Allarme per una nube tossica

Provincia di Cuneo Provincia di Cuneo Allarme per una nube tossica CUNEO. Oltre tremila quintali di rifiuti plastici sono andati distrutti ieri in un incendio di probabile origine dolosa a Mombel- 10 di Vezza d'Alba, a poca distanza dalla statale 29 che collega Alba con Torino. La nube tossica sviluppatasi dal rogo ha creato apprensione e allarme in tutta la zona della Provincia di Cuneo. Verso le 7 di ieri mattina da un deposito all'aperto della ditta «Slu sne» si è alzata un'altissima colonna di fumo acre e nero, visibile in vaste aree del Cuneese. Si è così ripetuto il rogo che si era già verificato il 4 agosto scorso ad Asti, in un deposito della stessa «Slu», nel quale andarono a fuoco migliaia di tonnellate di rifiuti simili. In seguito all'incendio di Asti, i materiali di Vezza, prima accatastati all'interno di un capannone, sono stati portati all'esterno per ragioni di sicurezza, in attesa di essere trasferiti in un secondo tempo. Ieri le balle di rifiuti, per lo più bottiglie pressate, bruciando, hanno dato origine a fiamme molto alte, fino a una decina di metri: la sinistra massa è stata portata dal vento prima verso il Braidese, poi verso l'Astigiano. Ai vigili del fuoco di Alba si sono aggiunti numerosi rinforzi dalla provincia di Cuneo, da Torino e dalla Liguria, compreso un elicottero: il fuoco è stato domato solo dopo otto ore di lavoro, utilizzando anche alcune ruspe. Il procuratore della Repubblica di Alba, Luigi Riccomagno, ha subito aperto un'inchiesta. Sono state disposte analisi su campioni di aria e di terra per stabilire se la combustione abbia causato fumi nocivi per la salute e inquinamento, in collaborazione con l'Azienda sanitaria locale. Agli mquirenti si è anche presentato 11 titolare delia «Slu», Giuseppe Nota, un imprenditore di 31 anni, originario di Carmagnola e abitante a Cherasco. L'indagine è condotta in collaborazione con la Procura di Asti, che da mesi indaga sulla complessa vicenda di rifiuti provementi dalla Germania e giunti, attraverso alcuni passaggi, anche alla «Slu», per essere riciclati. Un'attività che era già stata contestata dai vezzesi, che fin dal '95 presentarono un esposto, lamentando l'emissione di fumi e vapori maleodoranti dalla ditta di Vezza. Il sindaco del paese, Claudio Rista, dopo alcuni sopralluoghi, con un'ordinanza fece sospendere le lavorazioni. Nell'agosto scorso gli abitanti di Vezza, allarmati per quanto accaduto ad Asti, segnalarono con un altro esposto il rischio di un incendio analogo. Gli abitanti di Vezza e dintorni sono stati invitati a tenere le finestre chiuse e sul posto sono giunti anche tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente, che hanno effettuato una serie di prelievi. Non sono stati segnalati, comunque, danni a persone. Ma adesso ci sono timori anche per un terzo deposito pieno di rifiuti, collegato allo «Slu», che si trova a Castagnito, a poca distanza dalla statale Alba-Asti. Giuseppina Fiorì

Persone citate: Claudio Rista, Giuseppe Nota, Luigi Riccomagno, Vezza