E' ancoro scontro D'Alema-Corriere di Ferruccio De Bortoli

E' ancoro scontro IKAlema-Corriere Ma Ottone sta col pds: capisco il leader della Quercia e non lo disapprovo E' ancoro scontro IKAlema-Corriere 77 direttore: ricorda Craxi. La replica: querelo MILANO DALLA REDAZIONE Va avanti la querelle tra Massimo D'Alema e il Corriere détta Sera. All'esposto presentato dal segretario della Quercia all'Ordine dei giornalisti contro il quotidiano di via Solferino, risponde a muso duro il direttore del Corriere. Scrive, Ferruccio De Bortoli: «Quell'esposto è l'ultimo di una serie di piccoli atti di intimidazione da parte di un uomo politico. Atti che, in certi casi, ricordano il "miglior" Craxi». Il paragone al vetriolo non piace a Massimo D'Alema, e in serata arriva da Botteghe Oscure una nota che sa di tempesta: «In relazione alle affermazioni contenute nell'articolo a firma f.de.b. pubblicato oggi (ieri, ndr) in prima pagina dal Corriere della sera, l'onorevole D'Alema ha dato mandato ai suoi legali di verificare la possibilità di agire in sede civile o penale, per tutelare la propria immagine e i suoi diritti». La guerra va avanti, allora. E il mondo dell'informazione si divide. Se Miriam Mafai e Valentino Parlato difendono al «Tg 3» il Corriere, un ex direttore di via Solferino, Piero Ottone, si schiera con D'Alema. «Non è più il mio Corriere», dice all'Unità Ottone, oggi garante dei lettori di Repubblica. E ancora: «Capisco il leader della Quercia e non lo disapprovo. A volte diamo per avvenute cose mai successe». Dal presidente dell'Ordine Mario Petrina arriva il tentativo di abbassare la temperatura. Prima se la prende con alcuni commentatori «Toni fuori misura», li definisce - poi giura che sulla questione verrà fatta presto luce. Spiega, il Presidente dei giornalisti: «L'Ordine dei giornalisti ha avviato l'iter di una riforma che ha come suoi primi obiettivi la deontologia e l'istituzione di un Giurì». Anche dall'interno di via Solferino arrivano segnali contro la decisione di D'Alema di rivolgersi aU'Ordine. «Quella di D'Alema è una interferenza inaccettabile», scrive Raffaele Fiengo del comitato di redazione. Che difende gli articoli «incriminati» da D'Alema, quelli che svelerebbero un tentativo da parte del segretario del pds per arrivare a un sindacato unico. E poi mette i puntini sulle «i» anche sulle possibili delucidazioni che D'Alema avrebbe chiesto alla proprietà: «Se Massimo D'Alema si fosse lamentato con Mediobanca o comunque con gli azionisti della società proprietaria del Corriere o con persone che possano esercitare come editori una pressione sul giornale, avrebbe commesso una interferenza grave e non ammissibile». Ferruccio De Bortoli

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