Cossiga: «Aria di regime» di Marco Follini

Cossiga; «Aria di regime» Cossiga; «Aria di regime» «Il Polo non fa più opposizione e rischiamo un pds egemone» ROMA. Francesco Cossiga e Mario Segni concordano: in Italia c'è un regime egemonizzato dal pds, e il Polo non è in grado di fare opposizione. In un'intervista pubblicata dal Tempo, Cossiga ha affermato infatti che in Italia c'è «un regime dominato da un lato da una nuova forma di frontismo nazional-democratico, nazional-popolare o addirittura nazional-populista, necessariamente egemonizzato dal pds, frutto di un forte radicamento culturale e sociale di una intelligente iniziativa di rinnovamento politico, e dall'altro da una confusa e velleitaria o rassegnata opposizione, che sembra ritenere consistere la sua funzione nel testimoniare con la sua esistenza, ancorché poco operosa, la sussistenza di un regime sempre più formalmente democratico». «C'è una opposizione oggi in Italia? Io non la vedo - ha convenuto Mario Segni ieri ai microfoni di Radio Radicale - Il rischio di regime - ha poi aggiunto - deriva dal fatto che non c'è opposizione. Bisogna non rimescolare il Polo, che ha finito il suo ciclo storico, bisogna creare un soggetto di opposizione liberal-cattolico che inizi una lunga strada per l'alternativa». Ma chi farà parte della nuova forza di Cossiga e Segni alternativa alla sinistra? «Ccd e Cdu saranno pezzi determinanti, ma il primo appello lo rivolgo a quei milioni di italiani che votano Berlusconi per non essere governati da D'Alema e che devono capire che, se continuano a votare così, D'Alema governerà per 50 anni», ha aggiunto Segni al Tgl. Anche due intellettuali di diversa estrazione culturale e politica - 0 cattolico Sergio Cotta e il socialista Giuseppe Tamburrano - giudicano positivo il richiamo di Cossiga. «Ha ragione, purtroppo anche i grandi valori camminano sulle gambe degli uomini e io non vedo uomini disposti a difenderli e a farli diventare operanti culturalmente e politicamente», ha spiegato Tamburrano, presidente della Fondazione Nenni. Da parte sua il filosofo Cotta, presidente dell'Unione internazionale dei giuristi cattolici, ritiene che Cossiga «faccia bene a richiamare ampi settori del quadro politico alla necessità di recuperare valori costituzionali, che la sinistra al potere tende ormai a dimenticare». «In ogni sistema democratico la mancanza di una opposizione solida rischia di evocare il pericolo di regime, ma la colpa di tutto ci~ non è certo di chi sta al governo - polemizza il popolare Renzo Lusetti -. Come Cossiga invece credo che vada rivalutata in parte la prima repubblica: ma quello che c'era di buono è un po' dappertutto, non solo nell'attuale opposizione». «E' bizzarro che la destra, incapace di presentarsi e strutturarsi come alternativa credibile al centro-sinistra, definisca regime la situazione prodotta da questa sua debolezza e incapacità», gli fa eco il Verde Mauro Paissan. Consensi all'intervento di Cossiga si registrano anche all'interno del Polo. «Vorrei ricordare che il primo che ha combattutto questo rischio è stato Berlusconi fondando Forza Italia, mentre altri si erano messi in panchina a guardare», precisa Claudio Scajola, responsabile organizzativo degli «azzurri». D'accordo anche Francesco D'Onofrio, ccd, secondo cui urge un'analisi che riparta «dal tentativo originario di Forza Italia, che individui nel rinnovamento culturale, laico e cattolico il principale punto di forza sul quale costruire l'alternanza del pds». Prudente Marco Follini, ccd: «Non mi pars che il nostro incubo politico sia arrivato a tanto», [r. i.] L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga

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