I comunisti salvano il rublo

Moccioso^ intervento d^Mmin^Oummmtmtm^e lo Smto Moccioso^ intervento d^Mmin^Oummmtmtm^e lo Smto 1 comunisti salvano il rublo II bilancio russo passa grazie alpc MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per far passare in prima lettura il bilancio di previsione per il 1998 c'è voluto Eltsin in persona, per la seconda volta nella sua intera carriera presidenziale scomodatosi a visitare la Duma. Più precisamente: Boris Eltsin si è precipitato ieri pomeriggio alla sede del Parlamento, che dista qualche centinaio di metri dal Cremlino, poco prima che iniziasse la votazione e ha ottenuto di parlare ai deputati per convincerli in extremis. «Su di noi sono puntati gli occhi di tutto il mondo», ha esclamato dalla tribuna davanti ai sorpresi deputati. E ha aggiunto, con l'abituale enfasi, che «l'intero sistema finanziario mondiale vive un momento febbrile. E' aperta la questione se il rublo crollerà, oppure reggerà e resterà saldo anche in futuro». «Da questo voto - ha concluso - dipende la stabilità del Paese». In cambio ha offerto il dialogo («dobbiamo incontrarci più spesso») e la firma immediata di un decreto che dovrebbe conferire maggiori poteri al Parlamento in tema di formazione e controllo sull'azione del governo. Il clima era molto buio. I comunisti, dopo lunghe discussioni interne, avevano deciso di votare contro. E, data la loro forza parlamentare, 157 deputati, il destino della votazione sembrava segnato. Il premier Cernomyrdin aveva fatto un ultimo drammatico appello: «Se non approvate lo Stato perderà 8 miliardi di dollari». Il partito «Jabloko», di Grigorij Javlinskij aveva già dichiarato, che i suoi 46 deputati avrebbero votato contro. A favore solo il partito di Cernomyrdin, 54 deputati, quello di Zhirinovskij (51 voti), e un'altra cinquantina di deputati delle regioni. Quale e quanta parte dei comunisti avrebbe votato contro non lo sapeva nessuno. Per cui ecco il presidente di tutte le Russie, zar Boris, percorrere a sirene spiegate quei quattrocento metri che vanno dal Cremlino aU'Olmotnij Rjad della Duma. Probabilmente, però, più che la rettorica, potè la paura. Meno di un mese fa Eltsin aveva minacciato, per l'ennesima volta, di sciogliere la Duma. Il fatto che ieri non abbia minacciato non cambia molto. I deputati vivono nell'incubo di perdere il posto. E sarebbero stati accusati comunque di essere i responsabili del possibile crollo del rublo, che comunque incombe, pur senza averne alcuna responsabilità Così Boris Eltsin ha ottenuto l'ennesima vittoria. I deputati con¬ trari si sono ridotti a 136, gli astenuti sono stati sei e i favorevoli sono cresciuti fino a 236, undici più del necessario. Il che significa che una discreta metà dei temibili deputati comunisti ha votato per il governo, a dispetto della dichiarazione ufficiale. Date le dimensioni è impossibile credere che si sia trattato di solo dissenso interno ai comunisti. Se fosse così, la frazione comunista si sarebbe da tempo spezzata in due partiti. Invece non è avvenuto e per ora non avverrà. Per il semplice fatto che il passaggio del budget è stato concordato sottobanco. Ziuganov ha salvato la faccia di fronte al suo popolo e gli altri hanno salvato Cernomyrdin, Eltsin e infine se stessi. Giulietta Chiesa Il presidente russo Boris Eltsin

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