Un ramoscello d'ulivo nella guerra dell'olio

11 Pinto annuncia un intervento comunitario. Denunciati 80 allevatori per la battaglia a colpi di letame Un ramoscello (Pulivo nella guerra dell'olio Tregua dopo un giorno di rivolta BARI. «Credono che ora sia tutto risolto. Sbagliano. Noi andiamo avanti». Il ministro delle Risorse Agricole Michele Pinto ha appena tenninato di dichiarare il suo impegno: più controlli, un decreto che vieti alle raffinerie di produrre olio d'oliva, lo stoccaggio dell'olio eccedente e finanziamenti al settore in crisi. Però gli olivicoltori volevano sentire parlare di blocco delle importazioni e dunque di sbarramento all'olio di bassa qualità provenienti dai Paesi extracomunitari. No, questo non è possibile, ha spiegato il ministro. E allora, avanti. Dopo cinque giorni di protesta, di trattori per le strade, quintali di olio nelle piazze e falò, si continua. Confagricoltori, Cia, Coldiretti e le associazioni dei produttori che hanno scatenato la protesta invadendo le province di Bari e Taranto garantiranno un fine settimana morbido. Blocchi sì, ma «non intensi». Poi si riprenderà se non arriveranno notizie confortanti. Gli olivicoltori, che hanno visto il prezzo dell'olio dimezzato (da 10 mila a 5 mila lire) e quello delle olive abbassarsi dalle 160 fino alle 50 mila lire, non sembrano soddisfatti dell'incontro a Roma. Mentre i trattori attraversavano Palo del Colle, Grumo, Bisceglie, Binetto, Bitetto, Mariotto, Palombaio, Giovinazzo, stringendo d'assedio la provincia di Bari e sradicando platealmente qualche olivo, mentre scendevano sino ad Avetrana (Taranto) con un centinaio di trattori e migliaia di manifestanti, da Roma notizie poco rassicuranti per loro. «La soluzione non c'è», taglia corto Paolo Nigro, vicepresidente nazionale della Coldiretti. Pinto, incontrando una delegazione di cui faceva parte anche il presidente della giunta pugliese Salvatore Distaso, ha offerto (e su questo gli ha dato man forte il sottosegretario agli Interni Sinisi, garaft&ndp.un. ffl^^p4,inunediato) controlli antisotisticazione, poiché gli olivicoltori denunciano l'immissione sul mercato di olio scadente venduto come extravergine. Ha garantito il suo impegno per abbattere i contributi agricoli, promuovere l'olio d'oliva di qualità, vietare la produzione nelle raffinerie da cui esce un prodotto-truffa, e anche l'ammasso presso l'Airaa del prodotto eccedente. Il che significa finanziamenti agli olivicoltori. Ma non è possibile - ha detto Pinto smantellare gli accordi che permettono l'ingresso in Italia di olio proveniente anche da Tunisia, Marocco, Algeria, Turchia. Dalla Tunisia ne arrivano ogni anno 45 mila tonnellate, dicono i produttori. E' questo il punto chiave. Perché delle 700 mila tonnellate di olio consumato in Italia, quasi la metà arrivano dall'estero, travolgendo le aziende locali e la Puglia, che produce 15 milioni di quintali di olive, la metà della produzione nazionale. Per Nigro le responsabilità sono anche del ministero degli Esteri, «che conclude questi accordi intemazionali che non tengono conto del mondo agricolo». Il verde Alfonso Pecorai o Scanio, presidente della commissione Agricoltura della Camera, si è rivolto ai ministri delle Finanze Visco e dell'Interno Napolitano, chiedendo «una straordinaria mobilitazione nel settore doganale dei controlli per rispondere alla richiesta del blocco del mercato d'olio clandestino spacciato per extravergine». Ieri la Oleifici Italiani, di Monopoh (Bari), una delle più grandi aziende del settore, ha annunciato che sospenderà le importazioni dai Paesi extracomunitari. Nigro sorride: «E cosa vuol dire? Queste aziende hanno scorte massicce. Ora possono anche fare a meno di importare. Più giusto sarebbe stato dire: facciamo un accordo, decidiamo di ritirare solo olio di qualità dalla Puglia. E allora così non ci sta bene». Allora, la protesta continua, mentre dall' altro fronte, quello del latte, arriva la notizia che 80 allevatori sono stati denunciati perle battaglie a colpi di letame. Tonio Attino il boom Produzione dì olio d'olivo in Italia (dati in migliaia di tonnellate) 93/94 94/95 95/96 96/97 97/98' Un momento della protesta degli olivicoltori pugliesi