Un inedito giovanile di Pirandello

«Delirio notturno» «Delirio notturno» Un inedito giovanile di Pirandello ROMA NA delle primissime opere di Luigi Pirandello fu un Delirio notturno dedicato alle considerazioni esistenziali di un uomo maturo la cui unica occupazione era quella di bere vino. Tracce di questo scritto giovanile, finora ignoto, sono state trovate da Alfredo Barbina, direttore dell'Istituto di studi pirandelliani di Roma, che ne dà notizia nel nuovo numero del periodico accademico Ariel. Alcune informazioni sul racconto incompiuto sono emerse durante le ricerche nell'archivio di Giuseppe Schirò, intimo amico del drammaturgo, che custodisce tra l'altro una significativa lettera del diciannovenne Pirandello scritta a Porto Empedocle nell'agosto 1886. A Schirò, con tutta probabilità, lo scrittore inviò anche un canovaccio del suo Delirio notturno, per motivi imprecisati mai portato a termine. La vicenda, ambientata in una cantina di Palermo, vedeva come protagonista «un ubriaco fradicio che crede, a ogni novo bicchiere, sollevarsi due cubiti dal suolo, e beve nell'intento di diventare gigante e poscia dio». L'uomo beve finché gli pare di levarsi in volo, spiegava Pirandello: «La terra gli appare piccola, piccola, un pugno di fango che con un soffio può rotolare giù». Al vecchio dio, il povero ubriaco opponeva un mondo migliore, descritto in una puntigliosa e ironica dissertazione filosofica. Posatosi su una nuvola (ma in verità è l'oste che lo adagia su una materassa di lana) comincia la «riformazione del mondo». Sul racconto che stava elaborando, lo scrittore tornò in una successiva lettera a Schirò dell'ottobre 1886: «Il mio ubriaco, dopo la sbornia, ha preso sonno, e come si dice, la cova ora nel letto». Secondo Barbina, Pirandello avrebbe utilizzato alcuni elementi del Delirio notturno nel romanzo (rimasto in fase di progetto) Adamo ed Eva. [AdnKronos]

Persone citate: Alfredo Barbina, Giuseppe Schirò, Luigi Pirandello, Pirandello, Schirò

Luoghi citati: Porto Empedocle, Roma