Hong Kong macello a cielo aperto di Fabio Galvano

Ma per l'Oms la strage degli animali forse non basterà a fermare l'influenza. Rovinati gli allevatori cinesi Ma per l'Oms la strage degli animali forse non basterà a fermare l'influenza. Rovinati gli allevatori cinesi Hong Kong, macello a cielo aperto Oltre un milione di polli sgozzati o gasati in 24 ore LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il massacro è cominciato ieri all'alba, quando squadre di giustizieri in ca: lice bianco, guanti e stivali di gomma, maschera sul volto sono discesi con i loro letali sacchi neri su 199 allevamenti, due mercati all'ingrosso e un migliaio di bancarelle nelle vie di Hong Kong. L'eccidio di tutto il pollame dell'ex colonia britannica è stato la risposta delle autorità sanitarie al nuovo terribile virus H5N1, meglio noto come «influenza dei polli» - che ha già ucciso 4 persone e di cui è stato confermato ieri un nono caso. Mentre dall'Australia veniva segnalato un nuovo farmaco che potrebbe scongiurare un'epidemia, e da Ginevra l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) esprimeva scetticismo sulle estreme misure adottate a Hong Kong, lo sterminio procedeva, sistematico e ineluttabile. A tarda notte l'ecatombe continuava e si sarebbe conclusa stamane: in tutto quasi un milione e 300 mila pennuti - non solo polli, ma anche anatre, oche, quaglie, pernici e piccioni - uccisi in 24 ore. Si è assistito a scene raccapriccianti. Nei mercati quasi tutto il pollame ò stato sgozzato, in un mare di sangue poi lavato con gli idranti prima di una massiccia disinfezione. Negli allevamenti i polli sono stati sbrigativamente gettati nei grandi sacchi neri trasformati in camere a gas: uccisi con anidride carbonica, poi ricoperti di disinfettante, infine caricati con i bulldozer sui camion che li avrebbero portati in tre discariche. E già si levano a Hong Kong le prime polemiche, perché qualcuno sostiene che sarebbe stato più prudente incenerire gli animali come si è fatto, in Inghilterra, per mucca pazza. Ma neppure il massacro dei polli - costato in indennizzi l'equivalente di 9 miliardi di lire - ha scongiurato a Hong Kong la psicosi del virus che uccide. Dopo avere bloccato la vigilia di Natale tutte le importazioni dalla Cina, dove apparentemente il virus ha contagiato gli allevamenti, le autorità sanitarie hanno un bell'insistere che per ora ci sono soltanto casi isolati: lunghe file di cittadini, anche se colpiti soltanto da un banale raffreddore, intasano ambulatori e ospedali. Non parliamo poi dell'alimentazione: sebbene sia accertato che il virus non sopravvive alla cottura, come ripete Margaret Chan, direttrice dell'autorità sanitaria di Hong Kong, più nessuno tocca i polli, neppure quelli surgelati provenienti da Paesi non a rischio. Quasi tutti i ristoranti, ma anche la compagnia aerea Cathay Pacific, hanno elùninato il pollo dai loro menu. In Cina gli allevatori piangono: senza le 75 mila esportazioni quotidiane verso Hong Kong, il mercato è saturo e i prezzi sono dimezzati a Guangzhou, capitale della provincia di Guangdong. Sono 120 mila le aziende cinesi che vendono all'ex colonia il 9% della produzione: per molte la crisi è reale, immediata. Ora tutti gli occhi sono puntati sui virologi inglesi e americani, a Londra e ad Atlanta. Si vuole sapere, per esempio, se nella transizione dai polli all'uomo H5N1 abbia anche acquistato la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. La questione, dicono i ricercatori, «rimane aperta»; nel senso che non esistono prove sicure. Ma se così fosse significherebbe davvero la possibilità di una grande epidemia simile a quella che nel 1968 partì da Hong Kong e uccise 700 mila persone in tutto il mondo. Da Melbourne il direttore dell'Istituto di ricerca biomolecolare, Peter Coiman, ha confermato che la sua équipe ha messo a punto dopo dieci anni di lavoro un farmaco in grado di attaccare differenti specie di virus, compreso quello che provoca Ininfluenza dei polli». Sarà; ma intanto i 6 milioni di abitanti di Hong Kong tre¬ mano. Anche perché un alto responsabile dell'Oms ha affermato ieri a Ginevra che il massacro dell'ex colonia «non elimina completamente» il pericolo di contagio. «Ignoriamo - ha detto - se altri uccelli sono contaminati». Soltanto canarini, pappagalli e in genere gli uccelli ornamentali - purché non abbiano mai avuto contatto con il pollame - sono stati risparmiati nell'eccidio di Hong Kong. Fabio Galvano Due immagini della grande mattanza dei polli di Hong Kong, fra tute bianche e schizzi di sangue

Persone citate: Cathay Pacific, Margaret Chan, Peter Coiman