Zeri, i capolavori sotto la pioggia di Liliana Madeo
Zeri, i capolavori sotto la pioggia Parla il critico, questa sera su Raidue in viaggio sui luoghi del terremoto Zeri, i capolavori sotto la pioggia «Per salvare l'arte più potere alle regioni, mmo ai soprintendenti» "7«1 ROMA L ' TUPORE. Indignazione, m Federico Zeri indossa il il casco e si appoggia alba*J\ stone. Avanza fra le macerie e si china a raccogliere un calcinaccio. E' allibito. A distanza di due mesi dal sisma, ecco ancora sculture e dipinti fra la polvere e la pioggia, candelabri .che passano di mano in mano, quadri di Tiepolo, Orazio Gentileschi, Guercino, Salvator Rosa, Lorenzo Lotto intrappolati da ritardi e disattenzione, lesioni che tagliano ceramiche, architravi, affreschi... «Andiamo sui luoghi del terremoto per renderci conto di quanto è accaduto ai luoghi dell'arte. Le notizie sono state frammentarie. Poi non se ne è più parlato» aveva detto all'inizio del viaggio, quando incominciavano le riprese del programma di Nino discenti - Non solo Assisi - in onda stasera su Raidue alle 22,45 e che lui conduce. Nella sua casa di Mentana adesso ricapitola questo pellegrinaggio: «Generalmente si parla di Assisi. Ma i guasti sono molto più ampi. E' colpito, con la minaccia di andare disperso, tutto il tessuto culturale e artistico di gran parte di Umbria e Marche. Un tessuto fatto non soltanto di chiese insigni, sculture e dipinti famosi, ma anche di opere minori, arte applicata, santuari, ex voto, rniniature. Chissà quante di queste opere sono finite sotto le macerie. E quante probabilmente si perderanno! Mi ha scandalizzato incontrare chiese diroccate e prive di ogni tutela, in cui ci sono ca- polavori assoluti e dove vengono giù la pioggia, i calcinacci. Il terremoto ha messo in evidenza che l'amministrazione dei Beni Culturali è diversa da regione a regione. L'efficacia dipende sia dalla gente del luogo sia dalle soprintendenze. L'Umbria ha un'autocoscienza, una volontà e strumenti che mancano nelle Marche. A Foligno il vescovo ha fatto miracoli per la catalogazione. E la Regione ha fatto moltissimo per portare in salvo il museo di Nocera Umbra. I quadri di Nocera e di Foligno sono stati trasferiti in un centro climatizzato, privato. Quando c'era stato il terremoto della Valnerina, subito volontari e studiosi avevano trasportato in grandi capannoni, mi sembra a Norcia, tante delle cose - non solo capolavori che costituiscono l'identità culturale di una zona». Col terremoto - insiste Zeri - si è fatto ancor più allarmante un problema antico: la mancanza di catalogazione del nostro patrimonio artistico. «E' un'allegria per i ladri. Inutile che al ministero dicano: "Abbiamo rnilioni di schede computerizzate!". Finché il catalogo non è stampato è diffuso, non serve a niente. Quando si parla con gli stranieri, soprattutto i tedeschi, e si dice che manca un inventario delle opere sparse in chiese, musei, raccolte pubbliche e private, credono che sia una battuta umoristica. Negli ultimi decenni l'ufficio apposito non ha prodotto niente. E' inutile accumulare dati e non diffonderli. Io propongo di togliere al ministero l'Ufficio Catalogo e di affidare il compito della catalogazione alle regioni, sotto la direzione del ministero. Si potrebbe uicominciare con una regione pilota. Che potrebbe essere l'Umbria, la quale - ad esempio - ha già catalogato tutti i Musei comunali. Se l'esperimento è positivo, si applicano gli stessi criteri alle altre regioni. Sempre sotto il controllo del ministero». La mancanza di questo fondamentale strumento di conoscenza e tutela del patrimonio - aggiunge Zeri - provoca infiniti effetti negativi: «Alcune regioni, come il Lazio, stanno andando in rovina. Molte so¬ printendenze sono diventate centri di spedizione e catalogazione di mostre. Un'altra cosa che propongo è istituire un Ufficio Mostre al ministero, così da togliere questa attività alle soprintendenze». Entrando in San Francesco ad Assisi si era detto «atterrito». Polemizzava con l'ex ministro Antonio Paolucci, accusando l'utilizzo «scriteriato» del cemento. Anche dai progetti fantasiosi di rifacimento dissente. Dice: «Io sono per un restauro molto cauto». Liliana Madeo Federico Zeri
Persone citate: Antonio Paolucci, Federico Zeri, Lorenzo Lotto, Mentana, Orazio Gentileschi, Salvator Rosa, Tiepolo
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