri. Il fratello tornò in Argentina, dove vive con la famiglia. Luciano Borghesan Il papà di Adriano morto mercoledì durante la missione nella Bosnia Adriano Fenoglietti saluta la bara del papà. Sopra Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Argentina, Catania, Italia, Quarona, Torino