D'Onofrio: su Salò An si gioca tutto di Maurizio Molinari

VOnofrio; su Salò An si gioca tutto VOnofrio; su Salò An si gioca tutto scegliere tra noi e il liberismo berlusconiano» « IL CASO UH PARTITO AL SROMA CELTE economiche, riforme, Repubblica di Salò: alla vigilia della riorganizzazione annunciata da Gianfranco Fini dopo la sconfitta elettorale, Alleanza nazionale è proiettata al centro di un turbine di attese e pressioni sia dall'interno che dall'esterno (Stati Uniti e Israele compresi). Non si esclude neanche il commissariamento dell'intero partito, magari affidato a Domenico Fisichella. «An è di fronte ad un bivio strategico - spiega un "professore" del Polo come Francesco D'Onofrio - fra la completa integrazione nel liberismo di Forza Italia ed una linea nazionalpopolare che, facendo perno sui valori cristiani, può divenire il cuore dell'intera area moderata. Lo ha ben intuito Gad Lerner con il suo articolo su La Stampa, aggiungendo opportunamente che di questo bivio fa parte anche la questione della Repubblica Sociale, che riguarda le radici, l'identità di An». Francesco D'Onofrio prende come riferimento «De Gasperi e Croce assai più che la ex de» e suggerisce a Gianfranco Fini un punto di incontro nella Costituente dei moderati e dei riformisi. «Voghamo riunire laici e cattolici - spiega - attorno ai valori cristiani della solidarietà che in Italia non appartengono solo alla sinistra». Se Fini accetterà questa mano tesa «potremo lavorare per una nuova Unità Nazionale, creando uno spazio politico dove il centro e la destra si incontrano». «In tal caso - sottolinea - come avviene in Francia, lo schieramento potrebbe essere guidato tanto da un uomo di destra, come Chirac, che da un centrista, come Giscard d'Estaing». Fra destra e centro «il terreno comune deve essere il riformismo, l'impegno per il nuovo Stato e non solo per il nuovo governo, perché An ha sbagliato in Bicamerale arroccandosi solo sul presidenzialismo». Il percorso indicato da D'O¬ nofrio tende a sottolineare le divergenze fra An e gli azzurri di Silvio Berlusconi. «All'inizio pensavamo che Forza Italia spiega - sarebbe stata per tutti il punto di approdo. Ma la Lega se n'è già andata. Noi siamo per il riformismo. La destra deve scegliere, preferendo coniugare solidarietà e mercato ad un modello di thatcherismo reaganiano esasperato». Poi c'è il nodo di Salò, che ha aperto una discussione anche dentro An. «Se c'è un terreno sul quale potremo giudicare la svolta di Fini dentro An, questo è il giudizio storico sulla Repubblica sociale italiana». A parlare è Franco Perlasca, 42 anni, membro dell'assemblea nazionale di An e figlio di Giorgio «Giusto d'Israele», che salvò nel 1944 oltre 5000 ebrei ungheresi dalla deportazione spacciandosi per console di Spagna a Budapest. «A Fiuggi spiega Perlasca, consigliere co¬ munale a Padova - Fini ha compiuto il primo passo. Ora deve dare corpo alle sue intenzioni. La questione di Salò è cruciale in tal senso, come ha scritto Lerner». La «svolta su Salò» per Perlasca deve comprendere due passi. Primo: «Prendere atto della Storia e riconoscere la collaborazione data dai repubblichini ai nazisti nella persecuzione degli ebrei al pari di quanto fece il regime di Vichy in Francia». Secondo: «Tagliare una volta per tutte il cordone ombelicale con quei reduci e nostalgici repubblichini che dopo la guerra si rifugiarono nel msi e sono poi confluiti in Alleanza nazionale». Dentro An c'è chi dice che ci potrebbero essere delle proposte in tal senso alla «Fiuggi-2» in programma a Verona. Francesco D'Onofrio è d'accordo: «Per essere una forza politica moderna non si può saltare questo passaggio su Salò. Noi, nell'area cattolica, abbiamo vissuto con grande difficoltà gli anni in cui mancava un forte pronunciamento della Chiesta contro l'antisemitismo. Ora è venuto il momento della destra, Fini non può tirarsi indietro». Il caso-Salò rimbalza anche a New York, dove vive un «buon amico» del presidente di Alleanza nazionale: l'ex ambasciatore a Roma, Maxwell Rabb. «Conosco Fini - dice l'ex diplomatico e mi sento di dire che è un uomo che ha grande rispetto per il dolore di chi ha sofferto durante l'Olocausto, così come è determinato a tagliare i ponti con quanto nel msi si diceva e pensava in proposito». Rabb dice di «non voler entrare in argomenti di politica interna italiana» e rifiuta ogni commento su quanto sta avvenendo dentro Alleanza nazionale dopo la sconfitta alle amministrative. Ma su Gianfranco Fini come politico non si tira indietro: «Abbiamo davanti un uomo deciso ed onesto, del quale è giusto fidarsi. I suoi sforzi sono genuini per indicare una lettura del passato che rompe con il passato». Come dire: aspettate e vedrete. Maurizio Molinari L'ex ambasciatore Usa Maxwell Rabb «Devono rompere con il passato» A sinistra Francesco D'Onofrio A destra Fisichella e Maxwell Rabb