La notte di MACBETH

La notte Ieri sera si è inaugurata la stagione della Scala: la direzione di Muti esalta la passione e il mistero di Verdi La notte aì MACBETH /Ni MILANO I ' UPO, tragico e astratto. Questo il primo I atto del Macbeth che Graham Vick ha I i concepito per lo spettacolo inaugurale -AdJ della stagione milanese. Un cubo blu notte, in bilico sopra un vertice, dà l'idea di un mondo che pencola sull'abisso. Sotto strisciano le streghe, accanto passano i personaggi vestiti di rosso sangue, i soldati, i cortigiani in abiti gialli: colori elementari per passioni elementari, esaltate dalla musica verdiana nella loro forza semplice e irresistibile. Sensazionale l'effetto di interno: a un certo punto il cubo ruota su se stesso e mostra una scatola rossa dove Lady è sdraiata sui gradini di una scala: la scala che porta ai vertici del potere, provenendo da una profondità di sangue. La regia è molto essenziale: punta tutto sulla presenza degli attori, mentre le luci accompagnano, dal rosso al giallo al blu, l'accendersi e il variare delle passioni. Questa essenzialità si ritrova nella esecuzione di Muti che divarica al massimo grado la dinamica: la magia del sussurro è continua in quelle pagine dove si prepara il delitto, si rivelano le profe- zie, si evocano fantasmi e misteriosi presagi. Si direbbe che Muti metta a frutto in questa nuova concertazione del Macbeth l'esperienza settecentesca e mozartiana maturata negli anni. Non che il suo Verdi manchi di spessore e di peso, ma certo rivela raffinatezze inconsuete, incontri timbrici di una suggestione misteriosa, fruscii, luminescenze, palpiti segretissimi come quelli che increspano l'orchestra nell'aria di Lady «La luce langue» o nel coro dei sicari al centro del secondo atto. Molte pagine sono dunque mantenute in pianissimo, come Verdi voleva, ma l'orchestra e il coro sono pronti a esplodere in uno scatenamento tellurico quando il delitto suscita l'orrore del rimorso oppure evoca l'urlo della vendetta. Si deve a Muti se lo spettacolo tiene bene in tutti i quattro atti. Dopo il primo, infatti, si ammira ancora la scena del banchetto dove Vick riesce a fondere astrattismo e concretezza: gli invitati sono schierati al proscenio ma nel fondo il fantasma di Banco è corposo e reale, come Verdi voleva nel suo desiderio di rendere ogni cosa tangibile, ogni particolare dirompente e vero. E se i colori diventano un po' troppo squillanti, quasi al limite del musichaD, il rigore e l'essenzialità dei movimenti mantengono credibile la tragedia. Nel terzo atto, a parte un balletto francamente brutto firmato da Ron Howell, con le streghe scarmigliate e vestite di raso azzurro, il persistente cubo comincia a stancare e le luci da night club rendono poco suggestive le scene delle apparizioni. Ma l'esecuzione musicale crea la poesia che manca in quello che si vede: sotto la bacchetta di Muti tutto è incanto notturno e stregato. Note positive per i cantanti. Renato Bruson è un veterano e indossa la parte di Macbeth come un vestito fatto su misura. Agisce con sobrietà e intensa concentrazione; canta bene, scolpendo le parole che si sentono tutte. Molta cura nella dizione ha evidentemente guidato Maria Guleghina nella parte difficilissima eh Lady Macbeth, resa bene nelle parti drammatiche, un po' meno nelle agilità delle colorature, espressione, in Verdi, di demonico capriccio. E la scena madre del sonnambulismo l'ha vista impegnata con forza di voce talvolta un po' eccessiva: troppa corposità e poca ansia visionaria hanno vagamente compromesso il fascino di questa pagina somma. Il più bravo eh tutti è parso Carlo Colombara nei panni di Banco: voce splendida, forte ma morbidissima e una capacità di scolpire, attraverso la voce, il personaggio dolente e segnato dal destino quale raramente si ascolta in questa parte minore. Bene anche il tenore Roberto Alagna come Macduff, e il coro diretto da Roberto Gabbiani. Sedici minuti di applausi, successo vivo per tutti, con qualche dissenso per la messa in scena. Paolo Gailaraii Successo per gli interpreti, qualche fischio per la messa in scena Maria Gideghina ottima Lady e Colombara trionfa come Banco Record d'incasso per i 1500posti venduti. Passerella di vip con Ciampi e Baglioni stilisti e politici Nell'immagine grande Renato Bruson in un momento del «Macbeth»; qui sopra il soprano Maria Guleghina; a destra Riccardo Muti

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