Pugno di ferro nel carcere dell'Ira

Pugno di ferro nel carcere dell'Ira L'esecutore: l'ho ucciso perché dal carcere dirigeva i commando lealisti Pugno di ferro nel carcere dell'Ira Ispezioni a sorpresa dopo l'omicidio di Wright LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sembra una fotografia di altri tempi, quella che ritrae la salma di Billy Wright - il «Re Topo» dell'estremismo protestante, ucciso sabato nel carcere nordirlandese di Maze - a cui fanno la guardia nella camera ardente quattro marcantoni della sua armata paramilitare, tutti in maglione verde mimetico, con guanti e cappuccio neri, tre di loro con la pistola in pugno. Sembra d'altri tempi come la tensione di un Ulster dove domenica notte non ci sono stati scontri o meidenti, ma in cui tutti sembrano convinti che la catena dell'odio non si fermerà con la rappresaglia in cui, per quella vittima protestante, un cattolico è stato ucciso e altri tre feriti. Ed è su questo sfondo che Londra cerca di dire, con un giro di vite, che gli errori delle ultime ore non si ripeteranno. Il giro di vite riguarda la disciplina nel carcere di Maze, dove per uccidere «Re Topo» tre carcerati dell'Inla - la frangia cattolica oltranzista, separata dall'Ira - hanno sfruttato fino in fondo il lassismo della disciplina carceraria. Con effetto immediato, ha annunciato ieri il sottosegretario nordirlandese alle carceri Adam Ingram, saranno riprese le perquisizioni a sorpresa delle celle, sospese nel luglio scorso di fronte all'ostilità dei carcerati, abituati a decidere loro se e quando il personale di sorveglianza può entrare nei loro piccoli domini. Questa volta Londra non accetterà condizionamenti, né «contratterà» le nuove misure con i capi del terrorismo. «Se faranno difficoltà - ha detto Ingram - andremo allo scontro, togliendo loro i privilegi, a cominciare dalle visite». Ma già, da dietro le quinte, i protestanti fanno sapere che non ci stanno: perché, dicono, punite noi allo stesso modo dei cattolici, sebbene siano stati loro gli assassini e uno dei nostri la vittima? Nel momento in cui anche il negoziato di pace è impantanato, e Londra è accusata di avere fatto «troppe concessioni» ai nazionalisti cattolici, la voce protestante suona a morto per la speranza di un Ulster non più insanguinato. Oggi, a Portadown, ci saranno i funerali di Billy Wright: una breve cerimonia privata nella sua abitazione, poi la processione al cimitero. Ma fra eccezionali misure di sicurezza, per scongiurare qualsiasi contatto fra estremisti protestanti e cattolici. I tre uomini accusati di averlo ucciso in carcere sono comparsi ieri al tribunale di Lisburn, dove erano arrivati scortati da quattro Land-Rover blindate della polizia, ammanettati ciascuno a un poliziotto. Sono Christopher McWilliams, John Kennaway e John Glennon, tutti fra i 32 e i 35 anni, accusati negli otto minuti di questa prima udienza non solo dell'omicidio ma anche del possesso di due pistole, una Derringer 22 e una PA63. Gli imputati hanno parlato soltanto per confermare il loro nome, ma in precedenza McWilliams - l'uomo additato dalla stampa di Belfast come esecutore materiale dell'omicidio - aveva dato durante gli interrogatori una spiegazione del suo gesto. «Billy Wright - aveva detto - è stato giustiziato per un solo motivo: perché dalla sua cella del carcere dirigeva e scatenava la sua campagna di terrore contro i nazionalisti». «Feroci e insensati omicidi», ha detto ieri il ministro per il Nordirlanda, Mo Mowlam, al termine del vertice di Belfast da cui sono scaturite le nuove misure: «Ma non ci lasceremo sviare nella nostra ricerca di pace». All'unisono, una volta tanto, anche Martin McGuinness, il leader del Sinn Féin che con Gerry Adams partecipa ai negoziati di Stormont: «Questo weekend - ha detto - abbiamo avuto un assaggio di che cosa sarà il futuro se sceglieremo la strada della conflittualità». [f.gal.] La bara di Billy Wright vegliata da una guardia d'onore formata da terroristi lealisti mascherati

Luoghi citati: Belfast, Londra, Ulster