Di Pietro: presto il gruppo, ma senza danni
L'ex pm di Mani pulite tranquillizza gli alleati: anche elettori del centrodestra voteranno Ulivo L'ex pm di Mani pulite tranquillizza gli alleati: anche elettori del centrodestra voteranno Ulivo Di Pietro: presto ii groppo, ma senza danni 7/ neosenatore gira il collegio del Mugello in autostop FIRENZE. Arriva in autostop, Antonio Di Pietro, neosenatore dell'Ulivo. Da Pontassieve a Scarperia, uno dei Comuni di quel Mugello che lo ha promosso a pieni voti allo scranno di Palazzo Madama. «Sono arrivato in quattro tappe - racconta ai dipendenti della Itp, Industria plastica toscana, una cooperativa gestita dagli operai alle prese con il blocco dei finanziamenti -. Girare il collegio in autostop offro più occasioni di contatto con l'elettorato». Senatore, cosa sta capitando nel centrodestra dove sembra aperta la corsa alla successione di Silvio Berlusconi? «E io con il centrodestra che c'azzecco?», replica secco l'ex pm di Mani pulite. Sono altri i programmi che lo appassionano; e ci tiene a dirlo. Primo fra tutti, il «patto» stipulato con gli elettori: «Sono felice di fare il mio mestiere di parlamentare eletto con il sistema maggioritario e quindi di occuparmi delle cose del collegio e di risolverne, per quanto mi è possibile, i problemi più gravi come quelli legati all'occupazione, tutto il resto non mi interessa», assicura il Tonino nazionale. Poi, il «partito» di Di Pietro, alle Camere e nel Paese. Anche se «partito» è parola un po' grossa; e il neosenatore non ci sta. Preferisce cominciare dal Parlamento, dal suo potenziale «gruppo» a Palazzo Madama. «Gruppo, gruppo - insiste -. 11 nome c'è già. Ma lo renderò noto solo il giorno in cui verrà costituito il gruppo parlamentare. Tra non molto. Quanto al numero di parlamentari ne bastano dieci al Senato e venti alla Camera». Tutto sarà reso noto «a tempo debito», aggiunge. E mette le mani avanti: «Io non sono come quegli uomini che si vantano di aver conquistato una donna prima di averlo fatto... Una cosa è cercar il gruppo nascerà perché lo devo ai miei sostenitori. E' l'unica cosa a cui sto lavorando in questo momento». a Dove sono finite le polemiche delle settimane scorse, tutte interne all'Ulivo, mentre Di Pietro muoveva i primi passi per dar vita (d'intesa con D'Alema e Prodi) al «club Tonino»? E i rapporti con Lamberto Dini, il leader di Rinnovamento italiano, che - da Bruxelles - tuonava «Vergogna!» e temeva un rimescoiamento di carte, a suo danno, dentro Ja maggioranza? Il neosenatore getta acqua sul fuo co e raffredda gli animi: «Come concordato assieme agli altri pattiti della coalizione di centro sinistra - precisa dinanzi agli elettori di Fiorenzuola, garanti il sindaco e il locale coordinatore dell'Ulivo -, non chiederò l'adesione di alcun parlamentare dell'Ulivo che appartenga ad un gruppo risicato, cioè che abbia un numero di componenti al limite per cui l'uscita di un esponente potrebbe determinarne lo scioglimento». L'adesione al «suo» gruppo incalza - «dovrà essere prima pienamente concordata con il partito di appartenenza del parlamentare. Questa è la dimostrazione che il mio tentativo è quello di superare la logica dei partiti, per creare finalmente il gruppo parlamentare per l'Ulivo». Guarda oltre, Di Pietro; e non nasconde di voler tendere la mano oltre l'area di governo: «La nascita di un gruppo per l'Ulivo - chiarisce - potrebbe rappresentare un punto di riferimento anche per gli elettori ormai delusi del Polo. Molti di questi elettori non potrebbero mai votare per alcun partito del centrosinistra. Ma potrebbero affidare il loro consenso alla coalizione dell'Ulivo in quanto tale». Così, in attesa del nome del suo «gruppo» e dei nomi dei par¬ lamentari che ne faranno parte, il «partito» del neosenatore cerca di darsi un'organizzazione e di mettere radici a livello territoriale. L'altro ieri, a Firenze, Di Pietro s'è incontrato con i suoi sostenitori, con coloro che durante la campagna elettorale hanno dato vita ai «Comitati Di Pietro». Hanno fatto le ore piccole, e, dalla riunione, sono usciti con una «segreteria» ed una rete di «referenti locali»: uno per ogni zona del collegio. «I miei sindaci revisori - li ha battezzati l'ex pm -; quelli che dovranno segnalarmi ciò che devo fare». Idee chiare, da non circoscrivere al Mugello: «La stessa struttura - osserva Di Pietro - sarà creata in altre zone d'Italia...». [m. tor.] mbimì** ■—
Luoghi citati: Bruxelles, Fiorenzuola, Firenze, Italia, Pontassieve, Scarperia
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