Batte per Dio il cuore dell'America

il caso. Nuove chiese, trasmissioni tv, libri: cresce Oltreoceano la febbre religiosa il caso. Nuove chiese, trasmissioni tv, libri: cresce Oltreoceano la febbre religiosa Batte per Dio il cuore dell'America Si prega sempre di più, c'è una Bibbia nel 93% delle case fll PRINCETON i ' HE gli americani siano I probabilmente il popolo I i più religioso del mondo 3a I occidentale è cosa nota, per lo meno da quando Tocqueville ha pubblicato La democrazia in America. Meno noto è il fatto che da qualche anno a questa parte la religione è diventata particolarmente importante. E' una presenza intensa, forte, con tutti i caratteri di un risveglio religioso confuso, conti addittorio. indisciplinato, di cui è impossibile prevedere gli sviluppi. Lo sì avverte nel campus. Quando nelle mie lezioni parlo dello Stato, della libertà, della giustizia, gli studenti ascoltano più o meno attenti; se parlo di Dio e di religione il silenzio è totale; non si sente neppure lo scricchiolio delle vecchie sedie di legno. Finora nessuno studente mi aveva chiesto di espor re le mie convinzioni in materia di religione. Quest'anno lo hanno fatto più volte, non per denunciarmi a qualche tribunale dell'Inquisizione, ma perché vogliono sapere cosa penso su un problema che sta loro molto a cuore Sorprendentemente, secondo i dati pubblicati dal New York Time Magazine di ieri, interamente dedicato al ritorno di Dio, la maggioranza degli americani crede che la religione sia una forza in declino. Si tratta tuttavia di una percezione erronea. E' vero che la percentuale degli americani membri di comunità religiose, nel senso che partecipano regolarmente alle attività della comunità e pagano la quota, è scesa (68 per cento) rispetto al 76 per cento del 1947. 11 boom delle funzioni Questo declino si inserisce nel processo più generale di decadenza di tutte le forme di associazionismo che i sociologi hanno ampiamente descritto come «la fine dell America civica». Non indica affatto un raffreddamento della religiosità. Anche se sono, relativamente, meno disposti che in passato a impegnarsi nella comunità religiosa, resta il fatto che la percentuale di quanti dichiarano di credere in Dio è aumentata (96 per cento) anche rispetto al fatidico 1947 (95 per cento). Bisogna poi tenere presente che il 40 per cento degli americani partecipa a una funzione religiosa almeno una volta la settimana; meno della Nigeria (89 per cento), dell'Irlanda (84 per cento), delle Filippine (68 per cento), ma più della Spagna (25 per cento) e della Francia (21 per cento). Il cuore della religiosità americana è la Bibbia: ce n'è almeno una nel 93 per cento delle case, il 33 per cento degli americani adulti dichiara di leggerla almeno una volta la settimana. La casa editrice Thomas Nelson ne vende ogni anno 8 milioni di copie. Esistono versioni specificaniente rivolte ai detenuti e a chi sa a malapena leggere e non può capire l'inglese antiquato della King James Version, che è la traduzione più diffusa. Accanto alla Bibbia prospera il mercato di prodotti di ogni tipo - adesivi, berretti, magliette, tazze per il caffè - «in onore di Cristo». Dal 1980 al 1996 il fatturato di questi prodotti distribuiti dalla Christian Booksellers Association è passato da un miliardo di dollari a quattro miliardi (circa settemila miliardi di lire). La fede e gli affari, si sa, vanno spesso a braccetto. Le rinascite religiose del passato erano incoraggiate da predicatori e da qualche scrittore ispirato. Questa può contare sull'aiuto dei giornali, dei settimanali e soprattutto della televisione. E' vero che pochi giorni fa un autorevole columnist del New York Times ha tirato le orecchie ai suoi colleghi per non aver dato sufficiente risalto alla notizia che il 16 novembre otto milioni di americani si sono riu¬ niti nelle chiese cattoliche e protestanti per pregare in favore delie vittime della persecuzione religiosa e per tutti i cristiani nel mondo. Ma questo non deve far pensare a una congiura del silenzio. Time e Newsweek non lasciano passare una settimana senza trattare i temi della fede. Nelle maggiori catene televisive abbondano i serial di contenuto religioso. Nel 1974 solo l'I per cento dei programmi tv aveva questo carattere; nel 1996 la percentuale è salita al 16 per cento. Nello stesso periodo il nu mero delle reti religiose è passa to da 9 a 257. Il 90 per cento degli americani crede nel Paradiso, ma «solo» il 65 per cento crede anche nell'Inferno. Il 94 per cento è con- vinto di avere una buona, se non ottima, probabilità di andare in Paradiso. Infine gli angeli: il 75 per cento degli americani crede che esistano e che abbiano un'influenza benefica nella vita degli uomini. Anche in religione sono ottimisti. Il Dio d'America, per ripetere il titolo del libro di Furio Colombo è, in questo fine secolo, sicuramente un Dio con mille volti. Un «Dio decentrato», come ha scritto il New York Time Magazine, che si sente soffocato nelle chiese tradizionali e cerca nuove case più grandi, più accoglienti. Nascono le megachurches che possono ospitare più di duemila fedeli per volta: nel 1970 ce n'erano dieci; oggi sono 400. Prosperano i nuovi gruppi: dei 1600 che esistono negli Stati Uniti, la metà è stata fondata dopo il 1965. Le nuove Chiese - i Battisti del Sud, i Testimoni di Geova, le Assemblee di Dio, la Chiesa di Dio in Cristo - fanno proseliti; quelle storiche - episcopali, metodisti e cattolici perdono fedeli a un ritmo tale da far temere per il loro futuro. Tutti, o quasi (98 per cento), pregano, almeno una volta la settimana: per la pace nel mondo (83 per cento), per la salvezza della propria anima (78 per cento), per Ù ritorno di Cristo (55 per cento), per avere un buon voto (42 per cento), per vincere nello sport (23 per cento). Sono sempre più quelli che credono nel potere curativo della preghiera confortati in questo da medici eminenti, anche se contestati, come Herbert Benson (Harvard University) che ha recentemente pubblicato un libro per dimostrare ii benefico effetto della preghiera e della fede sui malati di cuore. Destra cristiana e repubblicani Molti temono che il fiume del risveglio religioso, con il contorno di predicatori, guaritori, profeti, santi, fanatici, imbroglioni, possa violare la sacra distinzione tra Stato e Chiese su cui poggia la democrazia americana. Quel che è certo è che la Destra Cristiana è la componente più forte del partito repubblicano. Consola, tuttavia, il fatto che il 49 per cento dei cristiani di destra di chiari che i leader religiosi non dovrebbero dire alla gente come votare. Scriveva Tocqueville che l'uo mo non può sopportare a un tempo una completa indipendenza religiosa e una piena libertà politica: «Se non ha fede, deve servire, e, se è libero, deve credere». Forse sta qui, nel diso rientamento della libertà, la ra dice dei ricorrenti risvegli religiosi in America. Ma non bisogna dimenticare che la religione, lo ha scritto Jack Miles, autore di una Biografia di Dio, ha il potere della speranza, un bene or mai rarissimo, che il capitalismo fra le sue tante meraviglie non sa produrre. Maurizio Viroli la percentuale di chi dichiara di credere è aumentata rispetto a cinquantanni fa

Persone citate: Battisti, Furio Colombo, Herbert Benson, Jack Miles, King James, Maurizio Viroli, Paradiso, Thomas Nelson, Tocqueville