Riapre il rifugio dei poeti di Tito Sansa
Riapre il rifugio dei poeti Al caffè «Slavia» di Praga si incontravano intellettuali e rivoluzionari Riapre il rifugio dei poeti DPRAGA OPO 5 anni ha riaperto i battenti lo «Slavia», il più famoso dei caffè di Praga, da oltre un secolo rifugio di poeti e pensatori e uno dei centri dei dissidenti della «rivoluzione di velluto» e dei firmatari della Charta 77. Qualcuno sostiene persino che il termine bohémienne (in origine abitante della Boemia) sia stato attribuito durante la Belle epoque ai frequentatori eccentrici poveri e spensierati di questo locale per poi passare agli artisti di Parigi. La rinascita dello Slavia - ha detto il presidente della Repubblica Ceka Vaclav Havel - è «una vittoria sulla stupidità». Cioè alla firma di un contratto di concessione cinquantennale del celebre locale di proprietà dell'Ac«demia d'arte drammatica a una -ietà americana, la H.N. Gorin di Boston, che si era impegnata a ristrutturarlo ma non ne fece nulla. Il primo a protestare energicamente fu proprio Havel che definì la chiusura «un attacco criminoso contro la vita spirituale di Praga» e minac¬ ciò addirittura «un serio danneggiamento delle relazioni tra l'intelligentija praghese e il capitalismo Usa». Intellettuali ribelli per due settimane occuparono il locale al grido di «yankee, go home». Era il novembre '93, poi lo Slavia tornò nell'oblio. Ora, a 5 anni dalla chiusura il vecchio caffè, dalle cui finestre si gode la vista sulla Moldava e il castello, è rinato grazie all'annullamento del contratto con i bostoniani. Ed è stata festa grande con una torta di 5 piani, aragosta, un porcello arrosto e spumante. Aperto nel 1860, ai tempi del nascente nazionalismo ceko, lo Slavia ha ospitato sognatori e teste calde. Frequentatori abituali sono stati i compositori Smetana e Dvorak, gli scrittori Karel Capek, Thomas Mann e Franz Kafka e di recente il drammaturgo Pavel Kohout, che, presente alla riapertura, ha commentato: «Il ritorno della cultura mitteleuropea del caffè è un grande giorno». Tito Sansa
Persone citate: Dvorak, Franz Kafka, Gorin, Havel, Karel Capek, Pavel Kohout, Thomas Mann, Vaclav Havel
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