«Un decreto per la ricostruzione»

«Un decreto per la ricostruitone» «Un decreto per la ricostruitone» Prodi: i soldi ci sono, faremo presto e bene ROMA EMMENO il Natale ha riavvicinato Umbria e Marche, le due regioni unite dal terremoto del 26 settembre, e divise da tutto il resto. La pioggia di visite di auguri e solidarietà ha finito per far trascorrere due giorni di festa meno tristi ai terremotati dell'Umbria, ma non a quelli delle Marche, costretti a osservare da lontano la sfilata di personalità in visita ai senzatetto. Ad Assisi si è recato il vicepresidente del Consiglio Veltroni il 25 dicembre per pranzare con le famiglie dei due tecnici della Soprintendenza ai Beni Culturali morti durante il crollo delle volte della Basilica superiore. I cantanti della nazionale di calcio si sono ritrovati a Foligno per una partita contro Cuore Verde, la squadra formata da tecnici della Protezione Civile, medici, un frate, Vigili del Fuoco e amministratori locali. Ma il clou dei festeggiamenti umbri è stato a Colfiorito, dove anche il leader del pds, Massimo D'Alema, è giunto con ima «magnum» di champagne avvolta in una busta di plastica. «Quando si è ospiti a casa di amici, è bene portare sempre una bottiglia», ha spiegato a Gianfranco Vissani, uno dei più grandi chef italiani, intento a regalare a 840 persone tra senzatetto, soccorritori e autorità, un saggio deUa sua maestria. Rimandate indietro 400 bottiglie di plastica minerale per sostituirle con altrettante in vetro, il pranzo in tenda si è aperto con un guazzetto di lenticchie di Colfiorito e malta¬ gliati verdi con spinaci. Poi 50 chili di polenta con ragù di fegatini al pecorino locale, brodo di cappone con 14 mila tortellini, agnello con un quintale di patate, formaggi, 3 mila bignè alla crema e 700 meringhe. Il tutto accompagnato da 700 bottiglie di vini bianchi e rossi. Fra gli invitati il leader della Cgil Sergio Cofferati, il cantautore Francesco Guccini, il vignettista Sergio Staine La festa si è conclusa sulle note di «La locomotiva», seguite dalle parole di D'Alema: «Tenete duro, non vi dimentichiamo». E' proprio quel che è accaduto ai senzatetto marchigiani all'annuncio della visita del Papa: si sono sentiti ancora una volta dimenticati. Nel programma, vi sono Annifo e Assisi, due località umbre. Per le Marche, come già accadde con la visita del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, nulla da fare. Allora i marchigiani protestarono, intasando le emittenti private di telefonate di protesta. Lo stesso è accaduto negli ultimi due giorni. «Certo, Assisi fa notizia. Noi, invece, non siamo niente, anche se qui i danni sono stati tanti», ha commentato fra i primi il parroco di Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata, padre Mario Menicucci. La delusione era dipinta anche sul volto di Venanzio Rocchetti, sindaco di Serravalle: «Ci dispiace che le Marche siano tagliate fuori. Spero che il Pontefice cambi idea e venga anche da noi. In fin dei conti, siamo appena a una decina di chilometri da Annifo», ripeteva ai giornalisti la sera di Natale. La delusione delle Marche non si è placata né con la notte, né con le parole di giustificazione del Vaticano. «Che bisogno c'era di tornare ad Assisi? Il Papa c'è già andato altre volte. La gente delle Marche ci è rimasta male», ha spiegato don Tonino Lasconi, parroco della chiesa di San Biagio di Fabriano, da tre mesi l'unica città senza più chiese. A Cesi, provincia di Macerata, i fedeli hanno subissato il parroco don Cesare Grasselli di richieste di far intervenire il vescovo di Camerino. Don Cesare ne ha parlato con il vesco¬ vo, ma anche con i giornalisti nella speranza che le sue parole possano raggiungere il Vaticano. «Cesi è stato praticamente raso al suolo, così come il paese vicino, Collecurti, dove ci sono state le prime due vittime di questo terremoto. Siamo a appena 7 chilometri da Annifo. Abbiamo un campo grande, con un piazzale rialzato. Basterebbe un piccolo sforzo, giusto il tempo di fare un breve saluto». Alla fine, a essere dedicate a entrambe le regioni, sono state soltanto le promesse del presidente del Consiglio Prodi giunte via radio: «La somma per la ricostruzione è già stata messa da parte. Il problema ora è di fare un decreto in modo che possa essere spesa con rigore e modalità burocratiche molto semplici. Ci serviremo il più possibile degli amrninistratori locali. Sono loro che sanno dove devono andare le risorse». Il decreto verrà definito a gennaio. Flavia Amabile Pranzo doc in tenda a Colfiorito per D'Alema e Cofferati ospiti dello chef Vissani Il leader pds: «Tenete duro» Papa Wojtyla ha annunciato all'Angelus di Natale che II 3 gennaio andrà in visita alle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal terremoto