Laurea a punti promossa con riserva di Raffaello Masci

«Questo sistema per funzionare ha bisogno di più flessibilità» Il sì anche da sindacati e studenti: finalmente potremo dare il voto agli insegnanti laurea a punti promossa con riserva I docenti: buona idea, ma smuove troppi interessi ROMA. Il ministro Berlinguer stia contento: la sua «laurea a punti» piace ai professori, agli studenti e ai sindacati. Il ministro Berlinguer stia attento: la sua «laurea a punti», se sarà accettata con tutto il suo corredo di innovazioni, farà saltare la pace accademica e innescherà la più grande guerra tra il potere centrale e le lobby baronali. Anche di sinistra. Introduce infatti un elemento dirompente: la «valutazione» della didattica, e quindi dei professori, abituati invece a fare da satrapi assoluti. «Io non conosco la proposta di Berlinguer se non dai giornali dice il prof. Marcelo Pera, docente di Filosofia teoretica a Pisa e senatore di Forza Italia - ma da quel che ho capito non mi sembra una proposta da scartare in linea di principio. Il sistema della didattica a punti ha una lunga tradizione negli Stati Uniti e lì funziona perché è inserita in un sistema altamente flessibile. Ora, mi chiedo, una struttura ingessata come la nostra università, potrà resistere a un impatto così innovativo? Senza dire che trovo le varie riforme messe in cantiere da Berlinguer un po' scoordinate tra loro. Un esempio per tutti: come si compagina la grande mobilità degli studenti che vanno a prendere punti in più atenei con il numero chiuso? Ciò detto, trovo la proposta Berlinguer interessante. Se ne potrà discutere senza lasciarla cadere». Del tutto imprevedibilmente, il parere espresso dal prof. Gianfranco Pasquino - docente di Scienza della Politica a Bologna, e a lungo parlamentare della sinistra indipendente - non è diametralmente opposto a quello del suo collega di centro-destra. «Tutto ciò che contribuisce a smuovere questa situazione stagnante è assolutamente benvenuto. Tanto, peggio di così non si può stare. Ciò detto, ho il timore che la proposta di Berlinguer possa andare a cozzare contro quella macchina arrugginita che è l'università italiana. Sia il sistema dei punti sia quello della valutazione deh'attività didattica, comportano cambiamenti sostanziali nel modo di lavorare di noi docenti e, soprattutto, insidiano delle nicchie di potere. E questo, beninteso, può essere anche giusto, ma certamente non è facile. E Berlinguer rischia di imbarcarsi in una guerra tanto nobile quanto incerta nell'esito». Anche gli studenti danno un «sì» entusiasta, ma fortemente condizionato, a Berlinguer. «Un'agenzia nazionale di valutazione del lavoro delle università - dice Orione Lambro, leader doll'Udu, il sindacato degli studenti universitari - ci sta molto bene perché limita tutti i possibili arbitri determinati dall'autonomia. Noi però vogliamo che nella valutazione intervengano anche gli studenti, noi siamo i fruitori dell'università e non si può giudicare il "prodotto" senza sentire i "consumatori". Spesso i docenti sono illustri studiosi ma pessimi insegnanti. Noi vogliamo che il nostro parere nella valutazione sia anche decisivo per la loro carriera. Inoltre chiedia¬ mo l'abolizione degli ordini professionali e che resti il valore legale del titolo di studio». Un «sì, ma» viene anche dal sindacato. «La proposta Berlinguer è una grande occasione - dice Andrea Ranieri, segretario della federazione scuola-Università della Cgil - ma può funzionare solo a patto che vengano affrontate con decisione questioni dolorose. Che, per esempio, la valutazione degli atenei avvenga sulla base della qualità della didattica, e che i soldi vengano dati in base ai contenuti di innovazione e non solo in base agli iscritti. Il grande rischio è che questa proposta strida contro l'inerzia del sistema, si sfracelli contro il muro della routine, e che tutto resti com'è». Raffaello Masci «Questo sistema per funzionare ha bisogno di più flessibilità» Il progetto di riforma dell'Università ha incontrato il parere favorevole degli studenti

Luoghi citati: Bologna, Pisa, Roma, Stati Uniti