«Nessuna congiura contro l'Italia»

Ma Cipolletta e Baldassarre avvertono: la strada dell'Euro è ancora lunga Ma Cipolletta e Baldassarre avvertono: la strada dell'Euro è ancora lunga «liessuna congiura contro Phalia» Bonn smentisce patto franco-tedesco ROMA. L'Italia fuori dal primo gruppo dell'Euro per una congiura franco-tedesca? Tutti smentiscono. «Il cancelliere Helmut Kohl, notoriamente, si è sempre detto a favore di un maggior numero possibile di partecipanti all'Uem sin dalla sua partenza il primo gennaio 1999», ha spiegato ieri un portavoce della cancelleria a Bonn in merito alle dichiarazioni del ministro delle Finanze francese Dominique Strauss-Kahn che alludevano a una possibile escl"sione dell'Italia dal primo gruppo. In una intervista al settimanale «Der Spiegel», il ministro francese ha detto di avere udito Kohl usare l'espressione «da nove fino a undici» per indicare il numero dei Paesi che verrebbero ammessi all'Euro dall'inizio. La stima aveva dato adito a congetture secondo cui l'Italia potrebbe venire esclusa o essere oggetto di un «baratto»: preoccupata del fatto che la presenza italiana possa rendere debole l'euro, la Germania sarebbe disposta - stando a queste illazioni - ad accettare in cambio di una esclusione dell'Italia la nomina del governatore francese Jean-Claude Trichet al posto dell'olandese Wim Duisenberg, candidato finora prediletto da Bonn, alla testa della futura Banca centrale europea. Si tratta quindi di «mere speculazioni, prive di fondamento», ha detto un portavoce interpellato dall'Ansa, precisan- do: «Il Cancelliere non ha mai fatto mistero che vorrebbe che il numero dei partecipanti all'euro sia il più ampio possibile». Ugualmente secca la smentita di Bruxelles, dove fonti della commissione Ue si limitano a definire «fantasiose illazioni» le congetture circa un possibile «baratto» franco-tedesco. Un portavoce ha precisato che «i criteri di ammissione alla moneta unica sono scritti nel trattato, tutti li conoscono, e non possono essere modificati in un senso o nell'altro a seconda degli umori da un giorno all'altro». E una decisione definitiva in merito sarà presa su questa base il 2 maggio 1998 dai capi di stato e di governo dei Quindici. Le fonti comunitarie ricordano inoltre che all'ultimo esame dei «ragionieri» di Bruxelles l'Italia è stata ritenuta in regola con il parametro del 3% deficit/prodotto interno lordo. I dubbi tedeschi, di cui si è fatto portavoce il ministro Strauss-Kahn, non convincono neppure il direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta e l'economista Mario Baldassarri secondo i quali la Germania non può escludere l'Italia perché i parametri previsti dal trattato di Maastricht sono stati ormai sostanzialmente raggiunti, né più né meno di altri paesi candidati all'ingresso nella moneta unica. Ciò che deve invece preoccupare - sostengono Cipolletta e Baldassarri - è che l'Italia riesca a mantenere lo sforzo di risanamento fin qui compiuto, cosa che il passaggio della Finanziaria alla Camera sembra rimettere in discussione: «Aver detto che questa sarebbe stata l'ultima Finanziaria di sacrifici - dice il direttore generale della Confindustria - è stato un colossale errore; ormai si è sparsa la voce che "ce l'abbiamo fatta" e, così è ripartito l'assalto alla diligenza». C'è troppo ottimismo in giro - rincara la dose Baldassarri - e stiamo ormai dando per scontato che a maggio saremo nell'euro: «E' vero che questo evento è adesso più pro¬ babile ma l'ingresso nella moneta unica -dice Baldassarri- non è il traguardo di una gara bensì l'inizio della corsa». E non sarà una corsa facile. Tanto che il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, presidente di turno dell'Ue, mette le mani avanti e dice di ritenere assai improbabile una soluzione rapida della nomina del futuro presidente della Banca centrale europea (Bce). Juncker ha aggiunto inoltre di non essere disposto né a guardarsi in giro per trovare un candidato di compromesso, né di essere a disposizione lui stesso per una candidatura alla presidenza della Bce. [r. e. s.] Helmut Kohl