Maldini: sono un capo ma non in famiglia

Il et della Nazionale: in casa il potere è in mano a mia moglie Il et della Nazionale: in casa il potere è in mano a mia moglie Maldini: sono un capo ma non in famiglia CESARE Maldini, se l'aspettava di diventare commissario tecnico? «Me l'aspettavo perché ne avevo diritto, ma è il governo che decide». Non avrà mica deciso Veltroni? «No, il governo sportivo, cioè il Coni, il presidente federale, la presidenza di Lega e anche i presidenti delle squadre più importanti di serie A». E' un bel lavoro il suo? «Mi piace tantissimo, con grandi soddisfazioni anche se alcuni ritengono che abbiamo fatto così così. Io considero che abbiamo giocato con grandi squadre e quindi ci siamo comportati molto bene. Il mio impegno era portare la Nazionale ai campionati del mondo in Francia nel '98 e ci siamo riusciti». Ha nostalgia del suo Milan? «Non ho mai fatto mistero del mio attaccamento al Milan. Forse perché ho militato per tutta la vita in quella squadra e poi ho un figlio che da dieci anni vi gioca. Ma questo non toghe nulla all'imparzialità del mio lavoro». Suo figlio è il capitano della Nazionale, forse il giocatore più importante in Italia? «E' un giocatore importantissimo che si è fatto apprezzare nel mondo. Se non succede niente, e speriamo di no, in Francia nel '98 sarà al suo terzo mondiale». Che rapporto c'è tra padre e figlio? «Mai avuto problemi. Avevo alle dipendenze Paolo nei primi anni, '86-'87. Era ancora un ragazzino e lo chiamai a far parte della squadra. Ha incontrato parecchi scogli, ma poi è venuto fuori. Il giocatore non può avere spinte, deve dimostrare il suo valore sul campo». Ma che rapporto avete? Ride. «Diciamo che abbiamo perso poche partite insieme in Nazionale. Penso di dargli un pochino meno merito di quello che vale». Si sente più padre o allenatore? «Padre, però so fare bene l'allenatore e se qualcosa non va glielo dico». E gli altri figli? «Mi danno grandissime soddisfazioni. Siamo una famiglia unita, molto unita. Se c'è un qualsiasi avvenimento, per esempio le partite, vengono tutti. Sono venuti a Mosca, in Inghilterra... Questo valeva anche quando ero all'Under 21». Lei che carattere ha? «Sono molto schivo». E' un capo? «Penso di esserlo». Cosa vuol dire essere un capo? «Interessarsi a tante cose, non solo alla partita ma anche al viaggio, all'organizzazione. Essere capo è il mio mestiere, forse lo sono meno in famiglia. Da sempre ho gira¬ to il mondo, sono stato lontano e quindi il potere, quello forte, in casa ce l'ha mia moglie». H suo Paese preferito? «L'Italia, dove sto benissimo». Rimpiange il calcio quando giocavate lei e Sivori, Charles, Schiaffino? «Tutto passa. Certo sono grandissimi ricordi, ma rimangono tali». Era un altro calcio? «Lo era sotto tantissimi punti di vista. Ora ci sono le televisioni, moltissimi giornalisti. Oggi si schiaccia un bottone e si sa tutto di tutti. La tecnologia allora non era così». Era meglio ? «No, io mi trovo bene. Naturalmente la vita cambia. E' cambiato tutto, il modo di vivere e di comportarsi». E i giocatori sono cambiati? «Sono persone, oggi, con la testa sulle spalle. Nei miei anni non era così. Oggi i giocatori sono più professionisti». Suo figlio è più professionista di lei? «Io avevo dei doveri per quanto ri¬ guarda la mia epoca, mio figlio, come tutti i giocatori di oggi, ha un'altra dimensione». Molti più soldi? «Noi stavamo bene, però non c'è paragone. Ora ci sono gli sponsor». Avrebbe giocato in altre squadre? «Guardi, io venivo da Trieste, la mia città, dove sono nato, ho giocato nella Triestina ma nel Milan ho trovato la mia seconda famiglia». E con Berlusconi? «Lo sento un po' meno oggi per via dell'impegno politico, prima lo si vedeva di più. Bastava andare il sabato mattina a Milanello. Berlusconi è molto attento alle sorti del Milan». Chi vorrebbe nella Nazionale? «Mi trovo bene con i giocatori che ho: Maldini, Del Piero, Casiraghi». E Vialli e Baggio? «Non faccio una lista, ci sono 30 uomini e sono tutti grandissimi giocatori. Quelli che ho nominato sono solo i primi nomi che mi sono passati per la mente». Quando non si occupa di calcio cosa fa? «Ho i miei interessi, la famiglia. Mi piace passeggiare, andare in macchina, raggiungere Viareggio, dove ho una casa da tantissimi anni». E' amico di Lippi? «Come no, ci vediamo qualche volta. E se devo sentire in che stato di forma è per esempio Del Piero o Di Livio chiamo Marcello». Ha nostalgia di Trieste? «Sì, ogni tanto torno nel mio rione». Cosa rappresenta per lei Trieste? «E' una città nobile, di gente incredibilmente brava. Gente di mare molto aperta». Cosa la diverte? «Il mio modo di divertirmi è il lavoro. A volte mi fa arrabbiare molto, altre sorridere. Ma io mi diverto allenando». Ci saranno dei nipoti calciatori in casa Maldini? «Su quattro nipoti ci sono tre femmine e un maschio, il figlio di Pao¬ lo». Ma dicono che non ci sia il due senza il tre. «Le dico una piccola cosa. Quando è nato Christian, la Nike gli ha confezionato subito le magliette, le scarpe e i calzoncini». Lei è un uomo felice? «Quando mi chiamano nonno devo confessare che non mi piace tanto. Però i miei nipoti mi rendono felice e riempiono la casa». Mi ha detto che lei ama moltissimo le macchine. Che macchina ha? «Io ho una Bmw, ma da buon italiano sono un ferrarista. E' un marchio italiano straordinario». Lei legge i giornali? «Sì, non solo il calcio e le pagine sportive. Mi piace anche seguire quello che succede nel Paese, all'estero, la politica». Lei si occupa di politica? «No, ma ho naturalmente un punto di vista». Per che colore corre? «Sono un azzurro in tutto». Alain Elkann Con Paolo non ci sono mai tifi stati problemi. A volte penso di avergli riconosciuto meno meriti di quelli che ha Ma da tutti i miei figli ho avuto grandi soddisfazioni a cominciare dai nipotini anche se non mi piace essere chiamato nonno. La politica? Sono azzurro in tutto g| p DOMENICA CON a mia moglie Cesare Maldini et della Nazionale A sinistra con il figlio Paolo Domeni Cesare Maldini et della Nazionale A sinistra con il figlio Paolo

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Mosca, Trieste, Viareggio