Tre vite, primo dono del'96
Cronache Trapianto la notte di San Silvestro per un anziano e altri 2 pazienti Tre vile, primo dono del '96 Salvate dagli organi di una ragazza NAPOLI. Certo speravano che il nuovo anno portasse loro la salute perduta, una vita diversa, lontana da ospedali, medicine, dall'incombente rischio della fine, Ma forse non immaginavano che l'attesa si sarebbe conclusa proprio nella notte tra il 31 dicembre e il 10 gennaio, una notte che ha portato loro il più prezioso dei doni: la salute ritrovata. Tre persone, un pensionato a Napoli e altri due pazienti a Roma, si sono svegliate nel 1996 dopo aver subito un trapianto che apre loro le porte di un'esistenza normale. E come sempre accade, un grande dolore e un gesto di generosità hanno reso possibile il miracolo di San Silvestro: la morte di una ragazza di 16 anni, a Pesca¬ ra, e la decisione dei familiari di donare i suoi organi. L'espianto di cuore, fegato e reni da parte delle équipe mediche, giunte nell'ospedale abruzzese in tempi record grazie alla scorta di polizia e carabinieri, ha consentito tre interventi. Chirurghi e infermieri, quelli non direttamente impegnati nelle operazioni, a mezzanotte hanno brindato in ospedale, e non solo per il Capodanno. E' una favola bella per quanti sono stati salvati, e un lutto terribile per la famiglia della giovane donna che ha restituito a tre persone la vita. Da poche ore il cuore di Emanuela Cilli, stroncata da un'emorragia cerebrale, batte nel petto di un pensionato napoleta¬ no, Matteo Papa, di 60 anni, mentre i reni sono andati a una donna di 25 anni e il fegato a un romano. Il via agli interventi è stato dato poco dopo le 4 del pomeriggio del 31 dicembre, quando la ragazza è morta nell'ospedale civile di Pescara e i genitori hanno deciso che i suoi organi fossero donati. L'informazione è giunta al Centro trapianti per il Sud Italia che ha individuato la possibile destinazione. Da Napoli e da Roma sono partite le équipe incaricate di espiantare gli organi, mentre gli ammalati venivano preparati all'operazione. Grazie alla scorta i tempi sono stati ridotti al minimo e alle 23,30 dell'ultimo dell'anno, nell'ospedale napoletano Monaldi è comin- ciato il trapianto di cuore. Nel frattempo a Pescara venivano completati gli espianti degli altri organi utilizzati per gli interventi eseguiti a Roma: i reni sono stati trapiantati al Gemelli a una giovane abruzzese - da tempo sottoposta a dialisi - dall'equipe del prof. Castagneto; il fegato è stato impiantato a un paziente dal prof. Carlo Umberto Casciani nell'ospedale Sant'Eugenio. A Napoli l'intervento eseguito dal prof. Carlo De Vivo è proseguito per tutta la notte. Quando è scoccata la mezzanotte, nell'antisala della camera operatoria del Monaldi, infermieri e medici di turno hanno brindato al 1996 e a Matteo Papa, il pensionato che si era addormentato nel '95 sotto l'effetto degli anestetici e si è risvegliato alle 4 del primo gennaio con un cuore nuovo. E quel muscolo che non poteva più dare la vita a Emanuela Cilli è tornato a battere nel petto di un uomo altrimenti condannato a morte. Per lui, affetto da una cardiopatia dilatativa che gli lasciava soltanto pochi mesi di sopravvivenza, e già operato nell'86, il trapianto era l'ultima speranza. «Quando questa notte, ed eravamo già nel '96 - racconta De Vivo ha aperto gli occhi, gli ho stretto la mano. Tra qualche giorno potrà assaggiare lo spumante». Mariella Cirillo
Persone citate: Carlo De Vivo, Carlo Umberto Casciani, Castagneto, De Vivo, Emanuela Cilli, Mariella Cirillo, Matteo Papa, Monaldi
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