l'oro scende ai minimi storici

l'oro scende al minimi storici Miri APPANNATI Le banche centrali tendono a liquidare le riserve del metallo prezioso l'oro scende al minimi storici Sotto Ì290dollari l'oncia, mai così in basso dall'85 ROMA. La corsa in discesa dell'oro continua senza soste, giorno dopo giorno, sui mercati internazionali. Ed anche se ieri, nel corso della seduta, le perdite sono apparse più contenute rispetto ai più recenti scivoloni, il prezzo del metallo prezioso si è mantenuto comunque sotto i 290 dollari per oncia ed ha raggiunto il nuovo minimo storico dal marzo del 1985. Al fixing di Londra è stato quotato 289,85 dollari l'oncia (293 il pomeriggio precedente) ma già nel corso della seduta era sceso fino a quota 287,90. Nelle ultime battute ha recuperato qualcosa, a 289,55 dollari, ma resta comunque in ribasso rispetto al finale della vigilia (292,35). Numerosi, dicono gli esperti, sono i motivi di debolezza dell'oro. Quello di gran lunga più importante è costituito dalla tendenza delle banche centrali a liquidare le riserve. In attesa che la Banca nazionale elvetica venda una parte delle sue (comunque non prima del 2000, è stato assicurato), quella argentina ha annunciato di aver liquidato tutto lo stock (dopo gli smobilizzi delle banche centrali di Belgio, Olanda, Australia). Inoltre pare che la futura Banca centrale europea manterrà riserve auree minime, non più del 10 per centro del totale. ■ Ma sul mercato gravano anche altri fattori: il dollaro, che nonostante le incertezze sulla sua futura direzione denuncia una certa forza potenziale, il petrolio, i cui prezzi sono decisamente in ribasso dopo la decisione dell'Opec di aumentare del 10% il tetto produttivo (il «brent» è attualmente a 18 dollari sul disponibile dopo aver toccato mercoledì un nuovo minimo da luglio, in ribasso di quasi il 20 per cento in due mesi), l'inflazione è bassissima pressoché in tutti i Paesi utilizzatori nonostante una buona crescita economica media. Infine, non ci sono gravi tensioni politico-militari. Sulle riserve auree della Banca centrale europea (Bce) gli analisti sono discordi. Pur ammettendo l'e¬ ventualità che l'istituto non tenga affatto oro, la si ritiene poco probabile. Il World Gold Council e vari esperti ritengono che l'oro sia necessario ad avallare la credibiUtà e la fiducia nell'Euro. Molti, inoltre, sono convinti che Germania, Fran eia e Italia siano in favore di un inserimento dell'oro nelle riserve della Bce, perché i tre Paesi da soli detengono circa il 70% di tutte le riserve ufficiali europee. Si sostiene, quindi, che la quota aurea sul totale possa andare dal 10% fino al 30%: in questo caso le riserve ammonterebbero da 600 a 1800 tonnellate. Attualmente le riserve europee sono pari al 21% (13.840 tonnellate, il 39% del totale mondiale). Per una minoranza di analisti la Bce potrebbe seguire l'esempio della Riserva federale Usa e detenere un grosso quantitativo di oro nei caveau, anche in considerazione delle recenti svalutazioni in Asia. La Fed ha in cassa 8 mila tonnellate di oro e non ha dato alcun segno di volerne vendere una parte.

Luoghi citati: Asia, Australia, Belgio, Germania, Italia, Londra, Olanda, Roma, Usa