Prima rivolta contro il premier

11 Prima rivolta contro il premier La sinistra delLabour vota «no» alla sua legge che taglia il welfare LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tony Blair si lecca le ferite e affronta l'amara realtà della vita politica. Dopo la fine della sua «luna di miele» con la stampa e con gli elettori, anche quella con la «vecchia guardia» socialista del Labour è tramontata dopo l'aperta ribellione in cui 47 deputati hanno votato contro il governo e contro la proposta di tagli ai sussidi per le ragazze madri. Altri 14 deputati si sono astenuti. Cinque, guidati dal sottosegretario agli Affari Scozzesi Chisholm, si sono dimessi o sono stati silurati dai loro incarichi di governo. Peggio di così non poteva andare; anche perché il risultato del voto ai Comuni - 457 a 107 rivela che per imbarazzare ulteriormente il Primo ministro tutti i conservatori hanno votato con lui. All'opposizione, oltre i «ribelli», c'erano soltanto i liberaldemocratici e i pochi nazionalisti. L'intera ala sinistra del partito, che si era adattata alla politica del New Labour unicamente per un esercizio d'unità e di buon senso elettorale, ha ampiamente dimostrato il suo disaccordo. Fallite le minacce preventive, il capogruppo parlamentare Nick Brown si prepara ora a colpire i ribelli. Li convocherà ad uno ad uno; e a tutti, ha detto ieri, mostrerà il «cartellino giallo». Ma Blair procederà, ha precisato un suo portavoce, nella riforma del welfare in chiave di economia di bilancio: «Si sbaglia chiunque speri in un ripensamento dei princìpi e delle politiche in base ai quali siamo stati eletti. I deputati possono esprimere le loro opinioni, ma in fin dei conti tocca al governo il compito di governare e il Primo ministro sosterrà anche le decisioni più difficili». Non passa giorno, ormai, senza che il «laboratorio sociale» del New Labour, così attentamente seguito da molti altri Paesi europei, esprima sostanziali novità. Il voto sulle ragazze madri (ma l'emendamento di legge parla di «genitori single») riduce fino a 11 sterline la settimana (circa 30 mila lire) i sussidi finora elargiti. Blair vorrebbe con questo incoraggiare le ragazze madri a tornare al lavoro non appena i figli vanno all'asilo. Fa parte dello «stimolo al lavoro» che permea la sua politica sociale: l'unica, secondo il premier britannico, in grado di fare uscire gli emarginati dal ghetto della povertà, trasformandoli da assistiti in contribuenti. Nel caso delle ragazze madri, ai tagli dei sussidi corrisponderanno aiuti a trovare lavoro, più asili e doposcuola. I risparmi dovuti a quei tagli non sono immensi - 150 miliardi di lire il primo anno, 1200 sull'arco di tre anni; e infatti i conservatori hanno parlato di «tante grane per quattro soldi» - ma sono il primo passo nella direzione voluta. Accusato di «machismo» dai suoi ribelli, Blair lo paga con la sua prima umiliazione dopo il trionfo elettorale del 1° maggio. lf. gal.] La manifestazione contro Blair durante l'incontro con Gerry Adams, e il leader del Sinn Féin con il vice Martin McGuinness e una negoziatrice davanti a Downing Street

Persone citate: Chisholm, Gerry Adams, Martin Mcguinness, Nick Brown, Tony Blair

Luoghi citati: Londra