Con la Germania una pace a metà

Vertice a Bonn tra i consiglieri di Ciampi e Waigel. Dubbi sulla «stabilità» dei progressi Vertice a Bonn tra i consiglieri di Ciampi e Waigel. Dubbi sulla «stabilità» dei progressi Con la Germania una pace a metà Moneta unica, l'Italia resta «sorvegliata speciale» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Pace fatta fra Italia e Germania? Riserve rientrate, dopo il riaffiorare del «dubbio politico» sull'affidabilità europea del nostro Paese espresso dal cancelliere Kohl al superministro francese dell'Economia, come lo stesso StraussKahn ha riconfermato ieri nella capitale tedesca? Se ha portato elementi «tecnici» obiettivamente favorevoli alla situazione italiana, il vertice di ieri a Bonn fra il vice del ministro delle Finanze Waigel, Stark, e il braccio destro del ministro Ciampi Piero Giarda - accompagnato dal consigliere di Prodi, Onofri, e dal consigliere del ministro Treu, Geroldi - non ha risolto forse tutti i dubbi politici degli interlocutori tedeschi. Questi ultimi si inquadrano, infatti, in una più complessa operazione europea che fa del nostro Paese una specie di «sorvegliato speciale» di qui alla prossima primavera, quando saranno scelti i «promossi di Maastricht». Mentre il vertice di Bonn era in corso, Strauss-Kahn definiva «ragionevole» la «forchetta nove-undici», l'ipotesi di Kohl sul numero dei Paesi che aderiranno puntualmente all'Unione monetaria: con l'Italia ancora a rischio, dunque. Poco dopo, il commissario europeo agli affari monetari, Tibault de Silguy (che ha fissato al 2 maggio la scelta del presidente della banca europea), dichiarava di «non considerare affatto irrealistico» lo scarto ipotizzato dal Cancelliere tedesco. E da Bruxelles arrivava notizia che il 19 gennaio una commissione dell'Ecofin sarà a Roma, per controllare i conti italiani. La missione di Giarda e dei suoi colleghi si è svolta all'interno di questo quadro complesso, che sarebbe affrettato ritenere soltanto una prova della «sfiducia» europea nei confronti di Roma, ma che sarebbe sbagliato considerare un semplice fondale politico «usa e getta»: quando si tratta di Unione monetaria, in Germania gli aspetti tecnici e quelli politici dei problemi sono indissolubilmente intrecciati. Così sarà anche a proposito dei chiarimenti forniti ieri da Giarda: la posizione tedesca, riconfermata da Stark, è infatti divisa fra il riconoscimento degli «ottimi risultati» ottenuti nel '97 dal governo italiano, soprattutto riguardo all'inflazione e al rapporto fra deficit e pil (il criterio del 3%); e la preoccupazione che questi risultati non siano confermati nel '98 e negli anni successivi. Centrali, nel vertice di ieri, sono state infatti «la questione della stabilità e le prospettive del mantenimento della stabihtà», come ha confermato lo stesso Giarda. Da questo punto di vista, la delegazione italiana ha cercato di dimostrare che i risultati del '97 in materia di bilancio «derivano da scelte concrete e possono essere estesi al '98 e agli anni successivi», dal momento che le «misure temporanee destinate ad avere effetti quest'anno» saranno sostituite da altre «destinate a durare». Del resto, ha argomentato Giarda con Stark, gli effetti della riduzione dei tassi di interesse sulla riduzione del deficit non sono stati tutti contabilizzati nelle proiezioni per il '98: «Ci sono risparmi di spesa che costituiscono una polizza di assicurazione, sulla via della stabilizzazione dei conti pubblici». Se a questo si aggiungono la diminuzione della pressione tributaria nel '98, una riforma delle pensioni che non varia la spesa previdenziale ri¬ spetto al reddito nazionale, e il contenimento della spesa non previdenziale, quello che ne deriva - hanno riassunto agli interlocutori tedeschi Giarda e i suoi colleghi - è certamente «un quadro di stabihtà». Gli esami purtroppo non finiscono mai, come ha ricordato ieri Strauss-Kahn: anch'egli pieno di elogi per i risultati fin qui ottenuti dal governo di Roma, ma attento a ricordare che «bisognerà vedere il rapporto della Commissione europea, a maggio». Come dire che fino a quel momento l'Europa ci sorveglierà, e che non potremo permetterci sbagli. Emanuele Novazio TREDICESIME IL 25% PER DEBITI E TASSE Ecco come verranno distribuiti per categoria ai lavoratori e pensionati italiani I 38 mila miliardi di tredicesime: 11.692 negra— 7900 o </> z co co Q Z oc < 2 Ecco la previsione di spesa delle tredicesime degli italiani fatta dall'Adusbef DEBITI E TASSE 9865 25,8% RISPARMIO 13.300 Totale 38.165 miliardi SPESE NATALIZIE 15.000 Il 19 gennaio una commissione Ecofìn a Roma per «controllare i conti» Il commissario europeo per gli Affari monetari Yves-Thibault de Silguy