Un pubblico battibecco tra Roma e Bonn aIl'Onu di Andrea Di Robilant

Ma vince l'Italia, rinviata la riforma Ma vince l'Italia, rinviata la riforma Un pubblico battibecco tra Roma e Bonn aIKOnu L'ambasciatore Mei: studiate un «golpe» Il collega tedesco: frasi poco amichevoli WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Italia già canta vittoria. A meno di sorprese, il dibattito all'assemblea generale sulla riforma del Consiglio di sicurezza si concluderà oggi o al più tardi domani con un nulla di fatto. L'ipotesi di far entrare rapidamente Germania e Giappone nel Consiglio come membri permanenti - il cosiddetto «quick frx» - pare dunque tramontare definitivamente. La diplomazia italiana, che a settembre si era prefissata l'obiettivo di sabotare in tutti modi una simile riforma, non stappa ancora le bottiglie di champagne ma si ritiene comunque molto soddisfatta. Lo è molto meno quella tedesca, che ieri in assemblea, frustrata e irritata dalle tattiche italiane, non ha lesinato le frecciate. Al centro del dibattito, una disputa procedurale non irrilevante. La Germania sostiene che l'eventuale riforma dovrebbe essere approvata con una maggioranza dei due terzi dei presenti e votanti in sala. L'Italia insiste per una maggioranza dei due terzi di tutti i membri delle Nazioni Unite (124 su 185). L'ambasciatore italiano Francesco Paolo Fulci ha spiegato a più riprese che una semplice maggioranza dei presenti permetterebbe alla Germania di fare «un colpo di mano» in assemblea, un ragionamento che i tedeschi considerano falso e malizioso. «Credetemi - ha detto ieri l'ambasciatore di Bonn Tono Eitel all'assemblea -. Anche se avessimo una proposta da presentarvi non lo faremmo certo di sorpresa». In privato, alcuni diplomatici tedeschi all'Onu esprimono risentimento per i sospetti messi in circolazione dai colleghi italiani. «Questa storia di un attacco a sorpresa della Germania in assem¬ blea è veramente senza senso», dicono. «Se ci muovessimo in quel modo per noi sarebbe la fine». Nel tentativo di mettere fine alla disputa procedurale sulla maggioranza dei due terzi, l'ambasciatore Eitel ha chiesto ieri al segretariato delle Nazioni Unite di fornire al più presto un parere legale. La Germania, ha aggiunto, s'impegna ad attenersi a quel parere. Eitel ha anche respinto l'accusa mossa da alcuni Paesi, tra cui l'Italia, secondo cui la Germania sta cercando di «imporre un limite di tempo» entro il quale far approvare la riforma del Consiglio di sicurezza. Ma ha aggiunto che non si può continuare a discutere «in eterno e in astratto»; una decisione va presa entro tempi ragionevoli: «Smettiamola di contemplarci l'ombelico e dimostriamo alle nostre opinioni pubbliche che l'Onu può fare di più che lasciarsi coinvolgere in discussioni egocentriche. Il Consiglio di sicurezza non è "l'art pour l'art"... E poi non è vero che accelerando una decisione creiamo divisioni tra i membri dell'Onu. Semmai è vero il contrario: sono questi ^terminabili scambi, inutili e così poco amichevoli, che provocano una vera divisione». La Germania pare comunque rassegnata ad un processo di riforma più lento di quello che aveva preventivato. Anche perché gli Stati Uniti, che all'inizio avevano sponsorizzato il «quick fix» per far accomodare Germania e Giappone tra i Grandi, adesso, un po' per le resistenze dell'assemblea, un po' perché hanno problemi più pressanti da risolvere all'Onu (Iraq e pagamento degli arretrati), non sembrano più tanto disposti a condurre questa battaglia in prima linea. Andrea di Robilant

Persone citate: Francesco Paolo Fulci, Mei