Fusaro: auto in salute ma il fisco è soffocante

Fuswo: auto in salute ma il fisco è soffocante Fuswo: auto in salute ma il fisco è soffocante IL Motor Show non è soltanto una poliedrica fiera di tecnologia, sport e spettacolo. E' anche un momento d'importante riflessione per l'intero mondo dei motori. Abbiamo chiesto a Piero Fusaro, presidente dell'Anfia (l'Associazione nazionale fra le industrie automobilistiche), di tracciare, dal suo osservatorio privilegiato, una panoramica sullo stato di salute del pianeta motoristico, sui suoi problemi, sulle prospettive alla vigilia del Terzo Millenio. Presidente Fusaro, come si pone, oggi, l'industria nazionale dell'auto nei confronti della concorrenza straniera? «Ha certamente posto le premesse per un futuro di successi, nella sfida sulla competitività a medio e lungo termine. Negli ultimi anni ha dato luogo a una massa d'investimenti senza pari in campo internazionale; e ha spinto l'acceleratore sul rinnovo della gamma prodotti, su processi di realizzazione estremamente innovativi, vedi Melfi: un esempio per tutti». Tra le chiavi vincenti c'è una intelligente globalizzazione. «Esattamente, ed è stata compiuta con un approccio di prodotto logistico, e di partnership con i fornitori, avanzato; superiore a quello della concorrenza internazionale. Mi riferisco anche ai veicoli industriali. L'Iveco è stato il primo esempio di internazionalizzazione tra le grandi aziende europee. E, sui progetti autobus, l'Italia vanta, con 22 nuove proposte, la gamma più articolata e moderna». Ma ci sono anche tanti problemi che ogni giorno l'automobilista medio deve affrontare. Quali i più urgenti? «Al primo posto la fiscalità opprimente. L'inasprimento dell'Iva, che passa dal 19 al 20%, porterà alle casse statali altri 2200 miliardi. Dei 5500 che il governo ha preventivato, il 38% sarà a carico degli automobilisti. Percentuali che gravano anche su carburanti, manutenzione, ricambi. Grossi problemi inoltre per le auto aziendali: i nuovi criteri, che frutteranno a loro volta più di 2 mila miliardi, ridu cono della metà deducibilità e ammortamenti». Il mondo dei motori, insomma, è sempre più «sponsor» Il numero 1 dell'Anna «Nessun altro Paese chiede tanto e dà così poco a chi guida» Piero Fusaro, presidente dell'Anfìa; a lato, due modelli di primo piano del Made in Italy: l'Alfa 156, Auto dell'Anno (in alto) e la granturismo Ferrari 355 FI «Sicurezza-ambiente siamo all'avanguardia Bene il made in Italy» delle risorse statali. «E' una realtà critica: si aggiungeranno migliaia di miliardi a un sistema fiscale che già ne attinge 122 mila, il 21,6% del gettito tributario totale. Ma ciò che più allarma, è che all'utente ritorna pochissimo, in servizi e infrastrutture: siamo il Paese d'Europa con il più elevato carico fiscale e il minor ritorno: appena il 25%, contro una media continentale del 30%». Infrastrutture, un altro punto dolente. «E' urgente trovare un bilanciamento tra le entrate e i reinvestimenti per varare sistemi innovativi di viabilità. C'è il problema dei grandi nodi stradali, poi vanno programmati i sistemi telematici. Gli investimenti, in questo campo, sono scarsi o inesistenti». Parliamo dei centri urbani. Come risolvere i problemi d'affollamento? ((Anche in questo caso, con un adeguato intervento in termini di infrastrutture, gestione telematica del traffico, interventi di strutturalizzazione dei parcheggi anche favorendo l'iniziativa privata. E con un più moderno ed efficace trasporto pubblico locale. Il nostro parco autobus è vecchissimo, con una anzianità media di oltre 11 anni, quando in Europa è di 7. In particolare il 40% del parco ha oltre 15 anni di età. Il ministro Burlando si è dimostrato sensibile, prospettando l'acquisto da parte di aziende pubbliche di 1500 autobus all'anno nei prossimi 10 anni. Pregevole iniziativa, ma è un terzo di quanto serve: solo per mantenere lo stato attuale, bisognerebbe sostituirne 4 mila all'anno». Come valuta il nuovo sistema «combinato» di tassazione per il bollo e la patente? «Se non varierà la pressione fiscale, potrà rappresentare un proficuo snellimento burocratico». Ecco un altro guaio: l'esasperata burocrazia. «Sì, tasto dolentissimo. Se il certificato di residenza per l'immatricolazione è stato sostituito dall' autocertificazione, rimangono però 12 adempimenti necessari, con balzelli e perdite di tempo, tra tasse, bolli e accessi a 8 sportelli diversi; e con una spesa sulle 700 mila lire. In Francia bastano 4 pratiche, in Germania 3, in Inghilterra 1. Serve un sistema più snello, più europeo. Quello attuale, per l'inci¬ denza e la complicazione, frena anche il mercato dell'usato». La gente, tuttavia, ha tratto benefici dagli incentivi. «Una scelta positiva. Dal '92 al '93 le immatricolazioni erano calate del 30%. La crescita di quest'anno ha permesso di riequilibrare il mercato. Quest'anno è realistico prevedere un totale di 2,4 milioni di vendite totali. Nel '98 sarà inferiore, visto che il 31 luglio '98 cesseranno gli incentivi. Ma il mercato italiano, in condizioni di stabilità, dovrebbe assestarsi su 2,2 milioni di veicoli all'anno». Il Motor Show è anche vetrina di veicoli industriali: qua! è il termometro del settore? «Se in Europa il 75% delle merci viene trasportato su gomma, da noi siamo all'85%. E l'incremento futuro della domanda di trasporto sarà pari a quello del prodotto interno lordo. La soluzione? Anche se è ovviamente auspicabile una maggiore efficienza del sistema ferroviario e del combinato strada-rotaia, poiché la stragrande maggioranza delle merci continuerà a muoversi su gomma, è prioritario l'intervento sulle strutture stradali. Con adeguati interventi per il superamento dei nodi e la fluidificazione del traffico». C'è una ricetta per un futuro senza incognite? «Fra le cose da fare, una priorità è certamente l'alleggerimento strutturale della fiscalità, seguendo il modello spagnolo, dove all'incentivazione classica è seguita una strutturale: e il mercato ha continuato a espandersi. Non dimentichiamo che, finora, lo Stato ha ricavato dal piano-incentivi 1400 miliardi. Le ricadute positive della ritrovata stabilità di mercato si allargano a tutta l'economia italiana. L'effetto moltiplicatore che l'industria dell'auto innesca è elevatissimo. La salute della nazione dipende anche, soprattutto, dal benessere di questo settore vitale». Sul piano della sicurezza e dell'ambiente, fortunatamente, siamo all'avanguardia. «Il nuovo sistema agevola le revisioni, incrementando la sicurezza di un parco circolante comunque ancora vecchio. E le Case hanno investito sul problema: il Centro Sicurezza della Fiat è tra i più avanzati. L'industria ha fatto bene la sua parte anche sotto il profilo ecologico; le auto oggi emettono il 95% in meno di sostanze nocive rispetto agli Anni Settanta». BOLOGNA. Al Motor Show si può andare anche in treno. Convogli speciali sono stati predisposti da Torino, Milano, Mestre, Padova, Pisa, Firenze, Roma. I convogli, che non effettuano fermate intermedie, partono al mattino e rientrano a sera nelle città di origine. H prezzo comprende viaggio e biglietto d'ingresso. BOLOGNA. Tra tante gare ed eventi sportivi, c'è una sfida riservata a un glorioso modello degli Anni 60: l'Alfa Romeo GTA (1965-1969). Il Trofeo GTA, organizzato dalla Scuderia del Portello, il team Alfa per autostoriche, è in programma domani (ore 9-16). Fra i concorrenti, Sandro Munari e Carlo Facetti. BOLOGNA. Non è facile orizzontarsi nei padiglioni del Motor Show. Un aiuto può arrivare tramite Internet: c'è un sito apposito (www.motorshow.it) che rappresenta un prezioso vademecum. Le informazioni, raccolte in 4 sezioni, offrono un panorama completo della rassegna (programmi, eventi, novità auto e moto).

Persone citate: Burlando, Carlo Facetti, Fusaro, Piero Fusaro, Sandro Munari