Ragazzo ucciso perché frequentava la ragazza del boss di T. A.

Lecce, due arrestati Lecce, due arrestati Ragazzo ucciso perché frequentava la ragazza del boss LECCE. Una esecuzione maturata in un gruppo di giovani malavitosi di periferia decisi a diventare «boss» da grandi e che non potevano sopportare che una «loro» ragazza frequentasse uno a loro non gradito e persino proveniente da un altro paese. Questo il movente che avrebbe fatto da sfondo all'uccisione di Tiberio Pastore, il giovane tossicodipendente di Strudà (Lecce), «giustiziato» con un colpo di pistola alla tempia e poi gettato in un pozzo nelle campagne di Vernole già in passato utilizzato dalla malavita per far sparire cadaveri. Il corpo era stato trovato il primo dicembre scorso, ad ima settimana dalla scomparsa del ragazzo. Dell'omicidio sono accusati altri due giovani, entrambi di Vernole, che sono stati arrestati ieri. Erano stati indicati da alcuni testimoni come le persone con le quali la vittima si era allontanata la sera della scomparsa. Il più giovane dei due, Antonio Leo, di 18 anni, è fratello di un pregiudicato uscito di prigione da circa un anno e sottoposto a regime di sorveglianza speciale. L'altro, Antonio Mazzeo, di 25, è imparentato con la ragazza oggetto della disputa che è a sua volta la sorella di un pregiudicato, [t. a.]

Persone citate: Antonio Leo, Antonio Mazzeo, Tiberio Pastore

Luoghi citati: Lecce, Vernole