Il Pool: «Berlusconi va processato» di Paolo Colonnello

Le accuse: corruzione e falso in bilancio. Archiviazione per il fratello Paolo e l'ex assessore psi Ricotti Le accuse: corruzione e falso in bilancio. Archiviazione per il fratello Paolo e l'ex assessore psi Ricotti Il Pool: «Berlusconi va processato» Chiesto il rinvio a giudizio con Previti, Squillante, Pacifico MILANO. A processo. Così chiede la procura di Milano che tre giorni fa ha depositato nella cancelleria del gip Alessandro Rossato la richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi, Cesare Previti, Attilio Pacifico e Renato Squillante. Un provvedimento ampiamente annunciato sia dalla richiesta di arresto per l'onorevole Previti, sia dall'invito a comparire recapitato dieci giorni fa al leader di Forza Italia. Infine dallo scadere, all'inizio della settimana, dei termini dell'inchiesta del primo troncone sulla corruzione dei giudici nella capitale, partita nell'estate del '95 con le rivelazioni di Stefania Ariosto. Le accuse, che attribuiscono episodi specifici ad ognuno degli imputati, sono per tutti quelle note di concorso in corruzione per fatti avvenuti fino al 1989 - quando cioè il codice ancora non prevedeva il capitolo di corruzione in atti giudiziari - e di falso in bilancio per Berlusconi, contestazione che radica la competenza dell'inchiesta a Milano. Secondo il pool di Mani pulite, Berlusconi, tramite Previti, avvocato storico della Fininvest, avrebbe tenuto a libro paga l'ex capo dei gip della capitale Renato Squillante «affinché ponesse le sue pubbliche funzioni al servizio degli interessi degli erogatori» e fungesse, insieme all'avvocato civilista Attilio Pacifico, da «collettore» per lo smistamento di mazzette ad altri magistrati. Non per un unico episodio ma, secondo l'ipotesi accusatoria, per una serie di atti giudiziari o più in generale per tenere informato il gruppo Fininvest sulle attività investigative che potessero riguardarlo. Nello stesso provvedimento, i magistrati del pool, Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Francesco Greco,. Piercamillo OZUZ Gii fcjBflUI:.» ti( Davigo e i due capi dell'ufficio, il procuratore Saverio Borrelli e l'aggiunto Gerardo D'Ambrosio, hanno invece chiesto l'archiviazione per Paolo Berlusconi, per l'ex assessore regionale socialista Maurizio Ricotti e per lo stesso Previti in merito a un aspetto secondario dell'inchiesta relativo a una presunta tangente di un miliardo che, raccontò sempre la teste Ariosto, sarebbe stata pagata per la costruzione del golf club di Tolcinasco. Quanto ai figli di Squillante, i giornalisti Fabio e Mariano e la nuora Olga Savtchenko, coinvolti nell'inchiesta con l'accusa di favoreggiamento per aver movimentato i miliardi na¬ scosti in Svizzera dal genitore, non sono ancora scaduti i termini delle indagini preliminari. Nel provvedimento i pm del pool fanno riferimenti precisi alle ultime indagini sulla vicenda Sme, usata come esempio per un certo «modus operandi» che avrebbe contraddistinto l'attività degli indagati in ambito giudiziario fino alla fine degli Anni 80. Così, per quanto riguarda la holding alimentare dell'Ili che doveva essere ceduta nel 1985 alla Buitoni di De Benedetti, sono stati allegati stralci degli ultimi rapporti della Guardia di Finanza che analizzano il percorso di un versamento di un miliardo e 800 milioni fatto dal defunto Pietro Barilla (che insieme a Ferrerò e Berlusconi creò una cordata concorrente a De Benedetti) sul conto di Previti nel 1988, e i verbali degli interrogatori svolti le settimane scorse: da quello di Carlo De Benedetti a quello dell'avvocato Vittorio Dotti, dal commercialista Pompeo Locatelli all'amministratore della Barilla, Manfredo Manfredi. Un altro allegato riguarderebbe infine i rapporti tra l'onorevole Cesare Previti e Stefania Ariosto, la teste «Omega», che l'ex ministro della Difesa ha sempre accusato di calunnia negando frequentazioni assidue con la donna, ex fidanzata dell'ex capo gruppo alla Camera di Forza Italia, Vittorio Dotti. A smentire Previti questa volta ci sarebbe la testimonianza, raccolta poche sere fa, di Carla Ariosto, sorella di Stefania, anch'essa in buoni rapporti con il legale di Berlusconi. Dalla richiesta è escluso invece il filone relativo ai misteri della sentenza Imi-Sir e alle presunte tangenti di 67 miliardi di lire versate dagli eredi Rovelli agli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Per questa vicenda, che vede indagati altri giudici della capitale, i magistrati del pool hanno chiesto la proroga delle indagini preliminari alla quale si è opposto l'onorevole Previti. «E' un atto prevedibile, visto l'atteggiamento della procura di Milano», ha commentato ieri a caldo la richiesta di rinvio a giudizio l'avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Renato Squillante: «Ora ci misureremo davanti a un giudice imparziale. Ad oggi - ha aggiunto il legale la procura della Repubblica non ha ancora potuto rispondere agli elementi di contrasto rispetto alle testimonianze della Ariosto né dirci quali sarebbero i processi aggiustati in relazione al pagamento. Previti - ha ossevato infine Pecorella - non è un penalista e non ha mai trattato determinati processi, così come Berlusconi, a Roma, non ha mai avuto alcun procedimento con Renato Squillante». Paolo Colonnello Secondo la Procura il leader del Polo, tramite il legale storico della Fininvest, avrebbe pagato l'ex capo dei gip romani affinchéfacesse da collettore per lo smistamento di tangenti a magistrati p p

Luoghi citati: Milano, Roma, Svizzera