Asserragliato in banca con tre ostaggi di Paolo ColonnelloSusanna Marzolla

I precedenti E' un pregiudicato di 35 anni cui era stato negato un fido di alcuni milioni. L'allarme scattato solo dopo 3 ore Asserragliato in banca con tre ostaggi Milano, è armato: «Voglio sei miliardi per liberarli» MILANO. Tre ostaggi chiusi in una banca sotto la minaccia di un uomo armato di pistola e bomba a mano. Chiede dieci miliardi, scesi a sei dopo le prime trattative, e proclama che «non ha niente da perdere». La scena è in via de Cassinis, alla periferia sud di Milano, poco lontano dalla stazione di Rogoredo e dall'autostrada del Sole. Qui, al numero 15, c'è un'agenzia della Banca Popolare di Milano. E qui tutto comincia intorno alle tre del pomeriggio. E' infatti certo, pur nella confusione delle prime ricostruzioni, che Domenico Gargano, 35 anni, residente a Buccinasco, nell'hinterland, ufficialmente artigiano ma con diversi precedenti penali, è entrato nella banca prima dell'orario di chiusura (che è fissato alle 15,40). Il suo ingresso e la sua permanenza nell'agenzia non suscita inizialmente alcun sospetto: l'uomo è infatti cliente della banca da circa un anno. Aveva chiesto recentemente un fido per alcune decine di milioni: glielo avevano negato e potrebbe esserci anche questo all'origine del suo gesto. Certa l'ora dell'ingresso; tutt'altro che certo, invece, cosa sia successo per oltre tre ore fino a quando non è stato dato l'allarme. Perchè i clienti e gli impiegati presenti - tranne quelli presi in ostaggio - non si sono accorti di nulla. E la banca ha chiuso i battenti in modo apparentemente normale. Forse Gargano è riuscito a nascondersi, anche se sembra improbabile sia riuscito a sfuggire ad ogni controllo. 0 forse è riuscito ad entrare in uno degli uffici e ad imporre ai presenti il silenzio. Fatto sta che, dopo la chiusura dell'agenzia, teneva sotto la minaccia delle armi quattro ostaggi: il direttore del personale Pietro Ferri, la direttrice della filiale Irma Morello, il vicedirettore Vincenzo Cartellino, e un quarto impiegato. E' lui, rilasciato alle 18.15 che dà il primo allarme. Esce, si precipita al bar di fronte alla banca e telefona alla polizia. Quasi in contemporanea il 113 viene allertato anche dalla stessa banca. Gargano infatti dà alla Morelli il permesso di telefonare alla direzione della banca: lei lo fa, spiega per sommi capi la situazione - che l'uomo è armato e chiede dieci miliardi - e chiede di avvertire le forze dell'ordine. Nel giro di pochi minuti la zona è circondata da auto di polizia e carabinieri; lo spazio intorno alla banca è transennato; arrivano sul posto il capo della squadra mobile Lucio Carniccio il tenente colonnello dei carabinieri Rizzo e il magistrato di turno alla procura di Milano. Che è uno dei più noti componenti del pool Mani Pulite: Gherardo Colombo. Cominciano le trattative e rapidamente si capisce che non è affatto come lo spot delle «Pagine Gialle» con il bandito che ridendo fa le richieste più stravanganti. Qui la richiesta è una sola: soldi, dieci miliardi. E l'uomo ha poca intenzione di ridere: quando vede qualcuno che tenta di entrare (non si sa ancora se un componente delle forze dell'ordine o un ad¬ detto alla sicurezza della banca) spara un colpo in aria. Sicuramente è armato di pistola; in quanto alla bomba a mano, lui ha mostrato qualcosa di simile agh ostaggi ma nessuno può dire se sia vera e funzionante. Gli ostaggi vengono comunque trattati bene. Questo almeno raccontano quanti sono riusciti a parlare con loro. In primo luogo i familiari: Gargano ha infatti permesso ai tre funzionari che tiene chiusi in banca di telefonare a casa. «Mia moglie sta bene e mi è sembrata tranquilla - racconta il marito di Irma Morello - mi ha detto che l'uomo non ha fatto del male a nessuno». La stessa situazione di relativa «tranquilMtà» emerge dalle parole di Paolo Bassi, presidente della Banca Popolare che si è recato sul posto assieme al direttore generale e al responsabile della sicurezza: «Non c'è panico - dice - la gente sta bene. E' vero che quest'uomo sembra molto determinato, ma si sta facendo tutto il possibile per risolvere la situazione, il magistrato sta trattando». E' infatti Colombo in prima persona a tenere i contatti con Gargano che avvengono prevalentemente per via telefono; e per questo è arrivato un funzionario di polizia esperto in questo tipo di situazioni. Nessuno, nella nebbiosa notte di Milano, si aspetta che le cose si possano concludere in fretta. L'unico risultato che le trattative hanno prodotto è una riduzione della richiesta di denaro: da dieci a sei miliardi. Ma è ancora lunga la strada per poter risolvere la situazione. «Stiamo bene ma lui non vuole parlare», risponde a un'agenzia di stampa la direttrice della banca. Mezz'ora dopo vengono portati all'interno dell'agenzia viveri e una decina di coperte: segno evidente che si pensa che gli ostaggi siano destinati a passare lì dentro la notte. Poi arriva un'anziana donna: probabilmente la madre di Gargano. Infine, alle 0.40, ecco il procuratore della Repubblica, Francesco Saverio Borrelli: entra all'interno della filiale senza rilasciare alcuna dichiarazione. Poco prima dell'una, passa attraverso il cancello un furgone portavalori blindato della Mondialpol, preceduto da una gazzella dei carabinieri e seguito da due auto: all'interno alcuni uomini. Qualche minuto dopo giunge il questore Carnimeo. Alla trattativa parteciperebbe anche un avvocato. Si cerca di far ragionare quell'uomo che continua a ripetere: «Guardate che non ho niente da perdere». Ci si riuscirà? Gli inquirenti ci sperano ma ad ogni modo stanno preparandosi anche al peggio: sono stati infatti allertati i Nocs e i Gis. Si è allertato anche il circo Barnum dell'informazione e della curiosità. E' arrivato il camion per le dirette tv e parecchie persone si danno il turno davanti alle transenne. Paolo Colonnello Susanna Marzolla Dopo la chiusura ha sequestrato la direttrice e due funzionari della filiale della «Popolare» L'allarme-bomba e il negoziato con i magistrati ■Il Ili

Luoghi citati: Buccinasco, Milano