Le scelte dello psicologo Fazio e le interviste «ascoltate» di Fede

Ze scelte dello psicologo Fazio e le interviste «ascoltate» di Fede TIVÙ' & TIVÙ' Ze scelte dello psicologo Fazio e le interviste «ascoltate» di Fede FABIO Fazio non fa mai scelte avventate. E così anche il film tv con cui ha debuttato su Raidue è stato un buon prodotto, seguito, l'altra sera, da 4 milioni 831 mila telespettatori: meno che nella prima puntata, in effetti più riuscita. E' probabile che se anche avesse presentato il Festival di Sanremo, Fazio non avrebbe procurato a Raiuno un altro flop; di sicuro non poteva suscitare guai maggiori di quelli in cui è incappata questa settimana la rete guidata da Tantalo, con il «Macbeth» che ha cacciato il tg, con le proteste dei giornalisti, e con lo stesso Tgl che, per riuscire a contenere l'assalto del Tg5, ricorre ad ogni trucco, compreso quello di far cocondurre il notiziario da Benigni accanto a Borrelli. Certo che Benigni è bravo, bella sorpresa, però poi hanno buoni pretesti, quelli di «Striscia la notizia», per dire che sono stati copiati dall'inedita coppia delle due «bi»: alla fine del telegiornale, Benigni ha infatti trascinato Borrelli sulla scrivania, cosa che fanno abitualmente GregI gio e Iacchetti. «Un giorno fortunato» si inti¬ tolava lo sceneggiato di Fazio, che per l'occasione si chiamava Francesco Fasoli, con l'accento sulla «a». Delle due puntate, la migliore è stata la prima, quella dove si faceva la conoscenza dei personaggi, dove si impostavano i diversi casi umani e personali. Che poi si sono risolti, tutti, troppo bene e con troppi lieti-fme, nella puntata di venerdì. Fazio era al suo debutto nella fiction, uno psicologo della Usi, uno che anche di suo è un po' nevrotico, maniaco della pulizia e dell'ordine, a esempio, impaurito dalle malattie, tanto da far analizzare il nasello all'Ufficio d'igiene. Però è umano, molto umano, ed unisce alla tecnica una naturale predisposizione a capire le persone, ed una partecipazione cordiale alle turbe degli altri. Incontra sulla sua strada casi più o meno gravi, si innamora, si finge padre del bambino di Citran, deve tenere a bada i genitori Gambarotta e De Angelis, aiutato dal giornalista Citran scoprirà la verità sui disturbi di Claudio Bisio, riuscirà ad aiutarlo. Senza piovre e senza violenza, con dialoghi spiritosi e moderni, il regista Massimo Martelli ha traghettato i suoi verso l'epilogo. Per l'appunto, fin troppo roseo. Emilio Fede continua le sue «grandi interviste» su Rete 4. Aldo Grasso sul Corriere della Sera lo ha definito Emilio Freud per via della sua capacità di far dire agli interlocutori anche ciò che arriva dal profondo. Un'altra sua oggettiva capacità, e rara, è quella di saper ascoltare le risposte, e tenerne conto. Quante volte capita che l'intervistatore vada avanti per la sua strada, e dopo che ha fatto una domanda, pensi già alla successiva, magari non legata alla precedente: questo non aiuta a capire. Non così Fede, che venerdì applicava la sua maieutica giornalistica al professor Umberto Veronesi, oncologo, poco incline a considerare tutta la sofferenza con cui è a contatto come parte di un disegno superiore. Ci ha dato anche qualche speranza, a proposito della genetica e della cura del cancro. Ma lo scetticismo di Fede era più forte: come dire, il pessimismo della ragione contro l'ottimismo della volontà. Alessandra Coma zzi

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