An cerca i nuovi colonnelli
An cerca i nuovi colonnelli An cerca i nuovi colonnelli Foti e Mantovano nel cuore del presidente ROMA. «Basta con i colonnelli», dice Fini, indicando la porta a Fiori e Gasparri. Ora resta da vedere chi entrerà da quella stessa porta: in pole position, stando alle indiscrezioni, due giovani: Tommaso Foti e Alfredo Mantovano. Potrebbero essere loro i due nuovi coordinatori nazionali del partito, la cui nomina sarà ratificata la prossima settimana. Probabilmente insieme alla nomina dei componenti della segreteria organizzativa in vista della conferenza programmatica di Verona, a fine febbraio. Ancora sabato sera, Fini aveva confidato ai suoi di non avere ancora tutti i nomi in tasca. Pretattica? Forse no, visto che solo poche ore prima il leader di An aveva deciso di rivoluzionare la dirigenza del partito. Di sicuro, c'è che tre uomini sono stati invitati a un colloquio con Fini. Il primo è il piacentino Tommaso Foti, dirigente d'azienda, al fianco di Fini fin dai tempi del Fronte, ma vicino anche a Tatarella e ad «Area vasta», il «correntone» che fino all'ultimoi ha cercato id convicere Fini ad azzerare le cariche e di decidere tutto alla «Fiuggi due» veronese. Il secondo nome è quello del magistrato pugliese Alfredo Mantovano, messosi in luce come relatore della legge di modifica del 513 e come opinionista del Secolo d'Italia e della rivista di Tatarella Millenium. Con loro c'è anche Marco Zacchera, le cui quotazioni per l'incarico di coordinatore sono ritenute leggermente inferiori a quelle di Foti, ma che potrebbe in alternativa essere chiamato ad altri incarichi: dall'affidamento della politica estera a quello di un lavoro di raccordo al Nord. Per domani è stato convocato al partito anche Adolfo Urso che, oltre che essere uno dei garanti dell'Osservatorio parlamentare del Polo, è coordinatore del Lazio e portavoce nazionale di An: incarichi che dovrebbero essergli entrambi confermati. Tra gli altri «papabili», che peraltro non hanno ricevuto convocazioni ufficiali, le voci inseriscono Manlio Contento (avvocato di Pordenone, finiano, tuttora uno dei più accreditati alla nomina) e l'outsider Roberto Menia (triestino, con Fini e Tatarella già ai tempi del movimento sociale), Italo Bocchino (trentenne, giornalista, braccio destro di Tatarella), Mario Landolfi (anche lui giornalista vicinissimo a Tatarella, ma anche molto amico di Storace) e Nino Lo Presti (avvocato palermita-
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