L'Italia' Virtualmente in Europa di Fabio Martini

ntalici? Virtualmente in Europa ntalici? Virtualmente in Europa Al summit con Prodi i leader parlano di «11 ammessi» ha un suo significato: stamattina si era partiti con la definizione di chi stava "dentro" e chi "fuori" e poi i partecipanti hanno usato il termine "11" e "15". Io questo termine non l'ho mai usato, perché non mi sembrava di stile...». Certo, la novità semantica è destinata ad appassire se l'Italia sballerà i suoi conti. Ma dopo una settimana trascorsa a vivisezionare gli umori di Kohl e le sfumature di Strauss-Kahn, la novità è sintomatica almeno di un clima più favorevole all'Italia? Sì, a sentire il portavoce di Palazzo Chigi Ricardo Franco Levi, che ieri pomeriggio, nel consueto briefing con i giornalisti italiani, ha sostenuto che «non bisogna enfatizzare la novità, ma ha un qualche significato l'utilizzo naturale e sereno da parte di tutte le delegazioni del numero 11, per indicare gli in, gli inclusi». Ma in serata il ministro delle Finanze tedesco Theo Waigel diceva ai giornalisti che «nella riunione sono circolati diversi numeri. Qualcuno ha detto "da nove a undici", qualcun altro undici». Alle 21 e 30 arrivava la controreplica di Palazzo Chigi: «I verbali della riunione sono molto chiari e in ogni caso il presidente lussemburghese ha chiuso la seduta facendo riferimento a due numeri: undici e quindici». Ma che l'Italia resti un sorvegliato speciale lo dimostrano tanti dettagli. Anzitutto la rinnovata cautela di Romano Prodi. Ieri mattina, dopo aver fatto colazione nel suo albergo alle 8,45 e prima di immergersi nel vertice, il presidente del Consiglio ha affrontato i microfoni, ma si è te¬ nuto lontano da ogni ottimismo di maniera: «Certamente è un momento difficile per l'Europa», nel quale ci sono anche «posizioni molto diversificate», ma naturalmente «bisogna andare avanti perché non c'è alternativa ad un futuro europeo». Ma per l'Italia gli esami veri cominciano a gennaio. Dopo anni di chiacchiere, punture di spillo, provocazioni, ma anche timori autentici (in Germania fa paura il «contagio» con il debito italiano), nei primi 29 giorni del 1998 il Belpaese sarà passato ai raggi x. Entro il 20 infatti l'Unione europea è chiamata a valutare il piano di convergenza italiano e la compatibilità della Finanziaria '98 con il piano stesso. E a fine mese, probabilmente il 28, il governo italiano è atteso da ima nuova prova. Prodi, Ciampi e Dini si presenteranno davanti alla Commissione europea «per un tavolo di lavoro organico sui problemi europei». L'incontro, nato da un'iniziativa di Lamberto Dini, non è altro che la replica di analoglù summit (con Francia, Germania, Austria), ma la data nella quale è fissato (ad appena tre mesi dalla decisione sul Club dell'euro) è destinata a caricare l'incontro di speciali aspettative. Certo, il portavoce di Palazzo Chigi ha tenuto a precisare che l'incontro governo-commissione non ha nulla a che vedere con l'«esame» cui l'Italia è sottoposta per l'ingresso nel primo gruppo dell'euro, tanto più che il summit si terrà alcuni giorni dopo il «voto» sui conti della nostra Finanziaria. Fabio Martini