Toghe sporche, pronta la richiesta dì rinvio
spimi Ma l'indagine per la corruzione ai giudici romani continua. Tra gli indagati anche Berlusconi e Previti Toghe sporche, pronta la richiesta dì rinvio Tempo scaduto, respinta dal Pool la memoria della difesa MELANO. Tempo scaduto. Per l'inchiesta sulla corruzione tra i giudici romani che vede indagati tra gli altri Silvio Berlusconi e Cesare Previti, ormai manca soltanto il deposito degli atti in cancelleria per la richiesta di rinvio a giudizio. Un atto che materialmente potrebbe avvenire oggi stesso. Per questo ieri i pm di Mani Pulite hanno respinto una memoria difensiva del leader di Forza Italia che il suo difensore, l'avvocato Ennio Amodio, aveva portato in procura. I magistrati hanno risposto al legale che il documento a questo punto dovrà essere presentato al gip dell'inchiesta, il giudice Alessandro Rossato. Dunque se per la prima parte delle indagini, culminate con la reiterazione della richiesta di arresto alla Camera per Cesare Previti, il sipario è pronto a calare, per la parte relativa ad alcuni fatti emersi nel corso dell'inchiesta, l'istruttoria è in pieno svolgimento. Ieri si sono svolti tre importanti interrogatori di persone informate sui fatti: l'imprenditore Giuseppe Ciarrapico, per la vicenda Mondadori, il commercialista Pompeo Locatelli, per l'affare Sme e Carla Ariosto, sorella della più famosa «teste Omega» Stefania, ascoltata come teste per i suoi rapporti con l'onorevole Previti. Le indagini sulle operazioni Sme e Mondadori, i due filoni sui quali si è appuntata l'attenzione della procura che sospetta versa- menti di tangenti per l'aggiustamento delle sentenze che determinarono la vendita o il controllo delle due società, hanno suscitato la reazione della Fininvest che, in un comunicato emesso in serata, ha smentito ogni retroscena sospetto: «Nel caso della Mondadori la vertenza si è risolta con un accordo transattivo tra le parti, sotto gli auspici di un mediatore indicato dalla cordata De BenedettiCaracciolo. Nel secondo (caso Sme, ndr) non vi è stato alcun vantaggio né diretto né indiretto per la cordata Barilla-Ferrero-Fininvest, che ha abbandonato la causa contro Tiri. E' quindi davvero al di là di ogni immaginazione accusare la Fininvest di scor¬ rettezze e illegalità». In mattinata è stato il pm Ilda Boccassini a interrogare i due «registi» delle operazioni di compravendita. Pompeo Locatelli, legato ai socialisti di Bettino Craxi, già inquisito e condannato con patteggiamento per le tangenti Eni, fu l'ideatore della Iar, la cordata composta da Berlusconi, Barilla e Ferrerò, antagonista a quella di Buitoni-De Benedetti, che a partire dall'85 tentò la scalata del guppo alimentare dell'Ili. Un'operazione scandita da aspre polemiche politiche e da vari ricorsi, culminati con la sentenza emessa nell'86 del giudice Filippo Verde con la quale s'invalidò il contratto d'acquisto già siglato In questo caso, uno degli arbitri giudiziario della disputa, richiamata anche nelle carte inviate a Roma per la richiesta di arresto di Previti, fu il giudice Vittorio Metta, il cui nome compare anche nella vicenda Imi Sir, e nei confronti del quale i pm milanesi hanno chiesto il sequestro di 2 milioni e mezzo di dollari ritrovati presso la Zurcher kantonalbank di Zurigo e dallo stesso attribuiti ad una strana eredità. Metta, dopo essersi dimesso dalla magistratura, è andato a lavorare nello studio Previti. Ciarrapico, al termine dell'interrogatorio, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Ma l'interrogatorio forse più interessante si è svolto di pomeriggio nell'ufficio del pm Gherardo Colombo. Per diverse ore è stata infatti ascoltata come testimone la sorella maggiore della «teste Omega», Carla Ariosto, rimasta finora sempre estranea alle vicende giudiziarie trattate dal pool di Mani Pulite. La donna, ex dipendente dell'aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma, sarebbe stata chiamata a confermare le dichiarazioni di Stefania e dell'ex senatore socialista Giorgio Casoli, amico della famiglia Ariosto, sulle frequentazioni con l'avvocato Cesare Previti. Sarebe stato Casoli infatti a presentare l'avvocato storico di Berlusconi alle due sorelle, nell'ambito di quella che poi diventò una stretta amicizia. Paolo Colonnello da De Benedetti. «Fui io personalmente - ha raccontato ieri mattina Locatelli prima di essere interrogato - a proporre a Ferrerò e quindi agli altri due imprenditori di presentare un'offerta alternativa e superiore a quella di De Benedetti. Craxi non ebbi mai modo di sentirlo e non ho mai nemmeno sentito parlare di tangenti per questa storia». Giuseppe Ciarrapico, sarebbe stato invece ascoltato per il ruolo di «mediatore» che ebbe nel corso della cosiddetta «guerra di Segrate», la battaglia, a colpi di carta bollata, ricorsi e sequestri di azioni, combattuta sempre tra De Benedetti e Berlusconi per il controllo della casa editrice Mondadori. Cesare Previti. A destra: il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
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