Latte, i Cobas riaccendono i trattori

Critiche all'iniziativa dagli altri presidi. Ieri disagi nel Lazio per i mezzi schierati sulla Flaminia Critiche all'iniziativa dagli altri presidi. Ieri disagi nel Lazio per i mezzi schierati sulla Flaminia lotte, i Cobas riaccendono i trattori Annuncio da Modena: «Partiamo per Roma» MILANO. I Cobas del latte riaccendono i trattori. Dalla provincia di Modena sono pronti a mettersi in marcia già questa mattina - «Partiamo alle 6, andiamo a Roma, ci devono sentire», giurano -, mentre negli altri presidi, dove la protesta va avanti da più di un mese, si aspetta lunedì prossimo per la giornata nazionale di lotta. «Sulle quote latte l'Unione europea ha messo in mora l'Italia, adesso ci muoviamo su due fronti: il Parlamento italiano e quello europeo», tuona Giovanni Robusti, il leader riconosciuto della protesta che ha guidato pure l'assemblea generale di mercoledì, quella finita a tarda notte in una pizzeria di Lonato, alle porte di Brescia. Va bene che la commissione Agricoltura del Senato ha approvato il decreto sulle quote, quello voluto dal ministro e aggiustato dal presidente Romano Prodi. Va bene che il ministro degli Esteri Lamberto Dini giura che bisogna «razionalizzare la quota nazionale e ci deve essere trasparenza». Va bene tutto, ma ancora non basta. «Non ci interessa la restituzione generalizzata delle quote all'80%, voghamo il 100%», ripetono da Savigliano in provincia di Cuneo, Caravaggio vicino a Bergamo, Ciliverghe nel Bresciano e Vancimuglio, vicino all'autostrada «Serenissima», dove due settimane fa è volato il letame, manganelli e lacrimogeni. E i trattori sono ancora lì. Dicono «no» anche dal Friuli, do- ve a Codroipo - magari già lunedì sono pronti a tornare in autostrada come a Vancimuglio. «Mi sembra che a Roma il governo faccia orecchie da mercante», storce il naso Roberto Zampa, portavoce dei Cobas per il Friuli. «Siamo pronti a riaccendere i trattori, siamo pronti a star qui a farci gli auguri di Natale e anche quelli per l'anno nuovo», promette Ruggero Marchioron, il «Generale» del campo di Vancimuglio, a un passo dai caselli di Vicenza Est e Grisignano. «Di qui non ce ne andiamo fino a che non rivediamo i nostri soldi», giura. In provincia di Modena, gli allevatori non possono più aspettare. Questa mattina alle 6 accenderanno i trattori, si metteranno in colonna sulla statale in direzione Roma, attraverseranno il passo di Porretta fino a Poggibonsi. E sabato, se tutto va come dicono, sono pronti a planare nella capitale. «Abbiamo bisogno di risposte immediate da parte del governo, è ne¬ cessaria una mobilitazione forte. Non basta togliere il latte dagli scaffali, bloccare la distribuzione, ci vuole di più», spiega Roberto Baldini, che questa mattina con il suo trattore aprirà il corteo motorizzato verso Roma, malgrado dagli altri presidi emiliani piovano solo critiche. «Non vogliamo creare disagi all'opinione pubblica, ma non ci va quello che dice Robusti, quando sostiene che non siamo in grado di marciare su Roma. Lo faremo, lo dimostreremo», lancia la sfida Paolo Lancelotti. C'è una vena polemica, nelle sue parole. Segno che il fronte degli allevatori, per ora unito, con il passare del tempo rischia di frantumarsi tra chi non può più aspettare e chi invece sceglie il coordinamento nazionale. Intanto, oggi, una decina di quintali di latte verrà distribuita gratuitamente a Torino in segno di protesta. Sarà lunedì, comunque, il giorno decisivo. Quando ogni presidio, ogni campo deciderà cosa fare. Tra tornare in autostrada o bloccare i treni. Oppure la statale, come hanno fatto ieri pomeriggio sulla Flaminia. Oppure, ancora, distribuire gratuitamente cartoni di latte, come hanno fatto ieri a Roma, 80 mila cartoni da mezzo litro accompagnati da un volantino: «Tutti dicono che abbiamo ragione, ma la ragione è dei fessi». In questo clima è da registrare anche una querela. L'ha presentata contro «Striscia la notizia» il funzionario di pohzia trevisano Giuseppe Corsi, che dice di sentirsi diffamato dalle immagini che lo riprendevano mentre perquisiva un allevatore. «E non è vero che volessi rubargli il portafoglio», giura il pohziotto. E intanto si apre l'ennesimo fronte: ieri, a Roma, davanti al ministero dell'Agricoltura si sono dati appuntamento le organizzazioni dei bieticoltori. Tra gli slogan di protesta: «Governo di incompetenti, dacci la possibilità di fare zucchero per i poveri e per i potenti». [f.pol.] Distribuiti a Roma 80 mila cartoni E davanti al ministero protestano anche i bieticoltori Non solo latte Protestano anche le organizzazioni dei bieticoltori Ieri si sono date appuntamento davanti al ministero delle Risorse Agricole

Persone citate: Giovanni Robusti, Lamberto Dini, Paolo Lancelotti, Roberto Baldini, Robusti, Romano Prodi, Ruggero Marchioron