Rutelli s'insedia con gli auguri di Fini di Enrico Singer

Rutelli s'insedia con gli auguri di Fini Prima riunione del Consiglio comunale di Roma. Rauti non vuole sedersi vicino agli eletti di An Rutelli s'insedia con gli auguri di Fini Nel nuovo Campidoglio tanti big della politica nazionale ROMA. «No. Le guardie del corpo si devono fermare qui». Hanno molto da fare i vigili urbani di servizio in Campidoglio per la prima seduta del nuovo Consiglio comunale. Tanti big della politica nazionale, con le loro scorte in appendice, non li avevano mai visti. C'è Massimo D'Alema, c'è Franco Frattini, c'è Marco Pannella e c'è Gianfranco Fini, l'unico veterano, che arriva per primo, ma non ricorda bene la strada e punta dritto verso l'ufficio del sindaco prima di bloccarsi («Ho sbagliato buco») e di tornare sui suoi passi. L'anticamera dell'Aula di Giulio Cesare sembra un piccolo Transatlantico. Si rivede anche Pino Rauti e, tra gli ospiti, si fa notare Francesco Storace. Roma si prepara al Giubileo, fuori c'è ancora la tensione dell'assalto alla metropolitana delle gente inferocita dallo sciopero bianco dei macchinisti. E il Consiglio comincerà subito a fare i conti con questi problemi. Ma il prologo è tutto dominato dal debutto dei grossi calibri. Sotto le bandiere degli antichi rioni di Roma e la grande statua di Giulio Cesare che dà il nome alla sala, i nuovi consiglieri si guardano intorno. Adriano Panatta - unico scampato alla strage dei candidati vip - prende posto dietro D'Alema nei banchi del pds. Dall'altra parte si siede protestando Pino Rauti, solitario paladino di Fiamma tricolore. «Non credevo che l'aula fosse fatta così: delle file a destra e a sinistra. Io non ci voglio stare a destra, con questa destra». A due scranni c'è Franco Frattini, capogruppo Azzurro. «Per oggi mi guardo intorno e imparo. Non ho mai fatto politica a Roma al livello comunale». Tocca a Fini presiedere le prime battute del Consiglio. E' stato il più votato ed ora è lì, esattamente sopra la poltrona che spetta al sindaco, Francesco Rutelli. Ma il tono è distensivo, con tanto di auguri di buon lavoro. Anche Pierluigi Borghini, avversario di Rutelli nella sfida del 16 novembre, usa parole misurate. Le forze del Polo lo hanno appena designato «portavoce» della coalizione e Borghini avverte che «l'opposizione non si accontenta delle promesse, vuole fatti concreti, ma non sarà distruttiva». Rutelli riassume in una frase il suo secondo mandato: «Migliorare Roma nell'interesse di tutti». Nell'interesse dei romani, ma anche dello Stato che ha bisogno di una capitale efficiente e del grande appuntamento del Giubileo. Pei questo occorre più considerazione da parte del potere centrale. E la presenza di tanti politici nazionali nel Consiglio «potrà aiutare», dice Rutelli. Enrico Singer

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