« Il blocco non è un bluff »

« « Il blocco non è un bluff » Artigiani ai ferri corti col governo LA CARICA DEI «BSSONTI» UROMA NA atmosfera lugubre. Sulla tavola neanche un po' di salmone affumicato. Negozi desolatamente sforniti. Pompe di benzina a secco. Forse arriva l'Apocalisse invece di Natale. Il rischio di feste tristi è reale: gli artigiani sono in rivolta e minacciano il blocco degli autotrasporti. Ovvero: non si consegnano le merci e magari si intasano le strade. «Mi scuso per il disturbo, non voghamo rovinare il Natale a nessuno» si affretta a dichiarare Carlo Sangalli, segretario generale della Cna, confederazione alla quale sono associati 350 mila artigiani su un milione e 600 mila. Sangalli si scusa, ma è lui l'autore della Grande Minaccia: «Il blocco dell'autotrasporto - dice - è una misura estrema alla quale possiamo essere costretti a fare ricorso pur sperando di non attuarla. Il governo può evitarla se ci dà ascolto rendendosi conto che non chiediamo la luna». E che cosa vogliono gli artigiani? «Semplice, un atto di giustizia». Accettato l'aumento dei contributi previdenziali, le organizzazioni della categoria respingono l'intenzione del governo di Romano Prodi di elevare con la legge finanziaria all'esame della Camera da 57 a 58 anni l'età per la pensione di anzianità, mentre ai lavoratori del settore privato da gennaio bastano 54 anni e ai pubblici 53 più 35 di contributi. «E con 36 anni di contributi tutti i dipendenti ottengono la pensione di anzianità a qualunque età» protesta il segretario della Cna. Gli artigiani, pur ammettendo lo squilibrio dei conti previdenziali del loro settore, difendono come una bandiera la pensione d'anzianità a 57 anni: ottenerla significa essere accreditati; perderla significa sentirsi discriminati. Falegnami e calzolai, idraulici e muratori, parrucchieri ed elettricisti hanno voglia di protagonismo, di far sentire le proprie ragioni. Tirano fuori le unghie, pregustano la scena dei Tir fermi. «Ci sentiamo sottovalutati; anche noi abbiamo contribuito a risollevare il bilancio pubblico e ora la nostra serietà viene ripagata con decisioni che ci penalizzano rispetto agli altri lavoratori» afferma Sangalli. Dipendenti e autonomi: la polemica continua. Protesta Giacomo Basso, segretario della Casa, altra associazione di categoria: «L'artigianato non è stimato e considerato per quello che merita». Ed Ernesto Cavallo, presidente della Fita (gli autotrasportatori Cna) e dell'Unatras (l'unione delle associazioni degli autotrasportatori), definisce i piccoli imprenditori e gli artigiani «scandalizzati» per i «sostanziosi aumenti contributivi» e il rifiuto del governo di lasciare a 57 anni l'età pensionabile in con- trasto con un «impegno preciso» già assunto. La Confartigianato, la Cna e la Casa con una nota congiunta pongono quattro «condizioni irrinunciabili» per la pace con Prodi: pensioni di anzianità a 57 anni o 40 di contributi, rifinanziamento dell'Art'giancassa, reintegrazione di 1297 miliardi alla gestione artigiani Inps, confronto sulla separazione tra assistenza e previdenza. Pelle tre associazioni su queste richieste non si tratta, visti i provvedimenti varati a favore di ferrovieri, bancari e insegnanti. Con l'orecchio teso ad ascoltare quanto accade alla Camera, nella speranza di modifiche alla Finanziaria, gli artigiani si mobilitano. Città per città, con le loro associazioni nel fine settimana cercheranno il contatto con i parlamentari. Ma devono guardarsi dall'accusa di agitare «una pistola scarica» avanzata da Paolo Ugge, segretario della Fai, la Federazione degli autotrasportatori, convinto che il blocco dei Tir sia impossibile. Afferma Ugge: «Sono certamente condivisibili le motivazioni che hanno indotto il leader della Cna a ipotizzare, anche se avventatamente, il fermo dell'autotrasporto pei' Natale, ma la sua dichiarazione rischia di essere solo strumentale in quanto irrealizzabile». Secondo Ugge gli autotrasportatori possono sospendere l'attività per problemi che riguardano «l'intera categoria e non solo una parte, pur se significativa». E' allora un bluff la minaccia del blocco natalizio? «Non stiamo bluffando» giura Sangalli. E aggiunge. «Il fermo dell'autotrasporto è importante e difficile da organizzare. Ma è realizzabile: i trasportatori artigiani sono il 90% del totale degli autotrasportatoli italiani; perciò una loro protesta con progressivi livelli di intensità non può che essere efficace». Incalza Elio Cavalli, presidente della Confartigianato trasporti: «Se fosse necessario sarebbe sufficiente che l'l% degli autotrasportatori rallentasse la marcia per mandare in tilt il Paese». Per ora, però, la Fai parla di strumentalizzazioni politiche obiettando che un fermo «in grado di paralizzare il Paese» avrebbe senso qualora non venissero affrontate oltre la questione delle pensioni «la ristrutturazione del settore e la politica di contenimento dei costi». Così, partita all'attacco, la Cna vive una situazione paradossale: tradizionalmente vicina ai partiti di sinistra, è ai ferri corti con un governo di centrosinistra ma è sospettata di scelte strumentali. Per di più l'idea del blocco riporta alla memoria le tragedia del Cile: nel 1973 la dittatura di destra si affermò dopo il fermo degli autotrasportatori. Ma Sangalli assicura: «Il Cile non c'entra niente, la nostra protesta è democratica. I dipendenti scioperano, gli allevatori invadono le strade, ognuno ha i suoi strumenti». Roberto Ippolito E' cominciato nell'aula deserta il dibattito alla Camera sulla legge Finanziaria A destra il segretario della Cna Carlo Sangalli

Luoghi citati: Cile