«Ecco le prove che non c'entro»
Indagato il colonnello Meli «Ecco le prove che non c'entro» Lo Forte ai magistrati di Caltanissetta CALTANISETTA. Per cinque ore il procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte è stato interrogato, su sua richiesta, negli uffici della Procura di Caltanissetta che indaga su presunte propalazioni su inchieste antimafia dal Palazzo di Giustizia palermitano. Cominciato nel riserbo mercoledì pomeriggio, l'interrogatorio si è concluso verso le 21. Al termine nessuna dichiarazione, se non quella dell'avvocato Michele Costa che ha accompagnato il magistrato. Ieri il legale (figlio del procuratore della Repubblica di Palermo Gaetano Costa assassinato dalla mafia il 5 agosto 1980) ha sottolineato che il dottor Lo Forte «ha fornito ai magistrati di Caltanissetta dati oggettivi che fanno escludere che egli possa aver compiuto le azioni che i mezzi di in¬ formazione gli hanno addebitato». Un passaggio, questo, molto importante che, pur nel lampante riserbo, aiuta a capir meglio. In pratica il procuratore Lo Forte avrebbe dimostrato che il rapporto su mafia e appalti redatto dal capitano del Ros dei carabinieri Giuseppe De Donno nel 1991 giunse sul suo tavolo in Procura molto dopo rispetto al periodo al quale il pentito Giuseppe Li Pera avrebbe fatto risalire le indebite rivelazioni. A parte la sua storia personale assolutamente trasparente, dunque, Lo Forte avrebbe così provato la sua totale estraneità all'am¬ biguo affaire De Donno-Siino. Lo Forte ha già denunciato per calunnia De Donno secondo il quale il pentito Angelo Siino (che però l'ha smentito in tre giorni di martellanti interrogatori a Roma) gli avrebbe confidato che il magistrato era tra quanti facevano trapelare notizie. E con gli sviluppi delle ultime ore, dopo il recente «incontro chiarificatore» tra i procuratori Caselli e Tinebra, mediato dal procuratore nazionale antimafia Vigna, il caso De Donno-Siino sembra assumere sempre più l'aspetto di un dissennato giuoco al gatto e al topo tra l'ufficiale e il pentito. L'avvo¬ cato Costa, a questo punto, afferma: «Propalare notizie frammentarie può danneggiare la serenità dell'inchiesta di Caltanissetta che tra l'altro dovrà ricostruire la credibilità di pezzi importanti dello Stato». E aggiunge che «c'è una verità processuale e una scritta a colpi di scoop su giornali, tv, radio». Il legale ha anche sottolineato che allo stato attuale il procuratore aggiunto di Palermo non ha ricevuto alcuna notifica dalla Procura di Caltanissetta dove è stato sentito dal procuratore aggiunto Paolo Giordano e dai sostituti Luca Tescaroli e Gilberto Ganassi. [a. r.l procuratore aggiunto Guido Lo Forte
Luoghi citati: Caltanissetta, Roma
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