Operazione giacca a vento di Elena Del Santo

17 I modelli rivisitati dagli stilisti si usano anche in città Operazione giacca a vento Plastica riciclata per caldi interni | OFFICE come una nuvola, caldo come una coperta; ma soprattutto di gran moda. La giacca a vento dal fascino techno-chic entra di prepotenza anche nel guardaroba da città. Per lui e per lei, senza alcuna distinzione. Nulla a che vedere però con l'effetto «gonfiato» che fa rassomigliare all'omino della Michelin. Nelle sfilate del prèt-à-porter di stagione gli stilisti hanno proposto questo capo come un passe-partout abbinandolo sia allo stile casual, sia agli abitini svolazzanti. «L'ascesa del giaccone-piumino è coincisa con un periodo di stasi del cappotto» dicono da Les Copains. Forse per questa ragione il modello maxi come quello mutuato da Alberto Aspesi, lungo fino al polpaccio, è il più richiesto, ma piacciono anche le versioni «avvitate» o tipo bomber, rivalutate da Industria. Un'ascesa al top che dura da qualche anno, quando il celebre Monclair fu promosso dallo stuolo dei paninari come segno di distinzione. Per Iceberg il piumolto è «sinonimo di un gusto controcorrente». Versace l'ha voluto nero e grintoso. Ma si porta anche fucsia, giallo, arancione o bianco come impone l'ultimo trend firmato Donna Karan. Così, questo capo, si è guadagnato il titolo di leader nella vita di tutti giorni, da mattina a sera. Pronto, all'occorrenza, a passare sui campi da sci. Basta citare la recentissima collezione Giorgio Armani, «Neve», nata dall'accordo tra lo stilista e la Belfe. Una linea che non si lascia influenzare dai colori fluo, ma si affida alle «sue» tonalità neutre e raffinate, grigio, beige, blu, nero e verde siderale. Misteri della moda: mentre a Saint-Moritz i giovani fanno la fila per accaparrarsi il modello Jet Set in cotone spalmato, lucido come una vernice che cambia colore ad ogni movimento del corpo. In città Brooksfield sta spopolando con il parka metropolitano Alaskan imbottito al punto giusto, da indossare comodamente sopra la giacca per andare in ufficio. Intanto tra le modaiole furoreggia la versione gran sera del parka in velluto fuori e taffetà dentro. A proposito di tessuto, i best sellers novità sono attinti dalla scena sportiva. Ecco il Rip stop nylon a prova di strappi (la trama particolare impedisce il prolungamento dello strappo) cosi caro all'americano Ralph Lauren - il cui marchio Polo Sport a New York ha fatturato nei primi otto mesi del 95 quasi 16 milioni di dollari - e Garr&Co che propone, in cjuesto materiale, una calda variante longuette in alternativa ai bomberini e alle giacche texane con maniche staccabili. Accanto ai vari polartex e goretex si fa strada il leggerissimo Oxford di nylon antisdrucciolo, antipiega e impermeabile, mentre c'è chi è pronto a giurare che la storica piuma d'oca sarà presto surclassata dal barrytherm, ancora più tecnico e più leggero della sua antenata. In tema di imbottitura la rivoluzione si chiama Ecofil e viene prodotta in Italia dalla Politex con materiale «estratto» dalle bottiglie di acqua minerale. Lo impiegano aziende come Nordica del Gruppo Benetton, Conte of Florence e Sport System e nell'aprile del '96 verrà presentato all'Arango Design Foundation di Miami nella mostra «Refuse» per testimoniare come attraverso la creatività si può salvare l'ambiente. Dolomite per l'interno dei suoi capi usa il pelo di cammello, mentre Think Pink adotta microfibre smerigliate. Elena Del Santo

Persone citate: Alberto Aspesi, Arango, Donna Karan, Giorgio Armani, Ralph Lauren, Versace

Luoghi citati: Italia, Miami, New York, Oxford