«Liberate il mostro di Atlanta, è innocente»

Nero accusato di aver ucciso 29 giovani è all'ergastolo dall'82, documenti inediti lo scagionerebbero GEOnGIA Nero accusato di aver ucciso 29 giovani è all'ergastolo dall'82, documenti inediti lo scagionerebbero «Liberate il mostro di Atlanta, è innocente» Un agente si batte per lui: ignorata la pista delKu KluxKlan NEW YORK. Forse è innocente l'uomo considerato per 15 anni il «mostro di Atlanta» che assassinò 29 bambini e ragazzi, tutti di colore. Un rapporto che la polizia aveva tenuto nascosto fa sospettare che almeno alcuni dei delitti siano opera del Ku Klux Klan. Wayne Williams, che oggi ha 38 anni, fu condannato all'ergàstolo nel 1982 per aver commesso due degli omicidi. Per ridurre il costo del processo la polizia rinunciò a incriminarlo per gli altri 27, ma sostenne che era sicuramente colpevole. Dopo 15 anni questa certezza non è più assoluta. Louis Graham, capo della polizia in una delle province in cui avvennero i delitti, guida la crociata degli innocentisti per una revisione del processo. «Ero convinto - spiega - che Wayne Williams fosse colpevole, ma ora so che mi sbagliavo». Dalla parte del condannato, che si è sempre proclamato innocente, si è schierata anche Willie Mathis, madre di uno dei bambini assassinati. «Wayne è un capro espiatorio - dice - è una vittima come noi: mi ha scritto dal carcere e gli ho risposto che sono solidale con lui». Nessuno ad Atlanta ha dimenticato i due anni di terrore tra il lu- glio 1979 e il maggio 1981. Ventinove cadaveri vennero ritrovati sul fondo o sulle rive del fiume Chattanahoo che che attraversa la città. Le vittime abitavano tutte nella stessa zona e molte erano state amiche: due ragazze, qualche ragazzo e tanti bambini, tutti neri, dai sette anni in su. Nel maggio 1981 una pattuglia in perlustrazione lungo il fiume udì un tonfo e fermò un giovane che cercava di allontanarsi in auto: era Wayne Williams, animatore di una radio privata. Qualche giorno dopo il fiume restituì il corpo di un uomo di 27 anni, torturato e ucciso. La casa di Williams venne passata al setaccio dalla polizia scientifica. Secondo gii esperti i peli del suo cane e le fibre dei tappetini della sua auto corrispondevano ad oltre 700 campioni prelevati sui corpi di molti degli assassinati. Alla giuria vennero sottoposti soltanto due casi: bastavano per mandare l'accusato all'ergastolo. Con il suo arresto i delitti cessarono. La città tirò un sospiro di sollievo. Il razzismo non c'entrava perché Williams era nero come le vittime: si disse che aveva ucciso per puro sadismo. «Credo ancora che Williams sia colpevole e se necessario sosterrei l'accusa ancora una volta», afferma il pubblico ministero Paul Howard. Ma i difensori, in un ricorso alla Corte Suprema dello Stato, sostengono che Williams sia stato incastrato: per ottenere una condan¬ na la polizia nascose gli indizi a carico di altri, comprese alcune testimonianze che gettavano i sospetti sulKkk. Secondo i difensori di Williams, la polizia aveva aperto un'indagine su alcuni elementi del Ku Klux Klan quando due informatori avevano segnalato che il gruppo razzista poteva essere coinvolto negli omicidi in serie. Sempre secondo gli avvocati alcuni peli di cane trovati sul corpo di una vittima avevano gettato i sospetti su un attivista del Kkk. Tuttavia questa pista venne lasciata cadere dopo l'arresto di Williams. «Indizi molto importanti afferma il ricorso presentato dalla difesa - vennero insabbiati prima del processo contro Williams e i suoi avvocati vennero tenuti all'oscuro di questo aspetto delle indagini. I documenti vennero alla luce soltanto dopo molti anni». Uno dei periti dell'accusa, sostengono i difensori, aveva escluso che i peli trovati su alcuni dei ragazzi uccisi fossero del cane di Williams. Ma il suo rapporto venne tenuto nascosto alla giuria, che ascoltò soltanto il parere di un altro esperto secondo il quale l'imputato era colpevole. [Ansa]

Persone citate: Louis Graham, Paul Howard, Wayne Williams, Willie Mathis

Luoghi citati: Atlanta, New York