Riecco Branca e Zamorano ex fantasmi ora primattori di Claudio Giacchino

Riecco Branca e Zamorano ex fantasmi ora primattori Riecco Branca e Zamorano ex fantasmi ora primattori MILANO DAL NOSTRO INVIATO Ronaldo manca? Che importa: le sue controfigure, appena mandate in scena, recitano in modo impeccabile. Fortunato davvero, Simoni: deve fare a meno del Divin Pelato, lo rimpiazza - ammesso che si possa riempire un vuoto così grande - prima con Branca e poi con Zamorano, da agosto ad oggi fantasmi. E loro mandano a picco i giallorossi firmando i gol numero 2 e 3. Per entrambi, il primo successo personale in un campionato visto sinora dalla tribuna: perché le controfigure ronaldesche sono state confinate dalla squadra da ripetuti infortuni e, nel caso del cileno, pure dalle qualificazioni mondiali. Pensate: Branca, prima di cominciare da titolare contro la Roma, in questa stagione aveva giocato l'infima durata di 7 minuti, quelli finali del derby; e Zamorano, entrando a metà ripresa a sostituirlo e diventando in tal modo il vice del vice del Fenomeno, aveva sin qui sommato due spezzoni di partita a settembre che sommati insieme fanno 50 minuti scarsi. Dun- L'italiano finora aveva giocato II cileno manda un messaggio solo T\ «Ho fatto il mio dovere anche agli azzurri: «Io sono vivo non mi ritengo il vice di nessuno» e se sto bene segno facilmente» que, i loro gol alla truppa di Zeman hanno l'aura dell'impresa memorabile e, almeno per questa domenica, il popolo nerazzurro può sospirare di sollievo il «che importa» di cui sopra per la lontananza del suo campionissimo pelato. Zamorano non si fa vedere in sala stampa, ma raccontano che agli intimi, nel ventre di S. Siro, abbia detto: «Ho dimostrato al Cile e all'Italia che sono vivo, che se sto bene segno facile». Per i distratti, la «dimostrazione» alle due nazioni è la prima anticipa- zione (ahimè che tormentone ci aspetta) del duello mondiale (Bordeaux, 11 giugno) tra azzurri e cileni. Branca, invece, sale dallo spogliatoio. Non crediamo sia venuto per prendersi i meritati elogi, non ci è parso cacciatore della pubblica lode: probabilmente, c'è venuto perché spinto dai compagni: «E' da una vita che non hai la ribalta, vacci così noi possiamo filarcela subito a casa». Più d'un cronista lo copre di complimenti, lui spegne gli entusiasmi rifuggendo dal banale e dal trionfale, regalando arguzie e il disincanto del veterano: «La vittoria è bella di per sé, immaginatevi che cosa può mai essere quando racchiude anche vittorie personali: io gioco sempre contro me stesso e non parlatemi di rientro sognato chissà quanto, dopo tanti anni di pallone non si sogna più nulla, si pensa solo a fare, nella maniera migliore, ciò che si deve fare. Dovevo fare gol, l'ho fatto». Affiora l'etichetta «vice-Ronaldo», il filosofo Branca osserva: «Nessuno lo è, ciascuno ha le sue caratteristiche e cerca di farle fruttare al massimo». Due passi più in là, Moriero sta rovesciando veleno su Roma e Zeman: «Ho dimostrato qualcosa a chi non m'ha voluto», Branca guarda il compagno come si guarda un bimbo discolo: «E' un sanguigno, se li annota tutti i torti che ritiene d'aver patito e poi appena può... Anch'io me li sono annotati uno ad uno però non li sbandiero. E' sempre meglio lasciar perdere, passarci sopra e far parlare il campo». Capito? L'Inter era priva del suo Fenomeno, ma un Fenomeno l'ha presentato lo stesso. Fenomeno di saggezza, intelligenza e tempismo: prima volta titolare e zac, gol. Un gol che gli mancava da quasi 9 mesi (23 marzo, InterVerona 2-1, Branca siglò la vittoria). Zamorano invece non era bomber dal 25 maggio, Inter-Napoli 3-2: aveva segnato il 2-1. Claudio Giacchino

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