A Torino i giorni della speranza
Giovanni Alberto Agnelli, un cosmopolita che aveva mantenuto solide radici nella terra della sua famiglia Giovanni Alberto Agnelli, un cosmopolita che aveva mantenuto solide radici nella terra della sua famiglia A Torino i giorni della speranza Dalla favola con Avery all'ultima battaglia Era nato a Milano e cresciuto negli Stati Uniti. Viveva in Toscana. Ma con Torino aveva un rapporto che andava al di là dei legami di sangue e del fatto di essere un Agnelli, il primo Agnelli della quarta generazione a entrare nel consiglio d'amministrazione Fiat, indicato dallo zio come suo successore alla guida della società industriale più importante d'Italia. Qui vivono infatti alcune fra le persone più care della vita di Giovanni Alberto Agnelli. Innanzitutto gli amici della prima infanzia, trascorsa con i genitori in largo Re Umberto. Ma anche i compagni dell'Istituto San Giuseppe, frequentato per sette anni, dalla prima elementare alla seconda media. E gli amici del mondo sportivo: della Juventus e dello sci club Sestriere. Rapporti solidi, coltivati con una discrezione che si potrebbe definire torinese. Solo adesso si scopre che nonostante l'adolescenza trascorsa negli Stati Uniti, nonostante gli impegni come presidente della Piaggio, Giovanni Alberto Agnelli non aveva mai rinunciato ai contatti con la sua città, come se solo qui si sentisse davvero a casa. Lettere, telefonate, incontri non pubblicizzati. Fra i suoi amici, sarebbero in tanti a poter raccontare: «L'ho visto prima di Natale». «Mi ha telefonato per il matrimonio». «L'ho chiamato in azienda, ho lasciato detto alla segretaria e dopo due ore s'è fatto sentire». Ma nessuno lo fa. «Per rispetto nei suoi confronti», dicono. «Perché a lui non farebbe piacere». Uno dei suoi vecchi compagni di gioco si limita ad aggiungere: «Per una volta, l'immagine che i giornali davano di Giovanni Alberto coincideva con la realtà. Era un ragazzo in gamba, non amava la mondanità, detestava le frivolezze». Così, a raccontare il legame profondo che Giovanni Agnelli junior manteneva con questa città restano poche foto e qualche ritaglio di cronaca. Dopo gli anni al San Giuseppe e gli studi negli Stati Uniti, dove tra l'altro ha potuto formarsi lontano da sospetti di privilegio, nel 1982 Giovanni Alberto è a Torino per la sua prima esperienza in fabbrica: operaio alla Comau, assunto con il falso nome di Giovanni Rossi. Le apparizioni pubbliche sono rare. Ogni tanto viene visto allo stadio, insieme con il papà o con lo zio, a seguire un incontro della Juventus. A volte è a Sestriere, dove presiede il comitato organizzatore degli ultimi mondiali di sci. Quando nel novembre 1996 si diffonde la notizia che presenterà la moglie Avery Howe all'esclusivo circolo del Whist, in occasione della tradizionale riunione di casa Agnelli, in piazza San Carlo si appostano decine di fotografi a caccia di un'immagine per i rotocalchi. Resteranno delusi. L'ultima foto di Giovanni Alberto Agnelli nella sua Torino è l'immagine della speranza: mercoledì è al Delle Alpi per assistere all'incontro tra la Juventus e il Manchester. Commento fra il pubblico: «Buon segno, significa che si sta riprendendo». Ieri, invece, se n'è andato. Gianni Armand-Pilon «Era un ragazzo in gamba, non amava la mondanità e le frivolezze» Aveva presentato la moglie nella riunione annuale al circolo del Whist Giovanni Alberto Agnelli al San Giuseppe (primo a sin. in seconda fila) Questa foto è dì soli 10 mesi fa: Agnelli è con donna Allegra e la moglie Avery
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