Mancino. forse Tonino sta puntando al Colle

LE GELOSIE NELL'ULIVO Mancino: forse Tonino sta puntando al Colle LE GELOSIE NELL'ULIVO iBlni ih 00013 Li (i5"£9CfO i ROMA RANCESCO Cossiga ha l'abitudine di invitare a cena i parlamentari sardi, di opposizione e di maggioranza. E' una tradizione, quella dell'ex Capo dello Stato, che nei palazzi della politica è nota a tutti. Chissà se ne è al corrente Antonio Di Pietro, che gli edifici in questione li frequenta da poco. Sia come sia, l'idea di un incontro «convivial-regionale» è venuta in mente anche al senatore del Mugello che, per stasera, ha invitato tutti i molisani di Palazzo Madama (i parlamentari, e pure il personale) a cena. Un appuntamento talmente ambito che qualcuno ha dovuto rispolverare l'albero genealogico per scovare una parentela con la terra che ha dato i natali a Di Pietro. Anche l'apparentemente napoletanissimo Raffaele Bertoni sarà della partita e davanti ai colleghi che gli chiedevano «che ci azzeccasse» con quella regione, lui ha sfoderato un gran sorriso, una zia della provincia di Isernia e il luogo di nascita: Santa Maria del Molise. Per quanto l'ex pm glissi con un sorriso e la solita frase - «Quando farò un gruppo ve lo dirò» - i lavori dipietristi sono in corso. Circola addirittura voce che intorno alla metà del mese (il 16 o 18 dicembre), in occasione di un incontro dei senatori dell'Ulivo con Prodi e Veltroni, verrà fatto il grande annuncio. Riguarderà Palazzo Madama, perché alla Camera, come ammette il retino Rino Piscitello, «è più difficile costituire un gruppo parlamentare». Già, lì di deputati ce ne vogliono venti e se il pds non è disposto a «fare l'Avis» (la definizione è del deputato della Quercia Pasquale Giardiello) non sarà una passeggiata recuperarli. Per questo motivo Luciano Violante si può permettere di dire di non aver ancora pensato al problema. Non può fare altrettanto Nicola Mancino. Il presidente del Senato non è entusiasta della fibrillazione provocata dalle voci e dalle indiscrezioni che si rincorrono per i corridoi di Palazzo Madama. «Perché Di Pietro vuole fare un gruppo? Forse pensa alle elezioni presidenziali?», è l'interrogativo che Mancino ha posto ieri ad alcuni parlamentari. Ma si sa che anche in altri Palazzi con la P maiuscola tutto questo movimento non viene visto di buon occhio. Secondo il «tamtam» del Senato finora sarebbero giunte sei adesioni uhviste al gruppo di Di Pietro: quelle di Mario Occhipinti (rete), Tana De Zulueta, Graziano Cioni e Antonella Bruno Ganeri (sinistra democratica), Andra Papini (misto) e Bianca Maria Fiorillo (Rinnovamento). In più dovrebbero arrivare tre polisti. Questo salvo smentite, perché ieri ne sono fioccate parecchie: Ronconi (cdu), Siliquini (An), Filograna e Novi (Fi) e Procacci (verdi). Anche Alfonso Pecoraro Scanio, deputato del «Sole che ride», si è affrettato a precisare che un conto sarebbe un gruppo dell'Ulivo, un altro un gruppo dipietrista «tout court». Nella maggioranza come nell'opposizione continua a non piacere l'iniziativa dell'ex pm. Marini 10 ha detto senza tanti infingimenti a D'Alema e ha avuto modo di farlo sapere anche a Prodi. Fausto Bertinotti dichiara che Di Pietro «è un ingombro sulla strada delle riforme». Il capogruppo forzitalista Peppe Pisanu ironizza sull'abitudine dell'ex pm ai prestiti: «Questa volta - ride - di parlamentari». 11 ccd Carlo Giovanardi inveisce contro il senatore del Mugello, definendolo un «corruttore politico programmatico». Si sfila, appa- rentemente, il pds, con un Pietro Folena che, serafico, osserva: «Di Pietro è una ricchezza per la coalizione, comunque non è un problema della sinistra dello schieramento, devono essere le forze di centro a dover fare delle scelte rispetto alla sua iniziativa». Un atteggiamento, questo, che fa andare su tutte le furie la dirigenza del ppi: Marini sa bene che uno dei suoi deputati, Bruno Erroi, fu con¬ tattato dal sottosegretario pidiessino Antonio Bargone per fare il gruppo di Di Pietro. Mentre le polemiche non accennano a placarsi è tutto un fiorire di iniziative attorno all'ex pm, lui volente o nolente, assente o presente. Lunedì sera nelle redazioni dei giornali sono arrivate alcune telefonate che avvertivano di una riunione di dipietristi per ieri mattina, al caffè Noteghen di Roma. Di fronte alle richieste di delucidazioni, l'interlocutore all'altro capo del filo attaccava bruscamente il telefono. Ai tg (chissà se era sempre il solito personaggio) si annunciava anche la presenza dell'ex pm. La riunione poi c'è stata, in una tavernetta buia che si trova sotto il bar: vi hanno partecipato Elio Veltri, Federico Orlando, il «capo» della Directa Calò e un folto numero di associazioni filodipietriste che terranno una «convention» a Febbrario. I primi nuclei del movimento di Di Pietro? Chissà, ma dell'ex pm, a quell'incontro, non c'era neanche l'ombra. Maria Teresa Meli

Luoghi citati: Isernia, Roma, Santa Maria Del Molise