Scrittori sublimi, l'eterno ritorno
Società e Cultura polemica. Guglielmi contro Fofi e Cordelli: da sempre in letteratura ci sono sentimenti alti Scrittori sublimi, reterno ritorno E il sacro non nasce dal dopo-Muro EI è cominciato a scoprire nelle nostre lettere l'intervento del sublime (Cordelli) per poi proseguire con la denuncia della presenza del sacro (Fofi). Davanti a tanta scoperta ciò che stupisce è da una parte: che detta scoperta sia presentata come una novità assoluta; dall'altra sia considerata una risposta all'attuale crisi dei valori (alla povertà ideale e ideologica che oggi ci affligge). Per quello che riguarda la novità assoluta ricordiamo che da sempre nelle nostre lettere sono presenti due linee (Contini docet): la linea dantesca che si caratterizza per l'accentuato plurilinguismo e la strenua devozione a un riferimento saldamente realistico; e una linea petrarchesca in cui all'opzione monolinguistica si accompagna l'espressione di un sentimento alto (appunto il sublime) in cui opera il riferimento al mondo della trascendenza o, più propriamente, della pura esperienza mentale. Intorno a queste due linee si sono aggregati da sempre gli scrittori italiani, ieri come oggi, consentendo di costruire un mappamondo sufficientemente ordinato (che vale quel che vale) dello sviluppo (del procedere) nel corso dei secoli della letteratura italiana. Certo le due linee non sempre hanno convissuto: più spesso si sono alternate venendo l'una dopo l'altra. Così al tempo di Dante e Petrarca; e così oggi. Dunque nessuna novità, e nulla da rimproverare al primo avvistatore del sublime (dico a Cordelli) se non la dimenticanza storica del meccanismo (per così dire binario) che presiede al cammino delle nostre lettere. Ma subito dopo ho una cosa da rimproverargli e cioè l'incertezza con cui distribuisce nelle due linee i suoi colleghi scrittori. Ritiene proprio che l'Affinati del viaggio a Auschwitz debba far parte del gruppone dei «sublimisti»? Non crede che predo- mini in lui, nel colore delle sue trame linguistiche e negli agganci a rampino con cui le parole si serrano l'una con l'altra, un retentissement di materialità offesa che si nega a ogni riscossa sublimante? E' evidente che anche Cordelli è vittima di un pregiudizio contenutistico grave di errori e di qualche misfatto. (Il colmo dei misfatti sarebbe considerare la poesia della Divina Commedia per il fatto di avere per oggetto il Cielo dei cattolici anziché il massimo del realismo in letteratura un esempio di scrittura ineffabile e alta). Dico anche in Cordelli perché Cordelli non ignora (lo ha scritto lui stesso) che il sublime non è altro che «una categoria estetica» ma poi, come un treno che sbaglia lo scambio, si indirizza per una direzione a perdere. Ma se in Cordelli il pregiudizio contenutistico è il risultato di un autoinganno in Fofi è una scelta cosciente. E allora ecco che il ritorno del sacro è per riparare alla caduta del muro di Berlino o alla crisi dei valori in cui affonda la seconda repubblica. Si, è vero; il muro di Berlino è caduto e in quella caduta sono precipitati anche i nostri conti ideologici: ma la letteratura, si sa, non si nutre di conti ideologici; si nutre essenzialmente di valori estetici che non sono legati, come pare creda Fofi?, al rigore e alla drammaticità con cui lo scrittore sa opporsi alla miseria morale e ideale che lo preme d'attorno (e di cui è complice) ma (prima ancora) alla capacità di trovare le parole, non ideologiche ma poetiche, per esprimere quella miseria. Che significa: poetiche? Sono le parole che ancora non conosciamo e che ci consentono, quando ci vengono regalate, di scoprire perché siamo vivi. ' Angelo Guglielmi Realismo e trascendenza, due categorie creative che si rincorrono dai tempi di Dante e Petrarca A sinistra, Dante che apre nella letteratura italiana la corrente realista e plurilinguista; sotto, Goffredo Fofi A sinistra, l'angelo dipinto da Leonardo nel quadro «Il battesimo di Cristo» del Verrocchio Qui accanto, Francesco Petrarca, fu lui a inaugurare il sentimento alto, il sublime, nella letteratura italiana
Luoghi citati: Berlino
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