LA LOTTA E IL LABIRINTO

LA LOTTA E IL LABIRINTO LA LOTTA E IL LABIRINTO IMILANO NFINE è sgocciolato il sangue dentro questa scatola di vetri blindati e paranoia - periferia ghiacciata accerchiata dalle tangenziali, luci blu dell'assedio, neon spenti e insegna lampeggiante: «Banca Popolare di Milano» - dove Domenico Gargano, per 28 ore, è stato re di vita e di morte. Re di un sequestro senza vie d'uscita - tre ostaggi liberati, un pacco di soldi inservibili - se non questa improvvisa: un cane addestrato dai corpi speciali dei Nocs lanciato a disarmarlo. La lotta, dodici secondi di detonazioni. Via la pistola, bloccato. E un minuto dopo, alle 19,16, le ambulanze che si portano via i due agenti feriti (ma leggermente) e una volante dove Gargano, scheggiato dalla lotta, tenuto da tre guerrieri dei Nocs, riconsegna le chiavi di questa multipla storia il sequestro di Capodanno, il sogno di un riscatto miliardario da sparpagliare nel cielo di Milano - per scomparire, ammanettato, dentro i senzastoria di periferia. Pino Corrias CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Domenico Gargano, Gargano, Pino Corrias

Luoghi citati: Milano