Intrigo miliardario alla frontiera di G. A.

Bolzano: gli inquirenti smentiscono che i soldi siano legati ai sequestri Melis e Soffiantini Bolzano: gli inquirenti smentiscono che i soldi siano legati ai sequestri Melis e Soffiantini Intrigo miliardario alla frontiera Cerano 4000 milioni nell'autoguidata da un agente BOLZANO. Un agente della Polizia di Stato che cerca di varcare il confine con quattro miliardi in banconote da 500 mila lire, sistemate in una valigia. E' successo venerdì scorso al valico di confine del Brennero, la Procura di Bolzano ha avviato un'inchiesta mantenendo il più stretto riserbo sull'operazione che ha portato al sequestro, ma nel frattempo sull'origine del contante sono circolare le ipotesi più fantasiose. Anche quella secondo la quale il denaro farebbe parte di somme utilizzate per pagare uno dei riscatti chiesti dall'anonima sequestri per rimettere in libertà le proprie vittime, con riferimento agli ultimi casi di Silvia Melis e Giovanni Soffiantini. Ipotesi che la Procura di Bolzano ha ieri fennamente respinto, affermando che il ritrovamento è avvenuto nel corso di un nonnaie controllo antidroga. Il sequestro è avvenuto appunto venerdì scorso, messo a segno dagli uomini della Guardia di Finanza, ma un primo allarme circa movimenti sospetti di forti somme di denaro sarebbe scattato in precedenza. I responsabili di un istituto di credito di Forlì avrebbero notato un'insolita affluenza di denaro su uno dei conti correnti a disposizione di un procacciatore d'affari altoatesino, ex agente della Polizia di Stato, in servizio fino a qualche anno fa presso la Questura di Bolzano. Una procedura relativamente normale, per un uomo nella posizione dell'altoatesino. A far scattare l'allarme sarebbe stata infatti una ri¬ chiesta ben precisa dell'uomo d'affali, che avrebbe ordinato alla banca di preparare la liquidazione di quattro miliardi in banconote da 500 mila lire. La consegna del denaro sarebbe avvenuta sotto il controllo (a distanza) degli uomini della Guardia di Finanza. Il procacciatore d'affari avrebbe sistemato il denaro in una sacca da montagna nel baule di una Lancia, abbandonando Forlì e dirigendosi a Nord. Il primo incontro con l'agente poi fermato al valico (un dipendente dell'ufficio logistico coordinato dal Commissariato del governo di Bolzano, addetto alla manutenzione degli impianti radio e dei computer della Polizia) sarebbe avvenuto in un'area di servizio autostradale della zona di Verona. I due avrebbero proseguito fu due autovetture: l'uomo d'affari sulla solita Lancia, il poliziotto su una Mercedes di proprietà di una società intestata alla moglie. All'altezza di Vipiteno, ormai in prossimità del valico di confine, lo scambio d'auto. L'agente si sarebbe messo alla guida della Lancia sulla quale era sistemato il denaro, terminando nella trappola tesa dagli uomini della Guardia di Finanza al valico del Brennero nonostante i suoi tentativi di evitare i controlli esibendo la tessera di servizio. L'agente si sarebbe dichiarato all'oscuro della presenza del denaro a bordo dell'autovettura appartenente all'amico, avvalendosi in seguito della facoltà di non rispondere. La vicenda resta quindi avvolta nel mistero. [g. a.]

Persone citate: Giovanni Soffiantini, Melis, Silvia Melis, Soffiantini

Luoghi citati: Bolzano, Forlì, Verona, Vipiteno