La gioia triste di Elisabetta di Fabio Galvano
Un migliaio di fedeli per la messa nella cattedrale, i cattolici temono la revoca della festa dopo la visita del Papa GRAN BRETAGNA Cento milioni di spettatori per il messaggio televisivo della regina La gioia triste di Elisabetta Al discorso di Natale si commuove per Diana La regina Elisabetta durante il discorsLONDRA. «Gioia e dolore», dice Elisabetta giocando la carta della simpatia popolare. Gioia e dolore che, nelle parole del poeta William Blake, «formano un tessuto stretto»; e così, nella giornata in cui i principini. William e Harry si presentavano sorridenti all'appuntamento natalizio con i sudditi festanti nella chiesetta presso il castello di Sandringham, la regina ha tentato nel clima di ritrovata fiducia monarchica a ricucire gli strappi del passato. «Shock e tristezza» per la morte di Diana, ha sottolineato prendendo atto un'ennesima volta del grande lutto nazionale per la principessa; ma non ha parlato questa volta di «annus horribilis», perché il risvolto del lutto è stato la felicità per le nozze d'oro celebrate il mese scorso e per il restauro - a cinque anni dall'incendio che lo aveva in parte distrutto - del castello di Windsor. E' stato, quello della regina, un intervento calibrato; e, dalle prime reazioni, riuscito. Sfuggita per la prima volta a 65 anni di monopolio Bbc per il tradizionale discorso di Natale, Elisabetta ha stupito i fedelissimi di quell'appuntamento - quest'anno cento milioni in mezzo mondo, America compresa - rivoluzionandone i contenuti. La forma, anzitutto, con l'aiuto della Itv: non più impettita davanti alla telecamera, a leggere un anodino discorso preparato con il preciso intento di non smuovere le acque, ma più sciolta e spigliata, in forma «televisiva», con filmati e immagini, comprese quelle dei funerali di Diana. E poi i contenuti: entrando in un dialogo più diretto con i milioni d'inglesi che per lei hanno sospeso - 9 minuti e 55 secondi, mai era stata così loquace - il loro Natale. Tanto basta per far dire a Lord Blake, esperto di problemi costituzionali, che «la regina appare molto più di Natale rilassata e più in contatto con la nazione», che la monarchia «sta risalendo nell'opinione pubblica», che «nessuno prende più sul serio la sciocchezza di una sua abdicazione mirata a sacrificare il principe Carlo in favore del principino William». Ricorda, Lord Blake, che la regina Vittoria soffrì di improvvisa impopolarità quando si autoesiliò a Balmoral dopo la morte del marito, il principe Alberto; e che la sua popolarità risalì con vigore quando riprese ad apparire in pubblico dopo il servizio religioso di ringraziamento per la guarigione dal tifo del figlio Edoardo, nel 1872. «Ci sono segnali che qualcosa di analogo stia ora accadendo», osserva Blake. La tristezza «quasi insopportabile» per la morte di Diana, quindi; ma anche «la gioia delle nozze d'oro». E la rinascita di Windsor: «Meraviglioso!», si lascia sfuggire Elisabetta, con un tocco di spontaneità che non può essere sfuggito ai telespettatori, quando mette a confronto le immagini dell'incendio e quelle dei saloni restaurati. La felicità natalizia, ricorda, ma anche la disperazione di molti «che sono soli o in lutto e in sofferenza». Ricordata la resa di Hong Kong e la fine dell'Impero (ma «con orgoglio per il modo pacifico e per la nascita del Commonwealth»), ha dato anche una mano a Blair sottolineando - nell'unico discorso che le è permesso senza consultale il governo - la rottura con la tradizione che sta nella devolution di Scozia e Galles. Ma soprattutto doveva «vendere», al pubblico televisivo, la famiglia reale. E quello che non è riuscita a dire lei hanno detto con i loro sorrisi William e Harry. Fabio Galvano La regina Elisabetta durante il discorso di Natale
Luoghi citati: America, Galles, Gran Bretagna, Hong Kong, Scozia
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